Fino ad ora abbiamo parlato di come studiare i pigmenti presenti nelle opere d’arte ma il colore può anche essere, a sua volta, un mezzo attraverso il quale analizzare un materiale. I colori di una ceramica, di una roccia, di un suolo, possono essere adoperati per la loro classificazione o come ulteriore indizio per comprendere le tecniche di produzione di un manufatto. A questo punto la domanda nasce spontanea: come può essere misurato un colore?
Fonte: www.munsell.com . Il solido dei colori di Albert Henry Munsell, 1900
Fino ad ora abbiamo parlato di come studiare i pigmenti presenti nelle opere d’arte ma il colore può anche essere, a sua volta, un mezzo attraverso il quale analizzare un materiale. I colori di una ceramica, di una roccia, di un suolo, possono essere adoperati per la loro classificazione o come ulteriore indizio per comprendere le tecniche di produzione di un manufatto. A questo punto la domanda nasce spontanea: come può essere misurato un colore?
La scienza ci dice che la percezione del colore è un fenomeno complesso che coinvolge fisiologia e psicologia: ogni persona vede tonalità differenti a seconda, non solo, delle caratteristiche anatomiche del proprio occhio. Anche esperienze pregresse e bagaglio culturale possono influenzare i nostri sensi. Recenti pubblicazioni ci hanno spiegato come le donne riescano a distinguere un numero maggiore di sfumature rispetto agli uomini e come, forse, chi soffre di depressione avverta il mondo che lo circonda un po’ più in blu.
Come fare a misurare qualcosa di così sfuggente e difficile da incasellare? Numerose sono le teorie del colore sviluppate nei secoli. Solo per citare i più famosi, Aristotele, Newton e Goethe avevano studiato il colore cercando di afferrarne natura e comportamento. È stato però – e probabilmente non a caso – un artista a ideare un modo di descrivere univocamente le lunghezze d’onda visibili all’occhio umano.
Albert Henry Munsell nacque a Boston, nel Massachussets, nel lontano 1858. Era un artista e insegnò presso quello che oggi è il Massachusetts College of Art and Design. Divenne famoso quando, nei primi anni del ‘900, con la pubblicazione dell’opera “A color notation”, espose la propria teoria del colore, nel tentativo di unificare anni di dissertazioni scientifiche e artistiche.
Il sistema ideato da Munsell è basato su un modello tridimensionale in cui ogni colore è identificato mediante tre attributi: tinta, luminosità e saturazione. La tinta è quell’aspetto che ci permette di discriminare il rosso dal verde, il blu dal verde e così via.
Fonte: www.munsell.com . La figura mostra la sezione orizzontale del solido di Munsell legata all’attribuzione della tinta (in inglese Hue). Vi sono il rosso (R, red), il giallo (Y, yellow),il verde (G, green),il blu (B, blue) e il violetto (P, purple), proprio nell’ordine in cui si presentano in un arcobaleno o quando la luce bianca attraversa un prisma, scomponendosi. Si possono mescolare colori adiacenti e ottenere variazioni continue da una tinta a un’altra, degli intermedi, ossia giallo-rosso (YR), verde-giallo (GY), blu-verde (BG), violetto-blu (PB) e rosso-violetto (RP).
La seconda proprietà è la luminosità, valore che muta verticalmente all’interno del solido di Munsell. La scala di valori relativi alla luminosità (Value) va da zero (nero) al 10 (bianco). Per poter proseguire è necessario sottolineare che esistono i grigi, chiamati colori neutri o acromatici, che non hanno tinta, e i colori che hanno valore di tinta, i colori cromatici. La scala di valori della luminosità può essere applicata sia ai colori cromatici sia a quelli neutri.
Fonte: www.munsell.com La luminosità (Value) all’interno del solido di Munsell.
Infine c’è la saturazione, la deviazione del colore che stiamo misurando dal corrispondente neutro che ha la stessa luminosità. Per capire meglio questo concetto si può fare un piccolo esperimento: partendo da un pigmento acrilico grigio, si aggiunge gradualmente del rosso. Vedrete che il colore diverrà sempre più vivido e la saturazione aumenterà.
Fonte: www.munsell.com . L’immagine mostra la variazione di saturazione (Chroma) all’interno del solido di Munsell. Le unità sono costanti ma la scala ha un inizio (lo zero) e non un termine fissato in quanto la produzione di nuovi colori fa sì che il limite superiore possa essere sempre superato (pensate, in questo caso, ai materiali fluorescenti).
Tutti i colori si troveranno all’interno di una specifica regione dello spazio di colore ideato da Munsell. Arrivati a questo punto, come si fa a misurare il colore di un oggetto, un materiale, una superficie? Lo scopriremo nei prossimi post.