Cleve Backster è il fondatore del programma della Cia che si basa sull’uso del poligrafo, ovvero della macchina della verità. Tuttavia, è probabilmente diventato molto più celebre per essere l’uomo che “parlava con le piante”.
Cleve Backster è il fondatore del programma della Cia che si basa sull’uso del poligrafo, ovvero della macchina della verità. Tuttavia, è probabilmente diventato molto più celebre per essere l’uomo che “parlava con le piante”. Dobbiamo a lui, infatti, la nascita del controverso concetto della “percezione primaria” dei vegetali. “Non potevo chiamarla percezione extrasensoriale perché le piante non hanno i cinque sensi” dirà Backster in un’intervista rilasciata oltre trent’anni dopo l’esperienza che gli suggerì che le piante provano emozioni, come la paura o la noia, e addirittura riescono quasi a leggere nel pensiero.
La Dracena sensitiva
Quel 2 febbraio del 1966, Backster si trovava nel suo ufficio della Backster School of Lie Detection, sulla West 46th Street di New York City. Aveva lavorato fino a poche ore prima, restando sveglio tutta la notte. In un angolo della stanza, Backster si soffermò su una pianta di Dracena e gli venne in mente di applicare all’estremità delle sue lunghe foglie gli elettrodi del poligrafo. Non per interrogarla, ovviamente, ma per tentare di misurare, mediante la variazione di conduttività elettrica, quanto tempo impiega l’acqua a risalire dalle radici alle foglie. La pianta, con sua grande sorpresa, produsse un tracciato poligrafico simile a quello di un uomo. Fece quindi diverse prove, immergendo le foglie nel caffè caldo, e notando una risposta che richiamava la “noia” umana. Quando semplicemente immaginò di bruciare le foglie, l’ago schizzò come impazzito. “La penna balzò improvvisamente fuori dal diagramma”. La pianta continuò a versare in questo stato di terrore quando Backster andò a prendere dei fiammiferi, ne accese uno e le si avvicinò, e si “calmò” solo quando spense il cerino e portò la scatoletta in un’altra stanza. In un successivo esperimento, l’uomo bollì dei gamberetti vivi e il truculento spettacolo sembrò indurre nuovamente grande sofferenza nella pianta. Era dunque possibile che le piante avessero una qualche forma di empatia, di sensitività, oltre che di telepatia, riuscendo a percepire anche mere intenzioni minacciose?
Legame di sangue
Successivamente, Backster si fece promotore nella comunità scientifica della teoria della “percezione primaria” riscuotendo l’interesse di alcune riviste, come l’International Journal of Parapsychology e di alcuni scienziati di psicotronica sovietici. Incoraggiato, ampliò i suoi esperimenti e installò sensori su batteri dello yogurt, uova, sperma umano e anche cellule del sangue. Singolarmente, Backster documentò una sorta di legame “a distanza” tra le cellule ematiche di un individuo e i suoi cambiamenti di umore, che si riflettevano sulla conduttività delle cellule anche quando il campione di sangue si trovava a centinaia di chilometri dal soggetto. La teoria di Backster non trovò mai conferma da parte della scienza ufficiale, un destino comune a quasi tutte le “scoperte” parapsicologiche: alcuni sostennero che i poligrafi reagissero, semplicemente, all’accumulo di elettricità statica nella stanza e altri, più pittorescamente, azzardarono che Backster fosse dotato di telecinesi. Eppure ancora oggi è possibile trovare qualcuno, in buona salute mentale, che ama intrattenere lunghe e stimolanti conversazioni con il proprio Ficus Benjamin.
[in foto: Backster durante uno dei suoi esperimenti. Immagine Henry Groskinsky/Time Life Pictures/Getty Images]