Se non avete letto l’articolo precedente, vi invito a farlo prima di leggere questo, ai fini di una più facile comprensione di quanto vedremo.
Lunghezza focale fissa e variabile
Gli obiettivi si dividono in due categorie: quelli a “focale fissa” e quelli a “focale variabile”, detti anche zoom.
I primi hanno un angolo di campo fisso: in tabella sono riportati gli angoli in funzione delle lunghezze focali e relativi ai sensori FF (e alle fotocamere con pellicola 35 mm) calcolati in funzione del lato lungo.
Gli zoom ci consentono di variare l’angolo di campo variando la focale. Facciamo degli esempi sui tre classici zoom per fotocamere FF di una nota marca:
- 14-24 mm, angolo di campo variabile fra 104° e 74°;
- 24-70 mm, angolo di campo variabile fra 74° e 29°;
- 70-200 mm, angolo di campo variabile fra 29° e 10°.
La luminosità degli obiettivi
L’altro parametro che contraddistingue gli obiettivi è la luminosità, ovvero la massima apertura del diaframma (del quale abbiamo parlato in questo articolo).
I valori interi dei diaframmi, partendo dal più aperto, sono: 1, 1.4, 2, 2.8, 4, 5.6, 8, 11, 16, 22 e così via.
Generalmente, gli obiettivi a focale fissa hanno la massima apertura corrispondente al diaframma 1.8-2, ma spesso c’è anche la versione con diaframma 1.4 (talvolta anche meno) che risulta essere molto più costosa.
La differenza, in termini di luminosità, può essere anche solo 1/3 o 2/3 di stop, ma è la qualità globale dell’ottica che giustifica la differenza di prezzo.
Le differenze sono apprezzabili confrontando le fotografie prodotte.
Sfocatura e vignettatura
Poter disporre di un diaframma più aperto significa poter ridurre ulteriormente la profondità di campo, staccando meglio il soggetto dallo sfondo. Il numero di lamelle che compongono il diaframma e la loro forma incidono sulla qualità dello sfocato (tutto quanto non a fuoco), definita “bokeh”. Questa è una delle caratteristiche degli obiettivi più luminosi.
Altre caratteristiche riguardano la “vignettatura”, cioè l’oscuramento dell’immagine ai bordi, e anche la sfocatura ai bordi, la nitidezza, le aberrazioni cromatiche e i riflessi di luce sulle lenti.
La luminosità negli zoom
Gli zoom, per ragioni tecniche ed economiche, non hanno luminosità maggiore di 2.8. Si potrebbe andare al di sotto di questa soglia progettandoli con lenti più grandi, ma il costo sarebbe troppo alto.
Zoom più economici sono sempre caratterizzati da una luminosità inferiore, di solito variabile al variare della focale, per esempio 3.5-5.6 o 4-5.6, generalmente destinati alle fotocamere APS-C.
Focale fissa e variabile a confronto: quale scegliere?
In definitiva, gli obiettivi a focale fissa sono quasi sempre più luminosi degli zoom, e spesso la qualità delle immagini è superiore, però bisogna sempre valutare l’uso che se ne deve fare.
Uno zoom è molto più pratico di un obiettivo a focale fissa. Se dobbiamo catturare al volo scene in luoghi pubblici o eventi sportivi, esso è certamente più indicato.
Per le foto in studio possono essere più adatte le focali fisse, che spesso hanno caratteristiche irreperibili negli zoom. Ad esempio, negli zoom, non avremo mai a disposizione un’apertura di diaframma 1.8-1.4, che è importante nella ritrattistica.
Tuttavia, la scelta è soggettiva, e generalmente con l’esperienza si capisce qual è la focale più adatta al nostro modo di vedere e di raccontare attraverso le fotografie. Agli inizi probabilmente è preferibile affidarsi agli zoom.