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22 Lug 2020

Terremoti “mistici”: il lago di Tiberiade e la Faglia del Mar Morto

Luca Gasperini

Luca Gasperini
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“Quando Israele uscì dall’Egitto [….] il mare vide e si ritrasse, il Giordano si volse indietro, le montagne saltellarono come arieti, le colline come agnelli di un gregge. Che hai tu, mare, per fuggire, e tu, Giordano, per volgerti indietro? Perché voi, montagne, saltellate come arieti e voi, colline, come agnelli di un gregge? Trema, o terra, davanti al Signore, davanti al Dio di Giacobbe, che muta la rupe in un lago, la roccia in sorgenti d’acqua”.

È questo, parte del Salmo 113, In exitu Israel de Aegypto, intonato anche nella Divina Commedia di Dante dalle anime che devono raggiungere la spiaggia del Purgatorio. Per un geologo che si occupa di terremoti non è difficile rintracciare in questi versi poetici la descrizione molto dettagliata di un forte evento sismico, probabilmente accompagnato da maremoto, quasi una cronaca in diretta resa nella Bibbia utilizzando gli strumenti evocativi di un popolo di pastori.
Anche se lo scopo dell’autore/degli autori era celebrare l’esodo degli Ebrei dalla schiavitù in Egitto e l’arrivo nella Terra Promessa, come mai ritroviamo elementi geologici così vividamente descritti nella tradizione di quel popolo?

 

Terremoti in Medio Oriente: la Faglia del Mar Morto

Il Medio Oriente e la Palestina sono attraversati da una gigantesca struttura geologica, la cosiddetta Faglia del Mar Morto, che corre per un migliaio di km all’interno della costa orientale del Mediterraneo, dalla Penisola arabica all’Anatolia. La faglia ha creato una profonda valle, centinaia di metri al di sotto del livello del mare, attraversata dal Fiume Giordano e occupata dalla depressione del Mar Morto, il punto più profondo sulla superficie terrestre. Questo territorio ha una storia millenaria legata alla sua particolare conformazione geologica. La grande faglia infatti è un corridoio naturale, utilizzato da uomini e animali fin dalla Preistoria per le migrazioni da e verso il continente africano.
Naturalmente, questa morfologia così unica è l’espressione più superficiale dell’attività tettonica della faglia, che fin dal lontanissimo passato è stata sede di forti terremoti profondamente intrecciati con la storia e la cultura dei popoli.
Una recente ricerca di un team internazionale ha individuato elementi importanti per comprendere l’evoluzione della Faglia del Mar Morto in un sito particolarmente evocativo come il Lago di Tiberiade (o Mare di Galilea). Utilizzando metodi multidisciplinari, geofisici, geologici e geochimici, è stata individuata una nuova struttura geologica, che è stata chiamata la Faglia di Cafarnao, perché si propaga dal Lago di Tiberiade verso il famoso villaggio sede della predicazione di Gesù di Nazareth e oggi meta di pellegrinaggi da tutto il mondo.
Il lavoro, pubblicato su una rivista del gruppo Nature, ha messo in evidenza la grande attività, e quindi la pericolosità, di questa struttura*. Gli scienziati sono stati molto “fortunati”, perché durante le campagne di ricerca si è verificata una piccola crisi sismica che ha permesso di caratterizzarne in grande dettaglio la struttura e le sue relazioni con la circolazione dei fluidi nel sottosuolo e con il sistema di faglie sismogenetiche che attraversa la regione.
È interessante notare come questo e molti altri luoghi sulla Terra colpiti da fenomeni naturali estremi siano stati anche la culla di un profondo misticismo, come per esempio tutto il bacino del Mediterraneo, con i suoi vulcani terremoti e tsunami, le isole giapponesi, la catena himalayana o il Centro America, facendo pensare che la dimensione ultraterrena sia meglio percepita attraverso la consapevolezza dei limiti umani di fronte alla potenza della Natura.

 

lago okSchema geologico semplificato del Lago di Tiberiade

 

 

* https://rdcu.be/b5JgY

Luca Gasperini
Luca Gasperini
Luca Gasperini è ricercatore presso l'Istituto di Scienze Marine (ISMAR-CNR) di Bologna, dove si occupa di geologia/geofisica marina. Ha pubblicato articoli scientifici e divulgativi in molti settori, tra i quali la geologia oceanica, la paleosismologia e i metodi geofisici. Tiene un corso di geofisica presso l'Università di Bologna.
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