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31 Ago 2018

Cooperazione ed egoismo: la fisica statistica per spiegare il comportamento dei gruppi umani

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Cooperare è fondamentale affinché le società umane possano vivere e prosperare ed è decisivo per superare le sfide sociali che al giorno d’oggi si presentano. Come si riesce a cooperare e come è possibile mantenere questa condizione? Questo quesito è al centro di ricerche nell’ambito delle scienze biologiche e sociali. Uno studio condotto dal Laboratorio di intelligenza artificiale della NASA in collaborazione con l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-ISTC) di Roma e l’Università di Cartagena in Colombia, pubblicato sulla rivista Physical Review, ha messo in luce per la prima volta l’esistenza di un punto critico nei sistemi cooperativi umani, mostrando il ruolo cruciale giocato dalle norme sociali.

Cooperare è fondamentale affinché le società umane possano vivere e prosperare ed è decisivo per superare le sfide sociali che al giorno d’oggi si presentano. Come si riesce a cooperare e come è possibile mantenere questa condizione? Questo quesito è al centro di ricerche nell’ambito delle scienze biologiche e sociali. Uno studio condotto dal Laboratorio di intelligenza artificiale della NASA in collaborazione con l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-ISTC) di Roma e l’Università di Cartagena in Colombia, pubblicato sulla rivista Physical Review, ha messo in luce per la prima volta l’esistenza di un punto critico nei sistemi cooperativi umani, mostrando il ruolo cruciale giocato dalle norme sociali.

 

Norme sociali per favorire la cooperazione

 

Per spiegare la cooperazione all’interno di gruppi umani, gli scienziati hanno recentemente riconosciuto l’importanza delle norme sociali come soluzione per la maggior parte dei problemi di azione collettiva a scala locale e globale. Di quale tipo di questioni parliamo? Alcuni esempi sono la gestione delle risorse idriche, la riduzione di fumatori nei luoghi pubblici oppure la modificazione delle pratiche per la fertilità. Però, sino a ora, non vi era un modello comprovato degli effetti delle norme sociali sulla cooperazione umana.
 

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Il punto critico

 

Secondo lo studio pubblicato su Physical Review, i gruppi umani possono raggiungere un punto critico simile a quello che caratterizza i sistemi biologici altamente organizzati, come quelli di api o formiche: per la prima volta un modello di fisica statistica mostra il ruolo rilevante giocato dalle norme sociali nel favorire la cooperazione e la sua stabilità. “Il concetto di punto critico è mutuato dalla fisica statistica”, ha spiegato Giulia Andrighetto, ricercatrice CNR-ISTC, “e indica lo stato di un sistema posto esattamente al confine tra due fasi differenti, che ha come caratteristica quella di aumentare l’adattabilità del sistema a perturbazioni esterne. Nel nostro lavoro mostriamo per la prima volta come anche gruppi di umani che cooperano possano raggiungere un punto critico: ciò avviene quando i membri, nei loro comportamenti, tengono in considerazione le norme sociali del gruppo”.

 

Come le api e le formiche

 

Per ottenere questo risultato il team di ricerca ha sviluppato un modello di fisica statistica della cooperazione umana. “Nel modello gli agenti decidono se cooperare o meno, bilanciando egoismo e aderenza alle norme sociali. In questo modo siamo stati in grado di riprodurre le scelte che i soggetti umani avevano preso in recenti esperimenti di laboratorio su larga scala condotti in Spagna da Gracia-Lázaro e colleghi, nei quali veniva chiesto loro di partecipare al ‘dilemma del prigioniero’, il classico gioco usato per studiare la cooperazione che utilizza una ricompensa di natura economica”, ha proseguito la ricercatrice del CNR. “I risultati del nostro lavoro confermano e forniscono un supporto sperimentale all’idea che gli esseri umani, decidendo se cooperare o meno, bilanciano i possibili guadagni economici e la conformità alle norme del gruppo. Infine, lo studio ha permesso di evidenziare l’esistenza di un punto critico nei sistemi cooperativi umani, rilevato fino ad ora solo in gruppi animali altamente sociali come le api o le formiche, caratteristica che aiuterebbe a spiegare la grande flessibilità e capacità di tali sistemi di adattarsi a cambiamenti esterni”.
Lo studio valuta, quindi, i meccanismi e le dinamiche che regolano gli individui in quanto animali sociali. “Ricerche di questo genere potrebbero fornire in futuro strumenti di governance utili per promuovere quel sottile equilibrio tra interesse individuale e collettivo che è alla base della cooperazione umana”, ha concluso Andrighetto.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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