Ieri è stato il primo giorno di scuola per tanti studenti italiani e oggi arriva uno studio pubblicato dall’OCSE da cui emergerebbe che l’uso dei computer in classe non sortirebbe l’effetto sperato di migliorare il rendimento scolastico.
Ieri è stato il primo giorno di scuola per tanti studenti italiani e oggi arriva uno studio pubblicato dall’OCSE da cui emergerebbe che l’uso dei computer in classe non sortirebbe l’effetto sperato di migliorare il rendimento scolastico – anzi, in alcuni casi arriverebbe a peggiorarlo.
Il rapporto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha esaminato l’impatto della tecnologia nelle scuole di tutto il mondo e ha scoperto che circa il settantacinque per cento degli alunni dei paesi esaminati usava il computer a scuola, ma non c’era alcun miglioramento degno di nota nel suo profitto.
Mentre gli studenti dei paesi occidentali trascorrono più tempo utilizzando le tecnologia durante l’orario scolastico (circa 58 minuti al giorno in Australia, 42 in Grecia e 39 in Svezia) è in alcune regioni dell’Asia, in cui la tecnologia è parte integrante della vita al di fuori della scuola ma relativamente assente nelle ore di lezione, che si ha il miglioramento più consistente del rendimento scolastico generale. Quanto dovrebbe, quindi, essere usato il computer nelle aule scolastiche? La virtù potrebbe stare nel mezzo. Secondo il rapporto, infatti, gli studenti che usano moderatamente il computer a scuola tendono a fare meglio di quelli che lo usano di rado e significativamente meglio di quelli che lo usano più di frequente.
Lo studio ha misurato l’impatto dell’uso della tecnologia a scuola sui risultati di test internazionali, compresi i test per la determinazione delle competenze digitali. I sistemi di istruzione che hanno pesantemente investito in tecnologie dell’informazione e della comunicazione non hanno registrato “alcun miglioramento notevole” in lettura, matematica e scienze. L’OCSE ha incoraggiato le scuole e gli insegnanti a lavorare insieme per sfruttare meglio il potenziale delle tecnologie, in modo da farle diventare uno strumento più potente per l’apprendimento.