La felicità è una delle emozioni più desiderate e sfuggenti: indefinita, soggettiva, intima, sicuramente difficile da descrivere per chiunque. Invece sembra che esista un modo per misurarla. Avete mai sentito parlare del World Happiness Report?
La felicità è una delle emozioni più desiderate e sfuggenti: indefinita, soggettiva, intima, sicuramente difficile da descrivere per chiunque. Invece sembra che esista un modo per misurarla. Avete mai sentito parlare del World Happiness Report?
Una relazione annuale e le variabili in gioco
Il Rapporto Mondiale sulla Felicità – World Happiness Report – del 2017 è stato redatto dal Sustainable Development Solution Network, con il patrocinio delle Nazioni Unite, ed è una classifica di ben centocinquantacinque Paesi in base al loro livello di felicità. Quali sono i fattori che determinano se una nazione è, più o meno, felice? Le variabili utilizzate nel documento sono:
- il PIL, Prodotto Interno Lordo pro capite, corretto in base al potere d’acquisto;
- l’aspettativa di una vita sana;
- le relazioni sociali positive (la domanda a cui ha risposto il campione preso in considerazione è stata “Se dovessi avere dei problemi, hai parenti o amici su cui puoi contare nel momento del bisogno o no?”);
- la libertà di vivere il tipo di esistenza che riteniamo giusta per noi;
- la generosità;
- la percezione della corruzione;
- le emozioni positive legate all’esperienza di tutti i giorni;
- le emozioni negative legate all’esperienza di tutti i giorni.
Questi indicatori sono collegati all’organizzazione statale e ai valori culturali di ciascun territorio. Prima di scoprire in quale posizione si trova l’Italia – per chi di voi già non la conoscesse – capiamo come anche nel nostro Stato si stia cercando di sviluppare una definizione condivisa del progresso e del benessere della società, che vada al di là del PIL.
Una lente d’ingrandimento sull’Italia
L’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) e il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) presentano dal 2010 il Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile, BES, che si basa su dodici dimensioni del benessere:
- salute;
- istruzione e formazione;
- lavoro e conciliazione tempi di vita;
- benessere economico;
- relazioni sociai;
- politica e istituzioni;
- sicurezza;
- benessere soggettivo;
- paesaggio e patrimonio culturale;
- ambiente;
- ricerca e innovazione;
- qualità dei servizi.
Alla fine a cosa servono tutti questi numeri, a livello globale o nazionale? Gli indicatori statistici rivestono il ruolo di strumenti per orientare i processi decisionali, in base ai risultati ottenuti e analizzati attraverso la misurazione, il monitoraggio e l’interpretazione di grandezze complesse che inquadrino il progresso sociale ed economico.
Per scoprire i risultati del BES 2016, potete consultare una presentazione di facile lettura qui.
And the winner is…
Il paese più felice del mondo è la Norvegia seguito da Danimarca, Islanda, Svizzera, Finlandia, Paesi Bassi; Canada, Nuova Zelanda; Australia e Svezia, solo per citare la “top 10”. E l’Italia? È al quarantottesimo posto, riuscendo a guadagnare due posizioni rispetto al rapporto del 2015. Riusciremo a scalare ulteriormente la classifica nei prossimi anni? Ai posteri l’ardua sentenza.
Se non siete sazi di numeri e statistiche vi aspetta l’articolo “Come misurare la felicità” di Vincenzo Palermo sul numero di Sapere di agosto.