Skip to main content

29 Apr 2019

Ricostruire la cattedrale di Notre Dame: tra laser scanner e videogiochi

Alessia Colaianni

Alessia Colaianni
Leggi gli altri articoli

Home Rubriche Scienza e beni culturali

La cattedrale di Notre Dame in fiamme. No, non è una delle scene del cartone animato della Disney dedicato al gobbo, protagonista del romanzo di Victor Hugo, “Notre Dame de Paris”. Lunedì 15 aprile 2019, nel tardo pomeriggio, il tetto del celebre edificio, patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1991, ha preso fuoco. La guglia medievale, ricostruita nel XVII secolo durante i restauri condotti dall’architetto Eugène Viollet-le-Duc, e le capriate lignee sono andate distrutte. Sembra invece che, fortunatamente, la struttura in pietra, gli interni e i tesori in essi conservati siano stati risparmiati dal fuoco, benché abbiano subito danneggiamenti legati al fumo e alle alte temperature. Notre Dame sarà ricostruita, proprio come è stato fatto in passato. Nel caso si decidesse di seguire un criterio di restauro simile a quello dell’Ottocento, si riporterà l’edifico di culto al suo aspetto “originario”, riproducendo le parti mancanti esattamente come erano prima dell’incendio. Come fare? Precedenti studi architettonici condotti con il laser scanner e una ricostruzione virtuale creata per un famoso videogioco potrebbero essere il materiale di partenza per questa impresa.

La cattedrale di Notre Dame in fiamme. No, non è una delle scene del cartone animato della Disney dedicato al gobbo, protagonista del romanzo di Victor Hugo, “Notre Dame de Paris”. Lunedì 15 aprile 2019, nel tardo pomeriggio, il tetto del celebre edificio, patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1991, ha preso fuoco. La guglia medievale, ricostruita nel XVII secolo durante i restauri condotti dall’architetto Eugène Viollet-le-Duc, e le capriate lignee sono andate distrutte. Sembra invece che, fortunatamente, la struttura in pietra, gli interni e i tesori in essi conservati siano stati risparmiati dal fuoco, benché abbiano subito danneggiamenti legati al fumo e alle alte temperature. Notre Dame sarà ricostruita, proprio come è stato fatto in passato. Nel caso si decidesse di seguire un criterio di restauro simile a quello dell’Ottocento, si riporterà l’edifico di culto al suo aspetto “originario”, riproducendo le parti mancanti esattamente come erano prima dell’incendio. Come fare? Precedenti studi architettonici condotti con il laser scanner e una ricostruzione virtuale creata per un famoso videogioco potrebbero essere il materiale di partenza per questa impresa.

 

Come già avevo raccontato qualche anno fa in questa rubrica, esistono molti progetti dedicati allo studio di monumenti architettonici mediante tecnologia laser scanner. Un edificio può essere scansionato da un raggio laser e tale operazione genererà quella che è detta una nuvola di punti, i quali saranno geolocalizzati ossia corredati da una coppia di coordinate geografiche. Questo insieme di dati singoli registrati, opportunamente elaborati, serviranno a innalzare una versione virtuale tridimensionale del bene analizzato. Questa è una tecnica in grado di riprodurre oggetti con una elevata precisione: ogni misura è soggetta a un errore di pochi millimetri.

 

Le cattedrali gotiche erano state già oggetto di raccolta di documentazione e scansioni laser per il progetto “Mapping Gothic France”, ideato da Stephen Murray, professore di arte e archeologia presso la Columbia University (Stati Uniti), e Andrew Tallon, professore di arte e architettura presso il Vassar College (Stati Uniti). Il sito web Mapping Gothic doveva essere uno spazio per ospitare le rappresentazioni digitali di numerosi esempi di architettura gotica, che sarebbero andate ad arricchire la passata documentazione bidimensionale e le fonti storiche.
Fu così che, tra il 2011 e il 2012, il professor Tallon adoperò il laser scanner per misurare l’interno e l’esterno della cattedrale di Notre Dame di Parigi. Il risultato dei rilevamenti fu una nuvola di miliardi di punti (circa un terabyte di dati) che, elaborati con un opportuno software, possono riportare in vita digitalmente l’edificio in ogni suo piccolo dettaglio, con una precisione nell’ordine di 5 millimetri. In questo video di National Geographic lo stesso Andrew Tallon, che purtroppo è venuto a mancare pochi mesi fa, descrive le fasi e gli obiettivi della sua ricerca.

 

{youtube}https://www.youtube.com/watch?v=jAi29udFMKw{/youtube}

 

Il frutto delle misure della cattedrale è stato impiegato per alcune immagini pubblicate in un libro, nel 2013, e presenti in una mostra allestita proprio a Notre Dame, nel 2014. Il resto non è stato caricato sul portale Mapping Gothic ed è rimasto conservato fino a oggi, allo stato grezzo, in alcuni hard disk. Queste sono informazioni, che insieme a rilievi più antichi e fotografie, potrebbero costituire un ottimo punto di partenza per la ricostruzione del monumento.

 

Esiste anche un’altra insospettabile fonte di immagini e dati per la ricostruzione della cattedrale di Notre Dame dopo l’incendio: la riproduzione virtuale creata per il videogioco Assassin’s Creed. Un articolo pubblicato nel magazine online The Verge nel 2014 e poi aggiornato in questi giorni, in occasione dell’incendio, ha descritto il lavoro di modellazione 3D del monumento da parte di Caroline Miousse, durato 2 anni. Per ricreare una versione della cattedrale storicamente e architettonicamente corretta, l’artista ha dovuto porre attenzione a molti dettagli, rivedere la texture di ogni singolo mattone con degli esperti, confrontarsi con storici per sapere quali fossero i dipinti appesi sulle mura della chiesa e persino aggiungere particolari che nel periodo storico considerato non erano presenti (il videogioco è ambientato durante la Rivoluzione francese e, in parte, anche durante la Seconda Guerra Mondiale) in quanto punti di riferimento iconici per molti giocatori.

 

Nessuno dei professionisti che ha lavorato per questi progetti avrebbe mai immaginato di poter contribuire al restauro della cattedrale di Notre Dame dopo un evento distruttivo così drammatico. Ciò testimonia l’importanza della ricerca sui beni culturali ma anche della contaminazione tra arte, cultura e intrattenimento come nel caso di molti videogiochi.

 

Credits immagine: foto di Corina Benesch da Pixabay

Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Giornalista pubblicista, si è laureata in Scienza e Tecnologia per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali e ha un dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale. Divulga in tutte le forme possibili e, quando può, insegna.
DELLO STESSO AUTORE

© 2024 Edizioni Dedalo. Tutti i diritti riservati. P.IVA 02507120729