“Oggi il ministro Bussetti con mia sorpresa mi ha comunicato la revoca immediata dell’incarico di Presidente Asi. È il primo spoil system di Ente di Ricerca. Grazie alle migliaia di persone con cui ho condiviso quattro anni fantastici di spazio italiano”. È questo il tweet con cui Roberto Battiston, astrofisico italiano e presidente dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), ha comunicato pubblicamente la revoca dal suo ruolo. Quasi un fulmine a ciel sereno, seguito da proteste e riflessioni sul rapporto tra politica e scienza. Purtroppo non è la prima volta che questo accade: dieci anni fa successe a Giovanni Bignami, come racconta Patrizia Caraveo, astrofisica e moglie dello scienziato, nelle pagine de Il Sole 24 Ore.
“Oggi il ministro Bussetti con mia sorpresa mi ha comunicato la revoca immediata dell’incarico di Presidente Asi. È il primo spoil system di Ente di Ricerca. Grazie alle migliaia di persone con cui ho condiviso quattro anni fantastici di spazio italiano”. È questo il tweet con cui Roberto Battiston, astrofisico italiano e presidente dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), ha comunicato pubblicamente la revoca dal suo ruolo. Quasi un fulmine a ciel sereno, seguito da proteste e riflessioni sul rapporto tra politica e scienza. Purtroppo non è la prima volta che questo accade: dieci anni fa successe a Giovanni Bignami, come racconta Patrizia Caraveo, astrofisica e moglie dello scienziato, nelle pagine de Il Sole 24 Ore.
Roberto Battiston revocato dalla presidenza dell’Agenzia Spaziale Italiana
Roberto Battiston è uno scienziato con un curriculum importante: nel 1979 si laurea in Fisica presso la Scuola Normale di Pisa e nello stesso anno vince una borsa di studio per svolgere il perfezionamento in Francia, presso l’Ecole Normale Superieure di Rue D’ Ulm. Nel 1982 ottiene il dottorato presso l’ Università di Parigi IX, Orsay, nel 1983 diventa ricercatore presso l’ Università di Perugia e dieci anni dopo passa al ruolo di professore ordinario in Fisica Generale. Nel 2009 viene eletto presidente della Commissione Nazionale per la Fisica Astroparticellare dell’ INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) per un triennio, poi confermato nel 2012 per un quadriennio; nel 2012 si trasferisce presso il dipartimento di Fisica dell’Università di Trento, per costituire un nuovo Centro Nazionale dell’ INFN, il TIFPA (Trento Institute for Fundamental Physics and Applications), dedicato alla fisica e tecnologia spaziale nel settore delle astroparticelle. Nella stessa città ricopre la cattedra in Fisica Sperimentale. È nel 2014 che la storia di Battiston si incrocia finalmente con quella dell’Agenzia Spaziale Italiana: il ministro Giannini, il 16 maggio, lo nomina presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) per un quadriennio, incarico riconfermato dal ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca uscente, Valeria Fedeli, il 7 maggio 2018.
Le cause: le verifiche sulla nomina e lo spoils system
Secondo quanto riportato dal sito ANSA, tutto sarebbe partito da una verifica formale delle modalità della nomina: la revoca della presidenza nei confronti di Roberto Battiston è stato decisa in seguito a una verifica dell’attività svolta dall’ASI negli ultimi mesi e in attuazione di norme vigenti. Come abbiamo già accennato, la nomina era stata firmata dal ministro Valeria Fedeli il 7 maggio, quindi con un governo che il 4 marzo aveva perso la fiducia degli italiani e agiva in ordinaria amministrazione. Inoltre non era stata sottoposta al parere preventivo e obbligatorio del Comitato interministeriale per le politiche relative all’aerospazio, istituito con la legge 7 2018, entrata in vigore all’inizio del 2018.
Su questa vicenda, però, aleggia l’ombra dello spoils system. Di cosa si tratta? L’articolo 6 della legge 145 del 2002 prevede che: “Le nomine degli organi di vertice e dei componenti dei consigli di amministrazione o degli organi equiparati degli enti pubblici, delle società controllate o partecipate dallo Stato, delle agenzie o di altri organismi comunque denominati, conferite dal Governo o dai Ministri nei sei mesi antecedenti la scadenza naturale della legislatura, computata con decorrenza dalla data della prima riunione delle Camere, o nel mese antecedente lo scioglimento anticipato di entrambe le Camere, possono essere confermate, revocate, modificate o rinnovate entro sei mesi dal voto sulla fiducia al Governo. Decorso tale termine gli incarichi per i quali non si sia provveduto si intendono confermati fino alla loro naturale scadenza. Le stesse disposizioni si applicano ai rappresentanti del Governo e dei Ministri in ogni organismo e a qualsiasi livello, nonché ai componenti di comitati, commissioni e organismi ministeriali e interministeriali, nominati dal Governo o dai Ministri”. Quindi un provvedimento del tutto legale anche se, la sentenza 3277/2003 del TAR del Lazio, ricorda che è necessario evitare di descrivere questo articolo con il nome di spoils system, un istituto particolare che non ha corrispondenza nella consuetudine giuridica italiana. Sempre dal testo della sentenza: “Esso si rende necessario quando, a seguito di una (ovviamente ponderata) valutazione della personalità del soggetto nominato dal precedente Governo, risulti ragionevole il convincimento (non è sufficiente il mero sospetto) che la sua attività di direzione non sia esercitata con il connotato della imparzialità e nel pieno rispetto delle regole del buon andamento, che comprendono la legittimità e la opportunità delle scelte in sintonia con gli indirizzi politici del Governo in carica. Oggetto della valutazione è, pertanto, l’idoneità tecnica del dirigente a fornire leale e fattiva collaborazione al perseguimento degli obiettivi del potere esecutivo. Nella sostanza la legge 145 del 2002 attribuisce al nuovo Governo un potere di verifica della fedeltà del funzionario e della sua capacità di godere di piena fiducia. È bene sottolineare che non si tratta di fiducia politica ovvero, peggio ancora, di fedeltà politica“. A questo punto c’è da chiedersi se Roberto Battiston che, tra gli altri successi, nei primi quattro anni del suo mandato ha visto l’occupazione nel settore aerospaziale superare la crescita dell’1%, con livelli del 20% nelle piccole e medie imprese, meritasse un’azione del genere.
La storia si ripete: il caso di Giovanni Bignami
Purtroppo non è la prima volta che l’Agenzia Spaziale Italiana è teatro di conflitti tra politica e scienza. Lo racconta Patrizia Caraveo, moglie di Giovanni Bignami, astrofisico, divulgatore e presidente dell’ASI dal 16 marzo 2007 al 1° agosto 2008. Sulle pagine de Il Sole 24 Ore, la scienziata commenta: “Posso immaginare cosa deve avere provato Roberto Battiston quando ha ricevuto la notizia perché dieci anni fa è successo lo stesso a mio marito, Giovanni Bignami. Nel suo caso non si potevano invocare irregolarità nella nomina, visto che era a metà mandato, semplicemente era cambiato il governo e, allora come ora, la poltrona di presidente di ASI fa gola ai politici. Poco importa se si sia fatto bene o male. Il tanto decantato merito passa in seconda linea. Mi sembra veramente ingiusto, però, insinuare che Roberto Battiston non avesse la fiducia degli italiani, come ho letto da qualche parte a sostegno della posizione del MIUR. Il Presidente di un ente di ricerca, quale è l’ASI, non è un politico e non viene eletto a suffragio universale”.
La nostra redazione vuole ricordare Giovanni Bignami, scomparso l’anno scorso, consigliandovi l’articolo scritto da lui, pubblicato sul numero di Sapere di dicembre 2016, “Progetto Marte: tra fantascienza e realtà”.
Immagine di copertina: Italia dalla Stazione Spaziale. Credits: Scott Kelly, ASI