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22 Mag 2024

Il tempo di esposizione

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Tempo di esposizione, tempo di otturazione, velocità di scatto o velocità di otturazione sono modi differenti di esprimere lo stesso concetto. È il tempo, espresso in secondi o frazioni di secondo, per cui resta aperto l’otturatore durante lo scatto di una fotografia.

 

Come scattare una foto

Nella figura in basso potete vedere prima l’otturatore chiuso e poi aperto in modo da far giungere l’immagine sulla pellicola (che ovviamente non c’è).

È possibile scattare con tempi molto lunghi, per esempio 30 secondi o anche molto di più, ma anche molto brevi, fino a millesimi di secondo.

Le fotocamere di solito consentono di settare tempi dai 30 secondi (s) e via via più rapidi, fino a un massimo di 1/8000 s. Ovviamente, per usare tempi dell’ordine dei secondi o di pochi decimi, serve un treppiede e il soggetto deve essere statico altrimenti la foto viene “mossa”.

Si riesce a scattare a “mano libera” con tempi più lunghi di 1/30 s se la fotocamera o l’obiettivo hanno un sistema per ridurre le vibrazioni.

 

Nella foto della bambina che salta sul tappeto elastico è stata scattata, a mano libera, a 1/30 s. La struttura, essendo statica, è venuta leggermente mossa perché lo scatto è stato fatto a mano libera senza riduzione delle vibrazioni. Invece, il soggetto è in movimento ed è venuto decisamente mosso.

 

 

I valori dei tempi di esposizione

Ora vediamo i valori dei tempi di esposizione partendo da 1” fino a 1/1000”: 1”; 1/2”; 1/4” 1/8”; 1/15”; 1/30”; 1/60”; 1/125”; 1/250”; 1/500”; 1/1000”.

Come vedete, andando da tempi più lunghi verso tempi più brevi, il valore si dimezza sempre, a parte i due arrotondamenti passando da 1/8” a 1/15” (invece che 1/16”) e da 1/60” a 1/125” (invece che 1/120”) che sono ininfluenti. Ovviamente, andando in senso opposto i tempi si raddoppiano.

Quindi, passando da un tempo al successivo più rapido, si dimezza la quantità di luce che incide sulla pellicola, l’esposizione si riduce di un EV (Exposure Value).

Agendo sulla velocità di scatto possiamo fare in modo che la fotografia venga più chiara o più scura. Affinché venga più chiara serviranno tempi più lunghi in modo che la pellicola abbia più tempo per reagire alla luce, e viceversa.

Ribadisco che uso parlare di pellicola invece che di sensore solo al fine di una più facile comprensione dei concetti, ma in digitale i princìpi sono analoghi.

Sergio Nuzzo
Sergio Nuzzo
Tecnico elettronico, ha iniziato la carriera lavorativa nell’ambito della strumentazione scientifica, lavorando per due delle più importanti aziende a livello mondiale, in veste di Field Service Engineer. Dal 1994 è Collaboratore Tecnico dell’Istituto per i Processi Chimico-Fisici, sede di Bari, del Consiglio Nazionale delle Ricerche.Fotoamatore fin da giovanissimo, sviluppa particolare interesse per la scienza e la tecnologia della fotografia digitale. Grazie alle conoscenze acquisite con i suoi studi, con l’autorizzazione del suo Ente, ha collaborato con un’importante azienda del settore fotografico, tenendo corsi e lezioni aperte per fotografi professionisti.
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