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20 Feb 2017

Archeologia in fermento

Alessia Colaianni

Alessia Colaianni
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Gli uomini preferiscono le bionde. No, non stiamo parlando di stereotipi di genere ma di quanto la birra, una delle bevande alcoliche più consumate nel mondo, possa aver condizionato la storia dell’Uomo, tanto da condurlo da una vita da nomade a un’esistenza sostentata dai frutti dell’agricoltura e dell’allevamento.

Gli uomini preferiscono le bionde. No, non stiamo parlando di stereotipi di genere ma di quanto la birra, una delle bevande alcoliche più consumate nel mondo, possa aver condizionato la storia dell’Uomo, tanto da condurlo da una vita da nomade a un’esistenza sostentata dai frutti dell’agricoltura e dell’allevamento.

 

 

La storia della birra è antica e le sue origini provengono da lontano. Sembra che in Cina, già 5000 anni fa, venisse preparata una bevanda fermentata a base di cereali quali orzo e miglio. Era uno strano intruglio, piuttosto lontano dal liquido dorato e trasparente che conosciamo. Gli studenti dell’Università di Stanford, nell’ambito di un’esperienza di archeologia sperimentale, hanno provato a prepararla secondo l’antica ricetta. Cosa intendiamo per archeologia sperimentale? È un ramo dell’archeologia che verifica ciò che si legge nelle fonti storiche o si evince dai ritrovamenti degli scavi, riproducendo tecniche di produzione o costruzione antiche ai giorni nostri.

 

 

Gli studenti di Stanford testano una tecnica di birrificazione antica durante le lezioni dell’archeologa Li Liu, autrice del lavoro “Revealing a 5,000 –y-old beer recipe in China”, pubblicato su PNAS

 

Come hanno fatto a capire quali ingredienti usare e quale procedimento seguire? Lo racconta lo studio di Jiajing Wang, LiLiu (la docente dei ragazzi di Stanford coinvolti nell’esperimento), Terry Ball, Linjie Yu, Yuanqing Li e Fulai Xing, “Revealing a 5000 – y –old beer recipe in China”, pubblicato nel giugno del 2016 da PNAS, Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America. L’articolo descrive come i ricercatori abbiano ritrovato in uno scavo nel sito di Mijiaya, nella provincia di Shaanxi, nel nord della Cina, i resti di quello che si potrebbe definire un vero e proprio kit per la birrificazione.

 

 

KitPerBirrificazione

 

I resti del “kit” per la birrificazione ritrovato negli scavi di Mijiaya. A. Illustrazione delle fossa in cui sono stati ritrovati gli oggetti (pianta e sezione), B. Imbuto, C. e D. vasi, E. fornelletto in ceramica. Fonte: Jiajing Wang, LiLiu, Terry Ball, Linjie Yu, Yuanqing Li e Fulai Xing, “Revealing a 5000 – y –old beer recipe in China”, PNAS, June 7, 2016, vol.113, n°23

 

Il Carbonio-14 e l’analisi stilistica delle ceramiche attestano che questi oggetti risalgono a un intervallo di tempo compreso tra 3400 e 2900 anni prima di Cristo. Come possiamo affermare, però, con una certa sicurezza che questi strumenti servissero per la preparazione per quella che potremmo definire una lontana antenata della nostra amata birra? Resti vegetali e chimici sono gli indizi a disposizione degli archeologi.

 

Gli archeobotanici hanno, infatti, potuto studiare i grani di amido e i fitoliti raccolti dalle pareti del vasellame. Cosa sono i fitoliti? Sono grani di silice idrata (per capirci meglio, del minerale che noi conosciamo con il nome di opale) che, originariamente, si sono formati all’interno delle cellule di alcune specie vegetali. Una volta decomposta la pianta, queste particelle sono rimaste integre nel corso dei secoli, calco quasi perfetto delle cellule che le accoglievano.

 

Fitolite Orzo

Fitolite dell’orzo (Hordeum vulgare). Fonte: Jiajing Wang, LiLiu, Terry Ball, Linjie Yu, Yuanqing Li e Fulai Xing, “Revealing a 5000 – y –old beer recipe in China”, PNAS, June 7, 2016, vol.113, n°23

 

Come abbiamo già visto  in precedenza per i pollini, l’analisi della forma e di alcune caratteristiche dei fitoliti ci permette di capire a quale pianta appartenessero. Dal punto di vista botanico, si è potuta accertare la presenza di orzo, miglio, di una pianta molto particolare proveniente dall’Asia chiamata Lacrime di Giobbe e anche di tracce di patata dolce e di parti di giglio.

 

Chi ci assicura che quelli non fossero dei semplici contenitori per derrate alimentari? Sono gli ossalati di calcio: la presenza di questi composti chimici, in una determinata quantità, è testimonianza di un avvenuto processo di fermentazione dell’orzo per ottenerne birra.

 

Ciò che c’è di speciale nei risultati di questo lavoro è legato proprio all’orzo: questi ritrovamenti dimostrano che è stato coltivato in Cina inizialmente per produrre birra e non come cereale da pasto, come poi fu adoperato più tardi. Come è ben raccontato anche in un reportage di National Geographic di questo mese la storia delle civiltà potrebbe essere stata fortemente influenzata dalla produzione di bevande alcoliche, molto diverse dalle nostre ma che, anticamente, potevano fornire utili apporti in un’alimentazione povera e piacevoli sensazioni di leggera ebbrezza che poi sarebbero state legate a riti e convenzioni sociali. Gli uomini potrebbero aver preferito le bionde molto prima di quanto potessimo immaginare sino a oggi.

Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Giornalista pubblicista, si è laureata in Scienza e Tecnologia per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali e ha un dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale. Divulga in tutte le forme possibili e, quando può, insegna.
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