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24 Apr 2017

Traslochi

Alessia Colaianni

Alessia Colaianni
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Chi di noi non ha mai dovuto traslocare? Potremmo dire che è sicuramente un’esperienza faticosa e stressante: conservare nelle scatole mobili e oggetti, rendere sicuro il trasporto, non smarrire nessun pezzo, riposizionare tutto in un nuovo spazio che ancora non si conosce dal punto di vista degli ingombri e dell’illuminazione.

Natural History Museum di Londra. Fonte: Diliff – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=559965

 

Chi di noi non ha mai dovuto traslocare? Potremmo dire che è sicuramente un’esperienza faticosa e stressante: conservare nelle scatole mobili e oggetti, rendere sicuro il trasporto, non smarrire nessun pezzo, riposizionare tutto in un nuovo spazio che ancora non si conosce dal punto di vista degli ingombri e dell’illuminazione.

 

Pensate se, al posto di un armadio, dovessimo spostare e sostituire dei preziosi fossili di animali, parte di una delle collezioni più importanti del mondo. Stiamo parlando del “pensionamento” di Dippy che presto sarà sostituito da uno scheletro con una storia particolare e significativa. Chi è Dippy? Come si fa a spostare reperti così grandi e complessi? Lo scopriremo nelle prossime righe.

 

London - Natural History Museum Dippy

Dippy nella Hintze Hall del Natural History Museum. Fonte: Cezary p di Wikipedia in polacco, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8293710

 


Il Natural History Museum di Londra è uno dei più importanti musei di storia naturale con i suoi oltre 800 milioni di campioni che spaziano temporalmente dalla formazione del Sistema Solare ai giorni nostri, i quasi 400 scienziati che vi lavorano all’interno e le più di 700 pubblicazioni scientifiche annuali. La grande sala che accoglie i visitatori, la Hintze Hall, era dominata dalla copia dello scheletro fossile di un Diplodocus, un gigantesco dinosauro erbivoro vissuto nel Giurassico. Dippy – questo il vezzeggiativo con il quale veniva chiamato – era lì a dare il benvenuto a studiosi, turisti e curiosi dal 1979.

 

E ora? Che fine ha fatto Dippy? Musei con collezioni così ricche decidono periodicamente di modificare gli allestimenti per poter mostrare nuovi materiali e nuove storie. Sì, nuovi racconti che possano veicolare conoscenza e consapevolezza. Ancora una volta il Passato diventa un maestro che ci insegna ad affrontare le nuove sfide che si prospettano all’orizzonte. Dippy è, quindi, andato in pensione per essere sostituito dallo scheletro originale di una balenottera azzurra (Balaenoptera musculus).

 

Balenottera azzurra Natural History Museum ricostruzione virtuale

Rappresentazione virtuale dell’installazione del fossile di balena blu nella Hintze Hall. Fonte: http://www.nhm.ac.uk/about-us/news/2015/january/blue-whale-to-take-centre-stage-museum.html

 


Lo scheletro di balenottera fu esposto per la prima volta nella Mammal Hall del Natural History Museum, nel 1938. Perché porre al centro dell’attenzione questa specie? Sir Michael Dixon, il direttore del museo, ha commentato così: “In quanto animale più grande esistito sulla Terra, la storia della balenottera azzurra ci ricorda la portata della responsabilità della salute del nostro Pianeta. È questo che la rende l’esemplare perfetto per dare il benvenuto e catturare l’immaginazione dei nostri visitatori e, nello stesso modo, sottolineare la grande trasformazione del museo”. La Balaenoptera musculus è stata, infatti, a rischio estinzione fino agli anni ‘60, quando fu dichiarata specie protetta. Un memorandum di quanto le nostre azioni influenzino la vita dell’intero ecosistema.

 

Non abbiamo ancora risposto alla domanda principale: come pianificare lo spostamento in sicurezza di un “dinosauro” lungo circa 21,3 metri, alto 4,25 e composto di ben 292 ossa, e posizionare al suo posto, appeso a un soffitto, una balenottera di 25,2 metri? Il Natural History Museum è stato aiutato in questo dalle nuove tecnologie laser scanner.

 

Scansione ossa di Dippy - Natural History Museum

Scansione di una delle copie delle ossa di Dippy. Fonte: http://blog.cam2.it/?s=dippy

 


Entrambi i reperti sono stati scansionati per ottenerne delle copie tridimensionali virtuali. Nel caso del Diplodocus, questo lavoro è servito per capire in quali tipi di spazi potesse essere ricollocato lo scheletro: Dippy, infatti, partirà per un tour nazionale ed è fondamentale comprendere i luoghi più adatti per rimontare i numerosissimi pezzi che lo compongono ed esporlo al pubblico nel più corretto dei modi. I dati raccolti saranno anche adoperati per ulteriori studi paleontologici.

 

La balenottera, unicum nel suo genere e dal valore inestimabile, è stata riprodotta grazie a laser scanner e rielaborazione digitale in 3D per conservare le informazioni di cui è custode, nel caso qualsiasi imprevisto portasse al suo danneggiamento. Avere una copia è sicuramente un’àncora di salvezza per eventuali riparazioni o vere e proprie ricostruzioni.

 

Balenottera azzurra con il suo piccolo

Cucciolo di balenottera azzurra che nuota con la madre. Fonte: Andreas Tille – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=50654

 


In attesa che Dippy si prenda la sua meritata vacanza e la balenottera faccia il suo ingresso trionfale (la riapertura della Hintze Hall è prevista per quest’estate), ci lasciamo con le parole di Sir Dixon: “Questo è un cambiamento importante e necessario. Come guardiani di una delle più grandi risorse scientifiche del mondo, il nostro scopo è di mettere alla prova la visione che la gente ha della Natura e questo obiettivo sta diventando sempre più pressante. La balenottera azzurra serve come intenso promemoria del fatto che mentre l’abbondanza non è garanzia di sopravvivenza, attraverso le nostre scelte possiamo fare veramente la differenza”.

Alessia Colaianni
Alessia Colaianni
Giornalista pubblicista, si è laureata in Scienza e Tecnologia per la Diagnostica e Conservazione dei Beni Culturali e ha un dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale. Divulga in tutte le forme possibili e, quando può, insegna.
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