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23 Mag 2016

Tra le ombre degli abissi, un raggio di luce sui marmi sommersi

Alessia Colaianni

Alessia Colaianni
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Conoscerete sicuramente i Bronzi di Riace. Le due statue furono rinvenute nel 1972, al largo dell’omonima località, nel mar Ionio. Molte altre opere, invece, rimangono negli abissi, tra mura d’acqua, divenendo parte dell’ecosistema marino. È qui che biologia e conservazione s’incontrano. Per questo motivo è nato www.marmisommersi.com.

 

Mosaico bianco e nero in marmo pentelico, conservato nelle acque del porto di Baia (Napoli).

 

Conoscerete sicuramente i Bronzi di Riace. Le due statue furono rinvenute nel 1972, al largo dell’omonima località, nel mar Ionio. Molte altre opere, invece, rimangono negli abissi, tra mura d’acqua, divenendo parte dell’ecosistema marino. È qui che biologia e conservazione s’incontrano. Per questo motivo è nato www.marmisommersi.com.

Marmi sommersi è un sito internet costruito come parte del progetto “Restaurare sott’acqua” dell’ Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (Iscr) di Roma, finanziato dal Ministero dei beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact). Il portale raccoglie immagini, video e dati delle ricerche condotte dal Nucleo per gli Interventi di Archeologia Subacquea nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei e nell’Area Marina protetta – Parco Sommerso di Baia, nella Grotta Azzurra di Capri e a largo di San Pietro in Bevagna, in provincia di Taranto.

 

L’idea alla base di questo lavoro è la possibilità di promuovere il nostro patrimonio artistico sommerso, ricco e suggestivo, ma anche di divulgare i risultati delle ricerche svolte, permettendo al grande pubblico di capire cosa succede a statue, pavimenti, altari, sarcofagi e altri tipi di reperti quando si trovano nei fondali marini. Questi manufatti sono, infatti, soggetti al biodeterioramento: diventano la casa e il nutrimento di flora e fauna acquatica. Il sito mostra e descrive tutto questo, rendendo comprensibile il motivo per cui i “marmi sommersi” presentano superfici così degradate, spesso, irriconoscibili, e il perché è necessario provvedere ad azioni di tutela e restauro.

 

marmisommersi pg web

Scheda dedicata a Lithophaga lithophaga, che qualcuno di voi conoscerà come “dattero di mare”, responsabile dell’erosione dei manufatti lapidei.

 

Le responsabili del progetto sono Barbara Davidde e Sandra Ricci. La prima è il direttore del Nucleo per gli interventi di Archeologia subacquea dell’ISCR e docente di Archeologia Subacquea, la seconda è biologa dell’Iscr presso il Laboratorio di indagini biologiche del Mibact. È chiaro come Marmi sommersi possa mostrare, anche agli occhi dei profani, in che modo nella conservazione, nel restauro e nella valorizzazione, scienza e arte si confrontino e s’intreccino in ambiti di ricerca multidisciplinari e, proprio per questo, dai confini sfumati.

 

Questo è solo l’inizio. Il progetto è in divenire: la banca dati sarà aggiornata costantemente con nuove schede di reperti provenienti dai musei nascosti dalla coltre blu del nostro mar Mediterraneo. Non ci resta che rimanere connessi oppure aspettare l’estate per visitare uno di questi luoghi, abissi profondi nei quali scoprire arte, natura e scienza.

 

Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Giornalista pubblicista, si è laureata in Scienza e Tecnologia per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali e ha un dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale. Divulga in tutte le forme possibili e, quando può, insegna.
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