Raccontarsi storie intorno al fuoco, di notte, potrebbe aver aiutato la cultura umana e il pensiero a evolversi, rinforzando le tradizioni sociali, promuovendo l’armonia e l’uguaglianza e diffondendo una sorta di ampio senso di comunità.
Raccontarsi storie intorno al fuoco, di notte, potrebbe aver aiutato la cultura umana e il pensiero a evolversi, rinforzando le tradizioni sociali, promuovendo l’armonia e l’uguaglianza e diffondendo una sorta di ampio senso di comunità. A dirlo, un nuovo studio della University of Utah condotto sulle popolazioni africane Boscimani del Kalahari che ha guadagnato la copertina della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). “Il tempo passato di notte intorno a un focolare – ha spiegato Polly Wiessner, che ha trascorso 40 anni a studiare i Boscimani – è un tempo universalmente utile per rafforzare i legami, per trasmettersi informazioni sociali, per condividere emozioni”. Nella ricerca, Wessner e colleghi hanno analizzato decine di conversazioni diurne e notturne attorno al fuoco dei Boscimani Ju/’hoansi, 4mila dei quali ora vivono nel deserto del Kalahari, in Namibia.
Per questa popolazione, a quanto si legge nello studio, quasi ogni notte si tengono incontri intorno al fuoco, che coinvolgono gruppi fino a 15 persone. Durante questi momenti, si parla di qualunque argomento, da quelli quotidiani come matrimoni, omicidi, incendi, interazioni con altri gruppi, ai miti delle tradizioni. E il team ha notato, tra le altre cose, che le conversazioni diurne registrate erano molto diverse da quelle notturne: le prime, infatti, vertevano nel 34 per cento dei casi su polemiche (denunce, critiche, pettegolezzi) e nel 31 per cento dei casi su questioni economiche. Intorno al focolare, invece, solo in poco più del 10 per cento dei casi si parlava di faccende economiche e ci si lamentava di qualcosa. Le conversazioni notturne intorno al fuoco rinforzavano le istituzioni sociali e i valori del gruppo, compreso quello della solidarietà verso chi era in difficoltà, secondo dinamiche che, probabilmente, riguardarono anche i nostri antichi antenati all’alba delle prime culture sociali e umane.
[foto: copertina di Pnas, foto di Irven DeVore]