I cambiamenti climatici sono un’emergenza da fronteggiare, determinata dall’attività umana? “Sì”, per i chimici italiani, “ni” per i fisici.
I cambiamenti climatici sono un’emergenza da fronteggiare, determinata dall’attività umana? “Sì”, per i chimici italiani, “ni” per i fisici. Almeno questo è quello che sembra emergere dalle prese di posizione della Società Chimica Italiana (SCI) e della Società Italiana di Fisica (SIF). O meglio, dalla non presa di posizione di quest’ultima.
Mentre la SCI, in un documento, riconosce infatti nei cambiamenti climatici una delle “principali minacce per lo sviluppo sostenibile” e si associa alla necessità, globalmente percepita, di ridurre le emissioni di gas serra e di adottare adeguati piani di adattamento agli impatti negativi previsti dagli attuali modelli climatici, la SIF preferisce non esprimersi in modo così netto.
Alla fine dell’anno scorso, dodici associazioni scientifiche italiane hanno sottoscritto la “Dichiarazione sui cambiamenti climatici” approvata alla vigilia della COP21 di Parigi, con la vistosa eccezione della SIF, che ha fatto togliere il suo logo. Pomo della discordia, una parola: “inequivocabile”.
Nella dichiarazione, presentata in occasione dello “Science Symposium on Climate” che si è tenuto a Roma nella sede FAO, infatti, si trova questo passaggio: “l’influenza umana sul sistema climatico è inequivocabile ed è estremamente probabile che le attività umane siano la causa dominante del riscaldamento verificatosi a partire dalla metà del XX secolo”. Ma, secondo la SIF, “alcune certezze non sono certezze, occorre fare attenzione” ha dichiarato la presidentessa Luisa Cifarelli, che continua: “non esistono le equazioni del clima. E io non mi trovo d’accordo con l’affermazione che il ruolo dell’uomo nel riscaldamento sia inequivocabile”. La SIF avrebbe preferito parole come “verosimiglianza” o “probabilità”, ma la proposta non è stata accolta dagli altri scienziati, anzi Cifarelli è stata, come riferisce lei stessa, “trattata male”.
L’IPCC (Intergovernmental panel on climate change) organo ufficiale dell’ONU e autorità di riferimento in fatto di cambiamenti climatici, sostiene essere “molto probabile che l’influenza umana sia la causa dominante del riscaldamento osservato nel XX secolo”, dove “molto probabile” corrisponde a una probabilità del 95 per cento. E’ sufficiente per usare la parola “inequivocabile”?
Al di là della terminologia, la posizione della SIF è stata molto criticata ed è stata in alcuni casi definita “irresponsabile”, per esempio da Ferdinando Boero, professore di biologia dell’università del Salento e dell’Istituto di scienze marine del Cnr. Quello che è sicuro è che i negazionismi sui cambiamenti climatici non sono certo stati superati e hanno un discreto peso, a livello scientifico e politico, e astensioni come quelle della Società Italiana di Fisica rischiano di alimentare lo scetticismo con gravi effetti sulle politiche ambientali di contenimento di un fenomeno che è tutt’altro che sottovalutabile.
Per saperne di più:
– Misurare la sostenibilità
– Il ponte del consenso e le cause del riscaldamento globale