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20 Mar 2014

Caro Sapere, è un vero piacere

Giovanni Filocamo

Giovanni Filocamo
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Quando ci si incontra per la prima volta, molto spesso, ci si stringe la mano. La stretta di mano è un gesto antichissimo e carico di significati. Ho il piacere di cominciare questa rubrica offrendo una stretta di mano… un po’ matematica. Tranquilli, non si tratta di dare i numeri in base 5, ma di provare a risolvere questo piccolo problema: a una festa si ritrovano 9 persone, alcune delle quali non si conoscono. Cominciano le presentazioni con le strette di mano. È possibile che ognuno dei partecipanti stringa la mano esattamente tre volte? 

Quando ci si incontra per la prima volta, molto spesso, ci si stringe la mano. La stretta di mano è un gesto antichissimo e carico di significati. Ho il piacere di cominciare questa rubrica offrendo una stretta di mano… un po’ matematica. Tranquilli, non si tratta di dare i numeri in base 5, ma di provare a risolvere questo piccolo problema: a una festa si ritrovano 9 persone, alcune delle quali non si conoscono. Cominciano le presentazioni con le strette di mano. È possibile che ognuno dei partecipanti stringa la mano esattamente tre volte?

 

La soluzione (per cui se volete provare a risolverlo fermatevi)

Se ognuno stringesse la mano 3 volte, ci sarebbero un totale di 3 •9 = 27 strette di mano. Ma a ogni stretta di mano il numero totale delle strette aumenta di due unità. La risposta quindi è no, in quanto non è possibile avere un risultato dispari. Qui vediamo uno degli aspetti importanti della matematica e cioè che, oltre al fatto che siamo dentro il calcolo combinatorio, prima di imbarcarsi nell’avventura di risolvere un problema, magari per fare un modello della realtà, è spesso necessario verificare se è possibile risolverlo oppure no (con il prossimo articolo vedremo una cosa simile ma che avviene sulla scacchiera).

 

La stretta di mano perfetta

A proposito di modelli della realtà, è stata costruita la formula per la perfetta stretta di mano da qualcuno che di strette di mano, a quanto pare, se ne intende parecchio: si tratta di Geoffrey Beattie, della facoltà di scienze psicologiche presso l’Università di Manchester.
La formula serve per calcolare la variabile PH, che sta per “Perfect Handshake”, ed è incredibilmente lunga, con tantissimi parametri e ognuno declinato nel “modo giusto”, cioè sotto radice, con vari coefficienti, con varie potenze etc.
Speriamo che prima di aver risolto questo problema abbiano almeno controllato se fosse possibile farlo!

Giovanni Filocamo
Giovanni Filocamo
Laureato in fisica, dal 2012 segue il dottorato di ricerca in matematica.  Dal 2002 si occupa di divulgazione e comunicazione della scienza. Dal 2005 è un ideatore e il project manager di "MateFitness, la palestra della matematica", un progetto di divulgazione e diffusione della matematica organizzato dal CNR. 
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