L’insediamento di Donald Trump segna un deciso cambiamento di rotta per gli Stati Uniti in fatto di questioni ambientali rispetto all’amministrazione Obama, soprattutto per quanto concerne i cambiamenti climatici.
L’insediamento di Donald Trump segna un deciso cambiamento di rotta per gli Stati Uniti in fatto di questioni ambientali rispetto all’amministrazione Obama, soprattutto per quanto concerne i cambiamenti climatici. Uno dei primi segnali di cambiamento profondo è stata la sostituzione della pagina web che la Casa Bianca aveva dedicato ai cambiamenti climatici con “An American First Energy Plan”.
Secondo questa pagina, Trump rimedierà agli atti compiuti da Obama nei suoi due mandati in fatto di gestione del clima e delle acque degli Stati Uniti. Il Climate Action Plane mirava a ridurre le emissioni di carbonio, a prepararsi alle conseguenze dei cambiamenti climatici e a impostare la guida, da parte degli Stati Uniti, degli sforzi internazionali per proteggere il clima. Le regole sulle acqua degli Stati uniti (“Water of the US“) riguardano fiumi, laghi e zone umide protette dall’Environmental Protection Agency (EPA) e dall’Army Corps of Engineers.
Nuovi obiettivi
La nuova pagina web della Casa Bianca delinea i piani per attingere a quelle riserve di petrolio e gas naturale non anora sfruttate e rilanciare l’industria del carbone degli Stati Uniti. Nella stessa pagina si dice anche che Trump “rifocalizzerà la missione dell’EPA, concentrandola sulla protezione della nostra aria e della nostra acqua”, il che suggerisce che l’EPA abbandonerà il suo ruolo nella regolazione delle emissioni di gas a effetto serra. Quest’ultimo punto però potrebbe essere difficile da perseguire dato che, secondo una sentenza della Corte Suprema, l’anidride carbonica è un inquinante e quindi l’EPA deve guardare anche al Clean Air Act.
Il cambiamento climatico
Sebbene Trump abbia dichiarato che ritiene il surriscaldamento globale “una bufala”, nelle posizioni rilevanti del suo gabinetto ha nominato persone che hanno toni più concilianti, come Scott Pruitt, nominato a capo dell’EPA, che ha dichiarato di recente che “la Scienza ci dice che il clima sta cambiando e che l’attività umana, in qualche modo, incide su questi cambiamenti”. E il Segretario all’Energia, Rick Perry, gli fa eco: “Credo che il clima stia cambiando. In parte sta succedendo qualcosa di naturale, ma per certi tratti l’unico responsabile è l’uomo”.
Cosa fanno i singoli stati
Mentre la Casa Bianca sembra cambiare rotta, alcuni stati americani stanno invece continuando nelle proprie politiche per affrontare il cambiamento climatico. Per esempio, la California ha annunciato che estenderà il suo programma teso a ridurre le emissioni dalle raffinerie di petrolio nello Stato e ad aumentare il numero di veicoli a zero emissioni nelle sue strade. Lo stato si era prefissato di raggiungere entro il 2030 il taglio del 40 per cento delle emissioni di gas (rispetto ai livelli del 1990), un obiettivo che è già stato realizzato dallo stato di New York.
Per saperne di più:
– El Niño: dal Pacifico equatoriale all’intero globo
– Antropocene: alleanza e conflitto tra uomo e natura
– Il ponte del consenso e le cause del riscaldamento globale