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20 Feb 2017

Trovati inquinanti tossici banditi negli anni ’70 in creature delle profondità oceaniche

Stefano Pisani

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Scoperta una quantità allarmante di inquinanti tossici – tra cui alcuni messi al bando negli anni ’70 – nei corpi dei crostacei amfipodi che vivono nelle fosse oceaniche profonde dell’Oceano Pacifico.

Scoperta una quantità allarmante di inquinanti tossici – tra cui alcuni messi al bando negli anni ’70 – nei corpi dei crostacei amfipodi che vivono nelle fosse oceaniche profonde dell’Oceano Pacifico. Il team di scienziati della Newcastle University del James Hutton Institute e della University of Aberdeen, utilizzando veicoli che operavano con controllo remoro, ha catturato e sottoposto a test piccoli crostacei nella Fossa delle Marianne e nella Fossa delle Kermadec, che raggiungono circa 9 chilometri di profondità. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution.

 

Inquinamento peggiore di quello dei fiumi più inquinati

“Abbiamo identificato straordinari livelli di inquinanti organici persistenti nella fauna endemica degli amfipodi proveniente da due delle più profonde fosse oceaniche del mondo” scrivono gli autori. La ricerca spiega anche che le creature esaminate sono state comparate con crostacei simili delle acque più inquinate del mondo (come il fiume Liahoe in Cina e la baia Suruga in Giappone) e sono stati trovati livelli superiori di inquinanti nei crostacei delle fosse oceaniche. I livelli di inquinamento industriale negli amfipodi raggiungevano 10 volte quelli della media dei lombrichi nel mondo.

 

Inquinanti degli anni Settanta

Alcune delle sostanze chimiche trovate erano state vietate dagli anni Settanta, inclusi gli eteri di difenile polibromurato (PBDE) e i bifenili policlorurati (PCB). I PBDE sono stati utilizzati come ritardanti di fiamma e i PCB come isolanti elettrici; purtroppo, prima che entrasse in vigore il divieto ne erano state prodotte oltre un milione di tonnellate. Si tratta di inquinanti organici persistenti che sono altamente resistenti al deterioramento naturale. Il team di ricerca ipotizza che le creature teste potrebbero aver mangiato detriti di plastica o carcasse di animali inquinati affondati nelle fosse.

 

[Immagine: credit Uwe Kils / Wikimedia Commons]

Stefano Pisani
Stefano Pisani
Laureato in matematica, è giornalista scientifico freelance, comunicatore scientifico e autore umoristico. 
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