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01 Apr 2016

Cinque pesci d’aprile “scientifici” che hanno fatto la storia

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Oggi è il primo aprile e il pesce d’aprile è una tradizione a cui non ci si può sottrarre. Nemmeno nel mondo della scienza, che negli anni ha prodotto burle veramente notevoli. Ecco cinque pesci d’aprile scientifici che hanno lasciato il segno…

Oggi è il primo aprile e il pesce d’aprile è una tradizione a cui non ci si può sottrarre. Nemmeno nel mondo della scienza, che negli anni ha prodotto burle veramente notevoli. Ecco cinque pesci d’aprile scientifici che hanno lasciato il segno…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ipotesi di Riemann
Nel 1997, Enrico Bombieri si fece garante di una notizia destinata a sconvolgere il mondo della matematica. La famosa “Ipotesi di Riemann”, argomento su cui il professore di Princeton, unica medaglia Fields italiana, è praticamente il massimo esperto mondiale, era stata dimostrata. L’annuncio apparve anche sul sito web del Congresso Internazionale dei Matematici che si sarebbe tenuto l’anno successivo a Berlino. Bombieri raccontava di un giovane fisico che aveva sfruttato i “sistemi supersimmetrici fermionico-bosonici” per attaccare, ed espugnare, la famosa congettura. Peccato però che la primissima e-mail che aveva inviato recasse come data il primo aprile.

 

 

 

Il ritorno dei mammut 
Il primo aprile 1984, la rivista Technology Review del MIT pubblicò un lavoro di una coppia di scienziati, un sovietico e un americano (e già qui c’era puzza di bufala…), che avevano inserito il DNA di un mammut siberiano trovato congelato in cellule di un elefante. In questo modo, erano riusciti a far iniziare una gravidanza di un cucciolo di mammut a una femmina di elefante.

 

 

 

La TV degli odori
Nel 1960, un professore di nome Hans Laube aveva inventato un sistema noto come “Smell-O-Vision” progettato per rilasciare odori durante un film. Il primo aprile 1965, La tv della BBC mandò in onda un’intervista con Laube in cui si fingeva di fare una dimostrazione pratica della tecnologia, tagliando cipolle e bevendo una birra e una tazza di caffè. Alcuni telespettatori telefonarono per dire che la tecnologia funzionava, e che erano riusciti davvero a percepire gli odori attraverso i loro televisori.

 

 

 

I draghi sono esistiti
Il primo aprile 1998, sulla rivista Nature uscì quella che forse è il pesce d’aprile scientifico più famoso di sempre. In un articolo in cui si discuteva sull’origine degli uccelli, l’autore riferiva il rinvenimento di uno scheletro quasi competo di un dinosauro teropode, come una sorta di T. rex, battezzato “Smaugia volans”, capace di volare. In più, le ossa del naso mostravano “segni di frequente esposizione al fuoco”. In sostanza, si trattava del fossile di un drago.

 

 

La app di Google per capire gli animali
“Rendere le informazioni del mondo universalmente accessibili è un obiettivo chiave per Google. Così, il primo aprile del 2011, Big G annunciava il lancio di un’app per Android che avrebbe rimosso “le barriere linguistiche tra le specie”. L’applicazione avrebbe riconosciuto e tradotto parole e frasi comuni per una specie animale, “per esempio i gatti. Per sviluppare “Translate for Animals”, gli scienziati di Google dicevano di aver lavorato fianco a fianco con esperti nella “linguistica cognitiva degli animali” di alto livello presso la Biblioteca Bodeliana di Oxford (una delle più antiche biblioteche pubbliche del mondo moderno).

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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