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21 Ago 2017

La Stele di Rosetta e il museo oltre il museo

Alessia Colaianni

Alessia Colaianni
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Quanti di voi saranno stati a Londra durante queste vacanze estive e avranno visitato l’imperdibile British Museum? Di rito la foto davanti alla Stele di Rosetta! Questo reperto, uno dei più conosciuti e più importanti della storia del museo ma anche, e soprattutto, dell’archeologia, potrà essere osservato da vicino e studiato anche da coloro i quali non possono recarsi nel Regno Unito o da chi ha la necessità di “averlo tra le mani” per motivi di studio.

Stele di Rosetta Credits: © Hans Hillewaert/CC BY-SA 4.0

 

Quanti di voi saranno stati a Londra durante queste vacanze estive e avranno visitato l’imperdibile British Museum? Di rito la foto davanti alla Stele di Rosetta! Questo reperto, uno dei più conosciuti e più importanti della storia del museo ma anche, e soprattutto, dell’archeologia, potrà essere osservato da vicino e studiato anche da coloro i quali non possono recarsi nel Regno Unito o da chi ha la necessità di “averlo tra le mani” per motivi di studio.

Il British Museum con la sua vastissima collezione – in termini di quantità ma anche di estensione temporale rappresentata – ha spalancato le sue porte anche in rete con una sezione del sito ufficiale in cui poter trovare ben 4 milioni di oggetti ordinati in schede complete di fotografie. Non finisce qui, infatti si sta procedendo con la digitalizzazione 3D di alcuni degli oggetti conservati e, proprio quest’estate, la Stele di Rosetta è entrata a far parte di questa galleria virtuale.

 

Screenshot SketchFab BritishMuseum

 

Screenshot della pagina Sketchfab del British Museum. Sketchfab è una piattaforma nella quale gli utenti possono caricare progetti in 3D o realizzati per la fruizione in realtà virtuale

Ne stiamo parlando dall’inizio dell’articolo ma non tutti voi sapranno con esattezza cos’è la Stele di Rosetta e perché è così rilevante.

 

Geroglifici della Grande Sala Ipostila di Karnak

Geroglifici della Grande Sala Ipostila del Complesso monumentale di Karnak. Decorazione risalente al regno di Seti I, nel XIII secolo a.C. Credits: Jon Bodsworth [Copyrighted free use], via Wikimedia Commons

Quelli che vedete nell’immagine sono geroglifici egizi. Sul finire del IV secolo dopo Cristo non furono più utilizzati e presto si dimenticò come leggerli. Nel corso dei secoli tanti furono i monumenti riscoperti della grande civiltà del Nilo ma nessuno sapeva tradurre quegli strani simboli che, sicuramente, sarebbero stati la chiave per riscoprire un parte fondamentale della Storia.

Nel 1799, nella città di Rosetta – oggi Rashid – durante la Campagna d’Egitto di Napoleone Bonaparte, fu ritrovata questa stele di pietra (granodiorite per essere precisi dal punto di vista petrografico). Sulla sua superficie è inscritto un decreto approvato dal consiglio dei sacerdoti risalente al 196 avanti Cristo quindi appartenente al periodo tolemaico.

Le iscrizioni erano in tre diverse lingue: greco, demotico (una delle ultime fasi dell’evoluzione della lingua egizia) e geroglifico. Il fisico inglese Thomas Young intuì che ci doveva essere una corrispondenza tra le parti di testo presenti ma fu Jean François Champollion, archeologo, che nel 1822 riuscì a decifrare i geroglifici.

    Rosetta Stone
    by The British Museum
    on Sketchfab

 

Ora la Stele può essere osservata da qualsiasi punto di vista grazie alla sua riproduzione 3D completa di un interessante commento audio. Una delle pietre miliari dell’archeologia e del tesoro custodito dal British Museum è a disposizione di studiosi o semplici curiosi. Il museo fisico supera se stesso servendosi di un’appendice capace di arrivare a tutti. L’ennesima dimostrazione che la tecnologia non è nemica della cultura, anzi, le permette di superare qualsiasi confine.

Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Giornalista pubblicista, si è laureata in Scienza e Tecnologia per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali e ha un dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale. Divulga in tutte le forme possibili e, quando può, insegna.
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