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02 Lug 2019

C’era una volta la plastica monouso non biodegradabile

Eleonora Polo

Eleonora Polo
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È difficile dire quando potremo scrivere una fiaba che inizia con questa frase, ma quest’anno l’Europa ha sicuramente compiuto un passo importante in questa direzione: il 27 marzo, con 560 voti a favore, 35 contrari e 28 astensioni, il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva 2019/904 sulla riduzione dell’impatto di alcuni prodotti di plastica sull’ambiente. Entrerà in vigore domani, 3 luglio 2019, e gli Stati membri avranno due anni di tempo per renderla operativa.

È difficile dire quando potremo scrivere una fiaba che inizia con questa frase, ma quest’anno l’Europa ha sicuramente compiuto un passo importante in questa direzione: il 27 marzo, con 560 voti a favore, 35 contrari e 28 astensioni, il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva 2019/904 sulla riduzione dell’impatto di alcuni prodotti di plastica sull’ambiente. Entrerà in vigore domani, 3 luglio 2019, e gli Stati membri avranno due anni di tempo per renderla operativa.

 

L’obiettivo primario è prevenire e ridurre il contributo europeo alla macroplastica nell’ambiente marino, colmando le lacune della legislazione attuale e integrando le misure su microplastiche e plastica oxo-degradabile (con additivi che ne accelerano la degradazione in frammenti più piccoli). È uno strumento valido per sostenere un modello di economia circolare che privilegi prodotti e sistemi riutilizzabili, sostenibili e non tossici, limitando l’impiego dei prodotti monouso. La necessità di trovare materiali alternativi costituirà uno stimolo all’innovazione tecnologica e all’adozione di comportamenti più responsabili da parte di tutti i cittadini.

 

In particolare saranno vietati dieci articoli di plastica monouso (86% della produzione totale) che rappresentano il 70% dei rifiuti marini e il 43% di quelli rinvenuti sulle spiagge europee: piatti e posate, cannucce, aste a sostegno dei palloncini, bastoncini cotonati (cotton fioc), mescolatori per bevande, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso.

 

Sono esclusi i dispositivi per uso medico o professionale. Non spariranno i bicchieri monouso nei distributori di bevande né sarà obbligatorio sostituirli con quelli di carta, anche se entro il 2026 dovranno essere ridotti in tutti i canali di distribuzione. Restano le bottiglie in PET, ma entro il 2025 la raccolta differenziata dovrà raggiungere il 77% e per un quarto dovranno essere costituite da plastica riciclata. Tappi e coperchi che contengono una percentuale significativa di plastica potranno essere immessi sul mercato solo se possono restare attaccati al contenitore durante l’uso.

 

L’accordo rafforza l’applicazione del principio “chi inquina paga”, introducendo un regime di responsabilità estesa per i produttori di tutti questi articoli, dei filtri di sigaretta e delle reti da pesca (27% dei rifiuti marini), perché ne sostengano i costi di recupero. Saranno anche obbligati a rivedere i requisiti di fabbricazione e di marcatura per facilitare la raccolta differenziata e il riciclo e dovranno informare i consumatori sull’impatto provocato dalla dispersione nell’ambiente di sigarette, bicchieri in plastica, salviettine umidificate, pannolini e assorbenti.

 

Secondo la relatrice Frédérique Ries (ALDE, Belgio), “questa legislazione ridurrà il danno ambientale di 22 miliardi di euro, il costo stimato dell’inquinamento da plastica in Europa fino al 2030. L’Europa dispone ora di un modello legislativo da difendere e promuovere a livello internazionale, data la natura globale del problema dell’inquinamento marino causato dalle materie plastiche. Ciò è essenziale per il pianeta”.

 

Credits immagine: foto di Catherine Sheila da Pexels

Eleonora Polo
Eleonora Polo
Eleonora Polo, chimica, è ricercatrice presso l'ISOF-Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del CNR (Bologna). Professoressa a contratto per il corso di Didattica della Chimica presso l'Università degli Studi di Ferrara, affianca all'attività di ricerca la divulgazione scientifica attraverso la pubblicazione di articoli (AIM Magazine, La Nuova Secondaria, Sapere), la partecipazione a iniziative come Unijunior, Progetto Lauree Scientifiche, Festival della Scienza di Genova, Linguaggio della Ricerca, Notte dei Ricercatori e progetti europei (RM@Schools). Con il libro "C'era una volta un polimero" (Apogeo Education, 2013) si è classificata terza al Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2014. Per Dedalo ha pubblicato L’isola che non c’è (2020) e Un oceano di plastica (2021).      
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