Proteggere le nostre specie. Questo è l’obiettivo della campagna di sensibilizzazione promossa quest’anno in occasione dell’Earth Day, la Giornata della Terra, che da anni riunisce – il 22 aprile – tutti coloro che desiderano celebrare il nostro pianeta e sostenerne la salvaguardia. La sesta estinzione di massa è ormai in atto e, solo di recente, è stata evidenziata la scomparsa di una parte del regno animale spesso ignorata ma sulle cui spalle pesano intere catene alimentari. Stiamo parlando degli insetti. Alcuni studi e articoli hanno evidenziato come questa classe di animali sia in uno stato di minaccia e quali siano le cause di quella che è stata definita da alcuni come una vera apocalisse.
Proteggere le nostre specie. Questo è l’obiettivo della campagna di sensibilizzazione promossa quest’anno in occasione dell’Earth Day, la Giornata della Terra, che da anni riunisce – il 22 aprile – tutti coloro che desiderano celebrare il nostro pianeta e sostenerne la salvaguardia. La sesta estinzione di massa è ormai in atto e, solo di recente, è stata evidenziata la scomparsa di una parte del regno animale spesso ignorata ma sulle cui spalle pesano intere catene alimentari. Stiamo parlando degli insetti. Alcuni studi e articoli hanno evidenziato come questa classe di animali sia in uno stato di minaccia e quali siano le cause di quella che è stata definita da alcuni come una vera apocalisse.
Estinzione di insetti… e di entomologi
La classe degli insetti costituisce circa l’80% delle specie conosciute sulla Terra: più di 900.000 sono state classificate e probabilmente ancora 2 milioni andranno scoperte dagli scienziati. Uno studio pubblicato su Biological Conservation e commentato da riviste quali The Guardian e The Atlantic, sembra aver svelato il declino imminente di questi artropodi. La biodiversità degli insetti sarebbe in pericolo: in questa review di 73 lavori del passato riguardanti la diminuzione a livello globale di questi animali, è riportato che il 40% delle specie di insetti potrebbe scomparire nei prossimi decenni. Negli ecosistemi terrestri saranno Lepidotteri (farfalle e falene), Imenotteri (tra cui le api) e Coleotteri ad avere la peggio, in acqua gli ordini Odonata (le libellule), Plecoptera, Trichoptera e Ephemeroptera. Alcuni scienziati hanno commentato il lavoro, sostenendo che i dati a disposizione sono lacunosi e non permettono delle previsioni così nitide. Sarebbe necessaria una ricerca più sistematica, che coinvolga molte più aree della Terra. Un bel problema considerando che oltre agli insetti, si stanno estinguendo anche gli entomologi, a causa dei tagli ai finanziamenti universitari, negli Stati Uniti come nel resto del mondo.
L’importanza degli insetti e cosa potrebbe causare la loro scomparsa
Gli insetti sono fondamentali per gli ecosistemi in cui vivono perché sono impollinatori, quindi permettono la riproduzione di moltissime specie vegetali; sono essi stessi fonte di cibo per tantissime specie animali, anche per gli uomini, e la loro assenza potrebbe spezzare numerose catene alimentari; sono essenziali per il suolo e il riciclo dei nutrienti e proteggono le coltivazioni da altri insetti e organismi nocivi. Ma a cosa è dovuta questa preoccupante estinzione? Secondo l’articolo pubblicato su Biological Conservation, la prima causa sarebbe la perdita di habitat connessa allo sviluppo dell’agricoltura intensiva. A seguire ci sono l’impiego di pesticidi ed erbicidi, l’introduzione di specie invasive e i cambiamenti climatici.
Un recente esempio italiano
Anche in Italia abbiamo avuto la dimostrazione di quanto l’uso di pesticidi possa danneggiare la vita degli insetti. Un team di ricercatori di ecotossicologia e glaciologia dell’Università Milano Bicocca ha analizzato una carota di ghiaccio prelevata dal ghiacciaio del Lys, nel massiccio del Monte Rosa, e l’acqua di fusione proveniente da sei ghiacciai alpini (Lys nel gruppo del Monte Rosa, Morteratsch nel Massiccio del Bernina, Forni nel gruppo dell’Ortles Cevedale, Presena nel gruppo della Presanella, Tuckett nel gruppo del Brenta e Giogo Alto nel gruppo del Palla Bianca-Similaun). I dati ricavati hanno mostrando una correlazione rilevante tra l’uso dell’insetticida Chlorpyrifos e dell’erbicida terbutilazina nelle aree agricole italiane prossime alle Alpi e le quantità ritrovate nella massa glaciale, dal 1996 a oggi. I risultati, pubblicati sulla rivista Environmental Pollution, hanno evidenziato la presenza di rischio ecologico, legato alle concentrazioni eccezionalmente elevate di Chlorpyrifos nelle acque di fusione dei ghiacciai che metterebbero in pericolo la comunità dei chironomidi, tra cui le specie Diamesa cinerella e Diamesa zernyi.
Cosa possiamo fare noi cittadini?
Come accennavamo nell’introduzione, la Giornata della Terra è alle porte e possiamo cogliere questa occasione per iniziare ad agire e proteggere gli insetti da un’estinzione che sembra ormai imminente. Come? Tra i consigli pubblicati nella pagina ufficiale dell’Earth Day, vi segnaliamo i seguenti:
- sensibilizzate la vostra famiglia, gli amici e i governanti eletti;
- evitate i pesticidi, il rischio associato al loro impiego è di gran lunga maggiore dei benefici a essi associati. Queste sostanze difficilmente eliminano solo la specie target e fanno, invece, strage di insetti, anche quelli preziosi per l’impollinazione e il controllo biologico;
- cercate di scegliere i rimedi naturali, un esempio sono le coccinelle che si nutrono di alcuni ospiti indesiderati (gli afidi) e donano beneficio all’ecosistema locale;
- utilizzate e promuovete i prodotti biologici;
- l’habitat inizia anche nelle nostre case quindi, se avete un giardino, dedicatevi al compostaggio domestico, così da trasformare i vostri rifiuti in fertilizzante, un’ottima casa per gli insetti. Potete anche piantate specie vegetali native del vostro ecosistema locale per aiutare la popolazione di insetti della vostra zona.
Tra gli insetti a rischio ci sono anche le api. Per conoscere parte della loro straordinarietà, vi consigliamo di acquistare e leggere l’articolo di Elisa Frasnelli, “Lateralità cerebrale: anche le api possono essere destrimani”, pubblicato nell’ultimo numero di Sapere.
Credits immagine: foto di Myriams-Fotos da Pixabay