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25 Mar 2025

I pesci riconoscono i subacquei

Giulia Olivero

Giulia Olivero
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Un team di ricercatori del Max Planck Institute of Animal Behavior ha fatto una scoperta straordinaria: i pesci selvatici sono in grado di riconoscere i subacquei individualmente, basandosi su segnali visivi esterni. La ricerca, pubblicata sulla rivista Biology Letters, mette in luce le sorprendenti capacità cognitive di questi animali marini, sfidando le nostre percezioni sul loro comportamento.

Per anni, i subacquei scientifici di una stazione di ricerca nel Mar Mediterraneo hanno osservato un comportamento curioso: i pesci locali sembravano riconoscere chi di loro offriva cibo durante gli esperimenti, seguendoli e addirittura rubando il cibo destinato agli esperimenti. Per capire se questa osservazione fosse corretta, i ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti in cui i subacquei indossavano attrezzature differenti.

L’esperimento

La ricerca è stata condotta a circa otto metri di profondità in un sito nel Mar Mediterraneo, in acque libere, dove i pesci selvatici, già abituati alla presenza degli scienziati, hanno partecipato spontaneamente all’esperimento.

  • Fase di addestramento: Un subacqueo, Katinka Soller, ha iniziato a nutrire i pesci mentre indossava un giubbotto rosso brillante e nuotava per 50 metri. Col tempo, i segnali visivi sono stati ridotti, fino a quando Soller ha indossato una normale attrezzatura subacquea, nutrendo i pesci solo dopo essere stata seguita per l’intera distanza.
  • Risultati dell’addestramento: Due specie di orata si sono rivelate particolarmente ricettive. Dopo 12 giorni, circa 20 pesci seguivano regolarmente Soller, molti dei quali potevano essere riconosciuti individualmente grazie a caratteristiche fisiche distintive.
  • Test di riconoscimento: Soller e un altro subacqueo, Maëlan Tomasek, hanno nuotato in direzioni diverse, indossando attrezzature leggermente diverse. Inizialmente, i pesci hanno seguìto entrambi, ma dopo che Tomasek non ha alimentato i pesci, il numero di pesci che seguivano Soller è aumentato drasticamente. Con un focus su sei pesci, i ricercatori hanno scoperto che quattro di essi mostravano evidenti segni di apprendimento.
  • Verifica dei segnali visivi: Quando i due subacquei hanno indossato attrezzature identiche, i pesci non sono più riusciti a distinguerli, dimostrando che avevano associato le differenze nei colori e nell’attrezzatura ai singoli subacquei.

Implicazioni della scoperta

Questo studio conferma ciò che molti scienziati avevano sospettato da tempo: alcuni animali, tra cui i pesci, possiedono abilità cognitive complesse e possono riconoscere gli esseri umani attraverso segnali visivi specifici. La capacità di apprendere e distinguere i subacquei in base a dettagli come l’attrezzatura e i colori suggerisce che molte altre specie di pesci potrebbero avere abilità simili.

Alex Jordan, uno degli autori della ricerca, commenta: “Non mi sorprende che questi animali possano riconoscere gli esseri umani”. Tomasek aggiunge: “Ora sappiamo che ci riconoscono; è il momento anche per noi di comprendere come vedono loro”.

Questa scoperta non solo mette in luce le sorprendenti capacità dei pesci, ma solleva anche importanti riflessioni sul nostro rapporto con gli animali marini. È fondamentale non sottovalutare le loro capacità cognitive e riflettere più profondamente su come le nostre interazioni possano influenzarli, sia dal punto di vista ecologico che scientifico.

 

Immagine di copertina tratta da Tomasek, Soller, Jordan, “Wild fish use visual cues to recognize individual divers”, Biology Letters, 19 febbraio 2025.

Giulia Olivero
Giulia Olivero
Giulia Olivero è laureata in Scienze Naturali presso l’Università di Torino, con un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. Appassionata di fotografia naturalistica, subacquea ed escursionismo, ha esperienza consolidata come guida naturalistica oceanica, con incarichi in diversi Paesi del mondo
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