Dopo aver cercato di capire cosa sia l’archeomagnetismo e come possa essere adoperato per datare manufatti d’interesse archeologico, ecco il nostro caso di studio. Siamo in Italia, parleremo di fornaci e incontreremo nuovamente un’altra delle protagoniste della Dating Saga, la termoluminescenza.
Alcune antiche fornaci scavate in differenti siti archeologici taliani, studiate per la determinazione della direzione del campo magnetico terrestre nel passato (da Tema et al., 2006, Geophysical Journal International)
Dopo aver cercato di capire cosa sia l’archeomagnetismo e come possa essere adoperato per datare manufatti d’interesse archeologico, ecco il nostro caso di studio. Siamo in Italia, parleremo di fornaci e incontreremo nuovamente un’altra delle protagoniste della Dating Saga, la termoluminescenza.
La ricerca descritta nell’articolo pubblicato sul Journal of Archeological Science nel 2013, “Combined archaeomagnetic and thermoluminescence study of a brick kiln excavated at Fontanetto Po (Vercelli, Northern Italy)”, ci mostra ancora una volta come differenti tecniche possano essere applicate nel medesimo contesto e, in questo caso particolare, sui medesimi manufatti per arrivare ad una risposta più convincente. L’archeomagnetismo e la termoluminescenza (TL) possono, in determinate condizioni, essere applicate sullo stesso materiale. Nello studio in questione saranno mattoni che, quindi, conterranno sia quarzo sia ematite o magnetite. Per entrambe i metodi, inoltre, è necessario che l’oggetto d’analisi sia stato riscaldato a temperature maggiori di 400-500 °C e che non sia stato spostato dopo l’ultima cottura.
Abbiamo già visto su quali fenomeni si basa l’archeomagnetismo ma non abbiamo sottolineato le condizioni per ottenere una misura accurata, vicina al valore reale cercato. È necessario che, ad esempio, il materiale da datare registri in maniera idonea il campo magnetico terrestre. Dobbiamo considerare la velocità con cui il campo geomagnetico è mutato nel periodo storico d’interesse e la presenza di una curva della variazione secolare di riferimento per un determinato territorio. Anche partendo da questi presupposti – ho in realtà elencato solo alcuni dei fattori che influenzano questo tipo di misure – il confronto tra i dati sperimentali e le curve di riferimento potrebbe fornire più risposte al nostro quesito di natura cronologica, questo a causa delle periodiche fluttuazioni del campo (avevavamo parlato di problemi simili nel post sulla calibrazione delle datazioni eseguite misurando il radiocarbonio). È qui che ci viene in aiuto l’utilizzo di una ulteriore tecnica per poter trovare la risposta corretta in una rosa di molteplici età.
La fornace oggetto di studio si trova presso Fontanetto Po, un paese nel vercellese ed è stata ritrovata grazie a degli scavi archeologici di emergenza. Cosa sono gli scavi d’emergenza? Interventi di scavo effettuati nel momento in cui vi è una minaccia di distruzione che, in questo frangente, era l’installazione di un metanodotto portata avanti dal novembre 2009 a marzo 2010. Sono state rinvenute altre tre strutture simili tutte, probabilmente, parte di un’importante bottega per la produzione di mattoni. Secondo le ipotesi iniziali il lavoro della bottega poteva essere legato alla necessità di un gran numero di laterizi per la costruzione delle mura fortificate di Fontanetto Po, probabilmente risalenti al 1323 d.C. Un’altra destinazione dei manufatti potrebbe essere stata il mulino di San Giovanni (1460 d.C.). Entrambe le supposizioni suggeriscono che la fornace potrebbe essere stata adoperata durante il Medioevo ma non escludono il suo impiego anche in tempi recenti.
Mulino di San Giovanni, Fontanetto Po, Vercelli. Fonte: www.wikipedia.it
A cosa hanno portato i risultati delle analisi archeomagnetiche? È stato veramente necessario utilizzare una seconda tecnica per fare maggiore chiarezza? Ebbene sì, infatti i dati legati al campo magnetico terrestre passato hanno portato a due differenti intervalli temporali di riferimento: il primo compreso tra il 1511 e il 1614 d.C., il secondo tra il 1768 e il 1872 d.C. Il periodo ricavato dalle misure di TL, invece, è racchiuso tra il 1796 e il 1914, confermando le ipotesi legate a una delle età indicate dall’archeomagnetismo e all’interpretazione per la quale la fornace è stata in uso dal medioevo fino quasi ai giorni nostri. Ma non è finita qui! Avevamo già accennato alla necessità di avere curve di riferimento della variazione secolare del campo geomagnetico. Questo studio ha permesso di adoperare i dati raccolti, avvalorati dal risultato della TL, come punti di riferimento per le curve a disposizione, migliorando la conoscenza della variazione del campo geomagnetico nel passato.