“Cantami, o Diva, del pelide Achille/l’ira funesta che infiniti addusse lutti/agli Achei…”. Inizia così il mitico poema di Omero, l’Iliade, che racconta le vicende legate alla guerra di Troia e le gesta di eroi quali Achille e Ulisse. Quando si parla delle origini della civiltà greca, mito, letteratura e storia si fondono in un intreccio stretto, molto difficile da sciogliere.
La Maschera di Agamennone (1600-1500 a.C circa) conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Atene. Fonte: Giovanni Dall’Orto. (Own work) [Attribution], via Wikimedia Commons
“Cantami, o Diva, del pelide Achille/l’ira funesta che infiniti addusse lutti/agli Achei…”. Inizia così il mitico poema di Omero, l’Iliade, che racconta le vicende legate alla guerra di Troia e le gesta di eroi quali Achille e Ulisse. Quando si parla delle origini della civiltà greca, mito, letteratura e storia si fondono in un intreccio stretto, molto difficile da sciogliere.
La Grecia è stata la culla di scienza, politica, filosofia, epica, lirica, teatro, sport, musica, per non parlare delle testimonianze legate all’arte e all’architettura: il paradigma assoluto da imitare o rinnegare nell’avvicendarsi delle correnti culturali che si sono susseguite nel corso della Storia. La scintilla di questo fuoco sono state la civiltà minoica e quella micenea.
Palazzo di Cnosso, Creta (1700-1400 a.C. circa). Fonte: By Marc Ryckaert (MJJR) (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons
La prima si sviluppò nell’isola di Creta, nel mar Egeo, tra il 2500 e il 1100 avanti Cristo: sembra fosse una popolazione pacifica, che viveva nella propria città – palazzo dalla struttura così intricata da ispirare il mito del labirinto e da legarvi indissolubilmente la figura del Minotauro – figlio del re Minosse, da cui queste genti prendono il nome – essere mezzo toro e mezzo uomo. La seconda nacque a Micene, nel Peloponneso, tra il 1600 e il 1100 a.C., con la sua città fortezza e le mura ciclopiche, tanto imponenti che dovevano essere state costruite da giganti. È considerata la probabile terra natìa di Agamennone e Menelao, coloro che dichiararono guerra contro Troia a causa del rapimento della bella Elena da parte di Paride.
Le Mura di Micene (XIV secolo a.C.). Fonte: Gregor Hagedorn (Own work) [CC BY-SA 4.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], via Wikimedia Commons
È facile capire come storici e archeologi vogliano approfondire la conoscenza di questi popoli dell’Età del Bronzo per comprenderne l’origine, lo sviluppo e l’influenza su quella che poi è stata la Grecia Antica. Un recente studio pubblicato su Nature ha indagato le origini genetiche di cretesi e micenei. I DNA di 19 individui tra cui minoici, micenei e i loro “vicini” provenienti dal sud ovest dell’Anatolia (parte dell’attuale Turchia) sono stati analizzati e confrontati con quelli di 332 resti di uomini antichi, 2614 persone attualmente in vita e 2 cretesi dei giorni nostri.
Gioco del Toro, Affresco del Palazzo di Cnosso (1700-1400 a.C. circa). Dai dati raccolti nello studio pubblicato sul Nature possiamo affermare che gli artisti che hanno dipinto questi meravigliosi affreschi abbiano riprodotto naturalisticamente i giovani ragazzi: i cretesi dovevano avere occhi e capelli scuri, proprio come raffigurato nelle opere di quell’epoca. Fonte: Wikimedia commons
Ha senso, in termini genetici, parlare di “minoici” e “micenei”? Quale tipo di rapporti intercorrono tra questi due gruppi e come sono legati alle antiche popolazioni provenienti dall’Anatolia o da quelle europee e del Vicino Oriente? Le informazioni ottenute potrebbero fare nuova luce sulle origini di queste due culture? Infine, quanto dei cretesi e dei micenei c’è nei greci di oggi? Queste le domande a cui i ricercatori hanno dato una risposta.
Ebbene, cretesi e micenei sono geneticamente simili – hanno ben il 75% in comune, proveniente dagli agricoltori del Neolitico dell’ovest dell’Anatolia e dell’Egeo. C’è anche una parte del loro codice genetico legata alle popolazioni del Caucaso e dell’Iran. Ciò che differisce è l’apporto delle popolazioni di cacciatori – raccoglitori dell’est Europa e della Siberia presente nei micenei, probabilmente introdotto da contatti con gli abitanti delle steppe euroasiatiche e dell’Armenia. Grazie a questi dati potranno essere arricchite le ipotesi sulle migrazioni avvenute in passato nel territorio greco ma anche le ricerche di linguistica, in particolare quelle sulla diffusione delle lingue indo-europee.
E il confronto con il materiale genetico dei greci moderni? Sì, nelle loro vene scorre ancora abbondante il sangue degli eroi, di Agamennone e dei micenei, di quei personaggi che, attraverso le loro storie, ci hanno portato ad amare la cultura di una civiltà a cui dobbiamo tantissimo.