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19 Lug 2019

Dove nessuna bandiera è mai stata prima: la storia della bandiera americana sulla Luna

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Durante il primo sbarco sulla Luna nulla è stato semplice. Persino piantare la bandiera americana è stata una piccola sfida per scienziati e astronauti della missione Apollo 11 (e di quelle successive). Questa “storia nella storia” è stata raccontata da Annie Platoff, bibliotecaria della University of California Santa Barbara e maggior esperta del posizionamento della bandiera americana sulla superficie lunare, in una pagina del sito dell’università e nelle sue pubblicazioni scientifiche riguardanti l’argomento.

Durante il primo sbarco sulla Luna nulla è stato semplice. Persino piantare la bandiera americana è stata una piccola sfida per scienziati e astronauti della missione Apollo 11 (e di quelle successive). Questa “storia nella storia” è stata raccontata da Annie Platoff, bibliotecaria della University of California Santa Barbara e maggior esperta del posizionamento della bandiera americana sulla superficie lunare, in una pagina del sito dell’università e nelle sue pubblicazioni scientifiche riguardanti l’argomento.

 

Quando piantare una bandiera non è così semplice

 

Catturati dall’eccezionalità dell’evento forse non ci siamo accorti delle differenze tra le bandiere piantate sulla Luna nelle missioni Apollo e quelle che vediamo nei nostri paesi, qui sulla Terra. Quel rettangolo che con orgoglio si staglia nel cielo del nostro satellite, con i colori e i simboli degli Stati Uniti d’America, nasconde tanti piccoli segreti. Ho appena scritto che la bandiera “si staglia”, sembra quasi sventolare, ma pensateci bene: sulla Luna non c’è una atmosfera simile a quella della Terra e, soprattutto, non c’è vento. Come fa ad apparire in quel modo nelle foto? Naturalmente questa domanda è stata alla base di molte teorie del complotto ma la risposta è tanto semplice quanto affascinante, molto più di una bufala, perché ci mostra quanto niente sia dato per scontato in una missione spaziale.
Se la bandiera spedita sulla Luna avesse avuto le stesse caratteristiche di quelle che usiamo sul nostro pianeta, sarebbe apparsa come un panno umido, chiuso e appesantito, attaccato a un’asta. Come illustra Annie Platoff, per evitare questo risultato deludente, gli ingegneri dovettero riprogettare completamente il vessillo. Nelle bandiere comuni il rettangolo di stoffa è issato alla sezione verticale vicina all’asta (pennone), sia nella parte superiore che in quella inferiore, e può scivolare attraverso una sorta di manica che avvolge l’asta stessa o può essere attaccata al supporto con degli occhielli o lacci. Per una bandiera lunare, il discorso si fa più complesso.

 

Bandiera USA Apollo11

 

Elementi per l’assemblaggio della bandiera americana sulla Luna per la missione Apollo 11, inclusi l’asta, la coperta isolante e il mantello termico protettivo. Credits: NASA Photo S69-38748

 

La bandiera dell’Apollo 11

 

Sulla Luna la bandiera è attaccata all’asta solo inferiormente ed è sostenuta principalmente da una barra orizzontale montata sulla punta del pennone. Come ha spiegato Platoff, ci sono in tutto tre parti: due sezioni verticali e una barra orizzontale che è incardinata sulla parte superiore della sezione verticale. Ma come ha fatto ad assumere quell’aspetto svolazzante data la rigidità della struttura? Il “trucco” è nelle pieghe del tessuto: impacchettata e conservata in uno spazio minimo, la stoffa si è talmente sgualcita da dare l’illusione ottica del movimento. Inoltre la barra orizzontale e il rettangolo di stoffa non sempre sono stati estesi fino in fondo dagli astronauti, questo a causa delle tute spaziali pressurizzate e dei guanti eccezionalmente ingombranti che non permettevano gesti precisi. Quindi la bandiera era gonfia in alcune aree: anche questa caratteristica ha contribuito a dare effetti di leggerezza e movimento.
Neanche piantare il vessillo sul terreno è stato uno scherzo per l’equipaggio dell’Apollo 11. Per fissarlo uno degli astronauti ha impiegato un martello per il campionamento delle rocce al fine di conficcare la parte inferiore della sezione verticale della struttura nel suolo. Nel frattempo, l’altro membro dell’equipaggio ha esteso la barra orizzontale telescopica e l’ha sollevata di un angolo di 90° rispetto alla sezione verticale, per posizionarla nel verso giusto. Infine i due astronauti hanno fatto scorrere la parte superiore dell’asta in quella inferiore.

 

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Come trasportare una bandiera sulla Luna?

 

Non è stato banale neanche trasportare la bandiera sino al nostro satellite. Nelle missioni Apollo 11 e 12 il vessillo era conservato sulla scaletta del modulo lunare. Annie Platoff ha commentato: “È stata un’aggiunta dell’ultimo minuto e penso che questo sia il motivo per cui hanno scelto quel posto. Ma dovevano proteggere la bandiera dai motori del modulo lunare”. Una volta che gli astronauti fossero giunti nella fase di allunaggio, avrebbero dovuto accendere quei motori per rallentare la discesa, ciò li avrebbe resi roventi. Se la bandiera non fosse stata riposta in un contenitore a tenuta termica, sarebbe stata distrutta. Questo rivestimento è stato costruito in metallo e vi è stato aggiunto del materiale di copertura isolante a ulteriore difesa dell’oggetto.
Nelle ultime missioni la bandiera è stata sistemata in un comparto di deposito – dove venivano conservate le fotocamere, la strumentazione per il campionamento e altra tipologia di equipaggiamento – al di fuori sempre del modulo lunare ma comunque già protetto dal punto di vista termico.
Probabilmente molti di voi non avrebbero mai immaginato che la vessillologia – lo studio di vessilli, bandiere, labari, gonfaloni e oggetti simili a scopo collezionistico o documentaristico e storico – avrebbe potuto incrociare la scienza. Anche se, guardando The Big Bang Theory, la celebre serie che parla della vita di tre fisici e un ingegnere del CalTech, e ridendo dei video podcast “Fun with flags” realizzati dallo strampalato protagonista, Sheldon Cooper, avremmo dovuto nutrire qualche sospetto.

 

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Terminiamo questa settimana dedicata alla missione Apollo 11 e all’esplorazione spaziale con il suggestivo “Fotoracconto dello spazio” di Ettore Perozzi, pubblicato nel numero di agosto 2017 di Sapere.

 

Immagine di copertina: lo scienziato e astronauta Harrison H. Schmitt vicino alla bandiera americana durante una passeggiata lunare nella missione Apollo 17. Schmitt, Gene Cernan e Ron Evans hanno intrapreso l’ultimo viaggio sulla Luna della missione Apollo nel dicembre del 1972 (modif.). Credits: NASA

REDAZIONE
La Redazione del sito saperescienza.it è curata da Micaela Ranieri dal 2019, in precedenza hanno collaborato Stefano Pisani e Alessia Colaianni.
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