Fotogrammi di un mondo che non potremo mai visitare, istantanee affascinanti piene di colori, forme e vita. Questo è il frutto del lavoro di Davide Bonadonna, paleoillustratore. Artefice della coinvolgente mostra itinerante a tema preistorico “Dinosauri in Carne e Ossa”, vincitore di numerosi premi tra i quali il Lanzendorf Paleoart Award, riconoscimento internazionale della Society of Vertebrate Paleontology, ci ha raccontato la sua professione e l’importanza dell’arte come supporto alle scoperte scientifiche.
Fotogrammi di un mondo che non potremo mai visitare, istantanee affascinanti piene di colori, forme e vita. Questo è il frutto del lavoro di Davide Bonadonna, paleoillustratore. Artefice della coinvolgente mostra itinerante a tema preistorico “Dinosauri in Carne e Ossa”, vincitore di numerosi premi tra i quali il Lanzendorf Paleoart Award, riconoscimento internazionale della Society of Vertebrate Paleontology, ci ha raccontato la sua professione e l’importanza dell’arte come supporto alle scoperte scientifiche.
Come ha iniziato il suo percorso in questa professione?
L’illustrazione medica è un po’ il mio passato. Le prime attività di cui mi sono occupato sono state legate all’editoria medico-scientifica, in particolare ho pubblicato con la casa editrice Masson. In seguito ho avuto la possibilità di lavorare per riviste divulgative indirizzate al grande pubblico come, ad esempio, Focus e Newton, sempre con tavole riguardanti l’ambito medico. A quei tempi non c’era molta concorrenza in quel campo, poi con il tempo il digitale ha preso il posto dell’illustrazione classica.
A quel punto ho deciso di tornare all’illustrazione naturalistica e c’è stata l’occasione di lavorare con la De Agostini, per un libro sui dinosauri. Mi ci buttai e il progetto – pur realizzato con una certa ingenuità perché non conoscevo ancora le metodologie legate a quel tipo di opere – fu molto apprezzato. In seguito cercai paleontologi cui mostrare i miei disegni ed ebbi la fortuna di incontrare i milanesi Cristiano Dal Sasso e Simone Maganuco. Loro mi aiutarono a correggere gli errori presenti nelle mie tavole e iniziarono una serie di collaborazioni che proseguono ancora oggi.
Homoterium (Ricostruzione della testa) – Grafite – 2012 – Scientific supervision: Lorenzo Rook Fonte: www.davidebonadonna.it
Cosa fa il paleoillustratore?
Il paleoillustratore deve avere una base di conoscenze scientifiche e anatomiche e, ovviamente, naturalistiche. Questo perché non si tratta semplicemente di disegnare un animale che sia il classico dinosauro o un altro esemplare di fauna preistorica ma è necessario costruire una serie di contesti ambientali in cui inserirli. Capirete che bisogna, quindi, anche possedere delle conoscenze naturalistiche generiche. Da lì in poi il processo si fa più complesso.
Plesiosaurus and Ammonite – Garden of the Gods Visitor & Nature Center (Colorado Springs, Colorado, USA) – Digital – 2014 Fonte: www.davidebonadonna.it
In che senso? Qual è l’approccio al lavoro, alla creazione di un’opera?
La paleoillustrazione non è l’illustrazione naturalistica classica in cui si tende a utilizzare come fonti le foto e i documentari. Qui si parte dai reperti paleontologici: quello che solitamente viene presentato al paleoillustratore sono reperti ossei o ricostruzioni scheletriche, realizzate da un altro paleoillustratore specializzato in questo settore. Il mio lavoro subentra nella fase successiva: io aggiungo carne e pelle basandomi sulle ricostruzioni scheletriche oppure osservando i reperti veri e propri. Il tutto avviene con la supervisione dei paleontologi. Di conseguenza il processo consiste nel partire dallo scheletro e procedere con la parte muscolare, dando vita così all’animale. Ciò può avvenire sia attraverso l’illustrazione classica, realizzata con i pennelli o al computer, o attraverso la modellazione 3D. Questo è un altro fronte, quello della scultura digitale.
Styracosaurus – “Dinosaurs in the Flesh” traveling exhibition – ClayTools – 2010 – Scientific supervisor: Simone Maganuco Fonte: www.davidebonadonna.it
Un’altra piccola ma fondamentale nota: si usano come riferimento le ricostruzioni fatte in passato da altri illustratori ma, cambiando nel tempo gli studi e le tipologie di analisi, le fonti di base vanno periodicamente aggiornate. Un esempio efficace può essere quello del Deinocheirus di cui recentemente hanno trovato la testa. Hanno scoperto che era qualcosa di completamente diverso rispetto a ciò che era stato rappresentato in precedenza, ricavato per via speculativa, basandosi sulle parentele più strette. Questo dimostra come i disegni, molto spesso, vadano rivisitati, rivisti e aggiornati.
L’arte quanto è di sostegno, di aiuto alla scienza?
L’illustrazione scientifica, nello specifico la paleoillustrazione, diventa fondamentale in quanto non c’è niente di più efficace di un’immagine che va a sostituire mille parole. I paleontologi descrivono e lo fanno, naturalmente, attraverso la parola scritta. Traducendo descrizioni, analisi di questi ritrovamenti con un’immagine illustrata si riesce a dare un’idea di come fosse il mondo passato. Questo è importante per gli scienziati perché molto spesso gli scheletri tendono a trarre in inganno: senza la parte volumetrica del corpo si può sbagliare interpretazione della postura o del movimento. Una volta che si vede l’animale ricostruito, ci si può rendere conto che certe posture non sono possibili, certe torsioni non sono plausibili e si fa qualche passo indietro. Quindi l’illustrazione diventa utile non solo per il pubblico, per avere una visione generale di un mondo preistorico scomparso e che nessuno vedrà mai, ma può essere d’aiuto allo scienziato stesso che, in questo modo, può avere le idee più chiare su quelle che possono essere determinate teorie o strade analitiche prese o da intraprendere.