Skip to main content

03 Feb 2017

I sondaggi? Il modo migliore per prevedere i risultati elettorali

Home News Scienza & Società

La recente vittoria a sorpresa di Donald Trump è stata vista da alcuni come la prova che i sondaggi elettorali non funzionano. Un nuovo studio scopre invece che sono stati sviluppati modelli previsionali che utilizzano i dati di polling globale per arrivare a predire correttamente fino al 90 per cento dei risultati elettorali (in tutto il mondo).

La recente vittoria a sorpresa di Donald Trump è stata vista da alcuni come la prova che i sondaggi elettorali non funzionano. Un nuovo studio scopre invece che sono stati sviluppati modelli previsionali che utilizzano i dati di polling globale per arrivare a predire correttamente fino al 90 per cento dei risultati elettorali (in tutto il mondo).

 

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science e gli studiosi del Center for International and Comparative Studies della University of Houston, guidati da Ryan Kennedy, si sono concentrati sulle elezioni in cui si eleggeva direttamente il candidato che poi sarebbe andato a ricoprire la carica. Secondo i ricercatori, i dati dei sondaggi elettorali, usati correttamente sono i migliori strumenti di predizione degli esiti elettorali.

 

Accuratezza fino al 90 per cento

Gli scienziati hanno testato un modello previsionale come parte di un progetto sponsorizzato dall’Intelligence Advanced Research Projects Activity dell’Office of the Director of National Intelligence. I ricercatori hanno esaminato le previsioni fatte due settimane prima delle elezioni in America Latina nel 2013 e 2014 e hanno verificato che la previsione era rispettata in 10 elezioni su 11 (ossia, il 90,9 per cento delle volte). Un secondo test ha riguardato le previsioni in tempo reale per tutte le elezioni dirette globali di medio termine cominciate nel 2013 e il tasso di successo era dell’80,5 per cento.

 

Correlazioni interessanti

Il modello verificato è stato sviluppato utilizzando un set di dati elettorali che copriva 621 elezioni in 86 paesi tra il 1945 e il 2012 e un insieme di dati differenti che incorporava risultati di sondaggi relativi a 146 elezioni.
Gli scienziati hanno trovato alcune interessanti correlazioni: più il regime politico era aperto e minori erano le probabilità che il partito in carica si riconfermasse; inoltre, avere buone relazioni con gli Stati Uniti aumentava le probabilità che il partito al potere mantenesse la sua posizione. Le analisi hanno anche rivelato che, anche con pochi sondaggi a disposizione, in elezioni presidenziali era comunque possibile formulare previsioni che avevano un grande grado di correttezza.

 

La crescita economica non incide

Sorprendentemente, hanno mostrato una debole capacità predittiva. Gli scienziati hanno infatti scoperto che la crescita economica aveva un piccolo impatto sui risultati elettorali. “Non abbiamo scoperto una grande influenza della crescita economica sul risultato elettorale, anche l’inflazione aveva poco impatto” scrivono gli autori.

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
DELLO STESSO AUTORE

© 2024 Edizioni Dedalo. Tutti i diritti riservati. P.IVA 02507120729