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06 Mar 2017

La donna che amava gli insetti

Alessia Colaianni

Alessia Colaianni
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Una donna austera con uno sguardo che tradisce curiosità e intelligenza. Il ritratto raffigurato in questa banconota da 500 marchi non poteva essere più esplicativo. È di lei che vi voglio parlare oggi, il lunedì che precede la giornata dedicata alle donne: Maria Sibylla Merian, un’artista, un’entomologa, un’esploratrice in un secolo che vedeva le ragazze relegate a un angolo della vita sociale e tenute ben lontane dalla ricerca scientifica. Però il diavolo fa le pentole e non i coperchi e Maria Sibylla seppe con astuzia ritagliarsi il suo ruolo in ambiti che, all’epoca, erano esclusivamente maschili.

 

Una donna austera con uno sguardo che tradisce curiosità e intelligenza. Il ritratto raffigurato in questa banconota da 500 marchi non poteva essere più esplicativo. È di lei che vi voglio parlare oggi, il lunedì che precede la giornata dedicata alle donne: Maria Sibylla Merian, un’artista, un’entomologa, un’esploratrice in un secolo che vedeva le ragazze relegate a un angolo della vita sociale e tenute ben lontane dalla ricerca scientifica. Però il diavolo fa le pentole e non i coperchi e Maria Sibylla seppe con astuzia ritagliarsi il suo ruolo in ambiti che, all’epoca, erano esclusivamente maschili.

 

Maria Sibylla Merian nacque nel 1647 a Francoforte sul Meno, in Germania. Come potete immaginare, a quei tempi l’educazione delle bambine era indirizzata ai lavori domestici o, al più, alla pratica religiosa ma Maria Sibylla fu in questo fortunata: nata in una famiglia di incisori – il padre era l’illustratore svizzero Mattahus Merian – seguì le lezioni di disegno del patrigno, il pittore di nature morte Jacob Marrel. Nell’ambito artistico poté sicuramente esercitarsi con pastelli, acquerelli e guazzo su soggetti naturali poiché la tecnica a olio, lo studio del nudo e la pittura storica erano esclusivo appannaggio degli uomini.

 

Studio di Rosa

Studio di una Rosa ad acquerello Fonte: Wikimedia Commons, Maria Sibylla Merian, Nürnberg 1675 (Bamberg State Library)

 

Non era neanche adolescente quando la piccola cominciò a osservare con interesse i bruchi. La vita degli insetti era avvolta dalla superstizione e, inoltre, si credeva ancora che nascessero dal nulla, a partire dalla putrefazione. Maria Sibylla, nel corso delle sue ricerche, da spirito curioso e da artista abituata a “saper guardare”, iniziò a capire non solo che il concetto di generazione spontanea era errato ma anche che il bruco faceva parte di un ciclo di vita più ampio, subiva una metamorfosi che gli permetteva di giungere allo stadio di splendida farfalla e falena.

 

A 18 anni si sposò con un apprendista del patrigno, a 21 anni ebbe la prima figlia, Johanna Helena, e presto tutti insieme si trasferirono a Norimberga. Tra il 1675 e il 1680 pubblicò la sua prima opera, il Blumenbuch (Il libro dei fiori), tre volumi di illustrazioni di fiori ad acquerello. Nel 1678 arrivò la seconda figlia, Dorothea Maria, e l’anno dopo il suo secondo lavoro: Der Raupen wunderbare Verwandelung und sonderbare Blumen-nahrung (I bruchi, la loro meravigliosa trasformazione e il loro singolare nutrirsi di fiori), un testo dove illustrò gli stadi di sviluppo di ben 176 specie di farfalle e delle piante di cui esse si nutrono.

 

L’opera di Maria Sybilla è speciale: non è solo una raccolta di tavole descrittive del singolo individuo, vegetale o animale. Il suo approccio è “ecologico”, si preoccupò di rappresentare il ciclo di vita di un insetto, le sue abitudini, l’interazione con l’ambiente che lo circonda.

 

Non possiamo sapere cosa sia veramente successo ma, a 34 anni, dopo 16 anni di matrimonio, Maria Sibylla decise di separarsi dal marito e vivere insieme alla madre, nel frattempo diventata vedova, e le figlie in una colonia labadista. Il labadismo era un movimento religioso integralista di radice protestante e la nostra illustratrice rimase in questo contesto di rigore e povertà fino al 1691, anno in cui si spostò con le figlie ad Amsterdam e troncò definitivamente i rapporti con il coniuge, divorziando.

 

Gli anni passati nella setta non furono vani: la Merian aveva continuato a disegnare e, una volta arrivata nella nuova città, sicuramente più adatta e sicura per una donna emancipata come lei, riuscì a mantenersi insegnando la sua arte alle figlie di famiglie importanti. Proseguirono anche i suoi studi di entomologia, avendo a disposizione, grazie alle nuove amicizie, grandi collezioni di esemplari provenienti dalle colonie dell’Olanda, tra cui il Suriname.

 

La curiosità spinse Maria Sibylla a raccogliere i soldi per poter partire per quelle terre lontane e studiarne flora e fauna dal vivo. Vendette 255 delle sue opere e, a 52 anni, insieme con la sua secondogenita, affrontò il lungo e periglioso viaggio alla volta del Sud America. Fu lei la pioniera del viaggio esplorativo intrapreso per scopi scientifici. Dopo due anni di studi, osservazioni, acquerelli e riflessioni sulle violenze e ingiustizie subite dagli indigeni da parte dei coloni, la pittrice tornò in Olanda per motivi di salute.

 

Illustration of a Caiman crocodilus and an Anilius scytale 17011705 by Maria Sibylla Merian

Caimano con falso serpente corallo Fonte: https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1375667, Maria Sibylla Merian da Metamorphosis insectorum Surinamensium II, Tavola LXX

 

Qui iniziò a vendere gli esemplari collezionati in Suriname e, finalmente, nel 1705 pubblicò Metamorphosis Insectorum Surinamensium. L’opera non ebbe, dal punto di vista scientifico, il riconoscimento meritato: molti lettori e studiosi, probabilmente vittime di un pregiudizio di genere, fruirono delle immagini senza leggere il fondamentale corredo di appunti che descriveva le osservazioni svolte e le licenze artistiche prese.

 

Ragni, formiche e colibrì su ramo di guava, Maria sibylla Merian

Ragni, formiche e colibrì su un ramo di guava Fonte: https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1375637, Maria Sibylla Merian da Metamorphosis insectorum Surinamensium, Tavola XVIII

 

La pittrice morì nel 1717. I documenti ci dicono che versava in condizioni di povertà. L’eredità di questa donna, è immensa: riuscì a imporsi come artista, si interessò all’entomologia compilando tavole contenenti una miniera di informazioni, fu un’innovatrice nell’illustrazione naturalistica, mostrando una visione ecologica e non più unicamente tassonomica. Fu un esempio di indipendenza, divorziando dal marito, andando incontro a esperienze “al limite” come la vita in una comunità religiosa fondamentalista e l’esplorazione di un mondo lontano e sconosciuto come l’America Meridionale. Non abbandonò mai la sua passione per l’arte e per la scienza e ne fece la sua professione.

 

Questa settimana si festeggia la giornata della donna e la vita di Maria Sibylla Merian ci insegna che l’amore per la conoscenza non ha genere, richiede a tutti, indistintamente, curiosità, volontà e sacrificio.

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Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Giornalista pubblicista, si è laureata in Scienza e Tecnologia per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali e ha un dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale. Divulga in tutte le forme possibili e, quando può, insegna.
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