Nel film “Il silenzio degli innocenti” il serial killer Hannibal Lecter, interpretato magistralmente da Anthony Hopkins, confessa di aver mangiato un fegato umano con “un bel piatto di fave e un buon Chianti”. Hannibal è un cannibale, si nutre di individui della sua stessa specie. Non dobbiamo stupirci, però, che anche al di là dei thriller, degli horror e della cronaca, vi siano storie di cannibalismo legate alle civiltà passate e non riconducibili a casi di disturbo psichico. Ci giungono dalla preistoria britannnica tracce di uomini che, probabilmente, si sono cibati di propri simili. Perché lo hanno fatto? Lo scoprirete presto.
Nel film “Il silenzio degli innocenti” il serial killer Hannibal Lecter, interpretato magistralmente da Anthony Hopkins, confessa di aver mangiato un fegato umano con “un bel piatto di fave e un buon Chianti”. Hannibal è un cannibale, si nutre di individui della sua stessa specie. Non dobbiamo stupirci, però, che anche al di là dei thriller, degli horror e della cronaca, vi siano storie di cannibalismo legate alle civiltà passate e non riconducibili a casi di disturbo psichico. Ci giungono dalla preistoria britannnica tracce di uomini che, probabilmente, si sono cibati di propri simili. Perché lo hanno fatto? Lo scoprirete presto.
Nel Somerset, una contea del sud-ovest inglese, negli ultimi decenni del 1800, fu scoperto il sito archeologico di Gough’s Cave. Già studiato in maniera più approfondita tra il 1927 e il 1931, lo scavo fu oggetto di ulteriori ricerche da parte del Natural History Museum tra il 1986 e il 1992. Il luogo era ricco di manufatti e resti di ossa macellate. Ossa animali e umane.
Quei resti umani erano una prova di un atto di cannibalismo? Il materiale, nel 2010, fu sottoposto a datazione, misurandone il Carbonio-14 con una tecnica particolarmente sofisticata, per evitare errori di contaminazione. La grotta era stata occupata durante la Preistoria, con maggiore precisione nel Magdaleniano, circa 15.000 anni fa. In quel periodo l’Inghilterra stava uscendo dall’isolamento dovuto a una delle glaciazioni: gli uomini dell’epoca erano cacciatori-raccoglitori e trovavano la maggior fonte di proteine nelle carni di cavalli selvatici. Con l’aumento della temperatura questi animali iniziarono a migrare a nord e le piccole comunità umane li seguirono per non rimanere a corto di cibo. Gough’s Cave fu probabilmente un rifugio per questi nomadi.
L’analisi antropologica, svolta con l’ausilio di un particolare microscopio per la misurazione tridimensionaledi tracce su superfici, permise osservazioni più accurate. Sulle ossa ritrovate, appartenenti a un bimbo di tre anni, due adolescenti e due adulti, erano presenti segni di macellazione: erano state ripulite dai muscoli, erano state spezzate per ricavarne il midollo, alcune erano state masticate per raschiarne più carne possibile. Sarà stata la fame, la mancanza di altro sostentamento, a spingere quelle genti verso una soluzione così drammatica?
Nello stesso sito erano presenti dei crani lavorati in maniera tale da farne delle vere e proprie coppe. Inoltre i resti erano stati cannibalizzati post-mortem: non vi erano segni di traumi, di lotta. I cinque individui erano morti naturalmente e poi erano stati mangiati. Forse non erano diventati il nutrimento dei propri parenti e amici per follia ma neanche per bisogno.
Una nuova ricerca svolta con altra strumentazione, tra cui il microscopio elettronico a scansione (http://www.saperescienza.it/rubriche/scienza-e-beni-culturali/viaggio-nell-infinitamente-piccolo-il-microscopio-elettronico-a-scansione/936-viaggio-nell-infinitamente-piccolo-il-microscopio-elettronico-a-scansione ), e il confronto con altri resti e manufatti della Preistoria europea ci ha dato una nuova ricostruzione dei fatti: oltre ai segni di taglio dovuti al lavoro di pulitura dalle carni, vi sono vere e proprie incisioni geometriche, decorazioni – visibili anche negli oggetti utilizzati nel confronto – probabilmente effettuate dopo la macellazione ma prima del pasto.
Lo dimostrano la tipologia di solco e il fatto che la decorazione a zig zag è interrotta dalla frattura dovuta alla rottura per succhiarne il midollo. Del resto, come già accennato, anche i crani mostrano un buon grado di lavorazione per ottenere dei bordi quanto più regolari possibili per farne una coppa. Probabilmente il cannibalismo era parte di un rituale.
Dettagli di incisioni su un osso umano (radio): foto e immagine composta di un microscopio ottico a scansione che illustra la direzionalità delle incisioni singole e di tutto il disegno. Le frecce rosse indicano le incisioni “avanti e indietro” (ottenuti utilizzando la lama come una sega), le frecce blu le incisioni “a raschio” (ottenute esercitando una pressione direzionata della lama). Fonte: Bello SM, Wallduck R, Parfitt SA, Stringer CB (2017) An Upper Palaeolithic engraved human bone associated with ritualistic cannibalism. PLoS ONE12(8): e0182127. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0182127
Ancora altri misteri del sito archeologico di Gough’s Cave dovranno essere svelati grazie alla scienza – uno su tutti la corrispondenza tra crani e ossa attraverso l’esame del DNA – ma un tassello della storia dell’Uomo è stato finalmente svelato, mostrandoci quanto ancora dovremo indagare per risolvere uno dei più intricati e affascinanti gialli esistenti: la nostra evoluzione.