Quella del Titanic potrebbe non essere stata solo pura “sfortuna”: gli iceberg sulle rotte, nel 1912, non raggiunsero infatti un numero eccezionale.
Il naufragio del Titanic, il transatlantico britannico che partì da Southampton il 10 aprile 1912 e che si schiantò quattro giorni dopo, potrebbe non essere stato la conseguenza di un’annata particolarmente sfortunata in fatto di iceberg a causa di effetti solari o lunari. A mettere in dubbio la teoria, di lunga data, dell’eccezionale numero di iceberg sulle rotte di navigazione nel 1912, un nuovo studio dell’Università di Sheffield che ha esaminato i dati di localizzazione degli iceberg risalenti al 1913. Gli scienziati hanno scoperto che, in realtà, il 1912 fu un anno significativo in fatto di iceberg ma non estremo, e il rischio sarebbe molto più elevato oggi.
“Abbiamo constatato – ha spiegato Grant Bigg, primo autore della ricerca pubblicata sulla rivista Weather – che il 1912 fu un anno in cui si verificò un aumento degli iceberg, che non fu però realmente straordinario. Il 1909, per esempio, aveva registrato un numero leggermente superiore di iceberg e, più recentemente, il rischio è stato decisamente maggiore tra il 1991 e il 2000: otto su dieci di quegli anni sono stati caratterizzati da oltre 700 iceberg e per cinque anni il totale ha superato quello del 1912″. La tragedia del Titanic si consumò nella notte fra il 14 e il 15 aprile 1912: il bilancio finale dell’evento catastrofico fu di 1517 vittime e solo 700 sopravvissuti.