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20 Mar 2024

La sensibilità ISO

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Iniziamo a parlare dettagliatamente dell’esposizione.

Lo scopo che ci prefiggiamo è quello di esporre in modo ottimale i nostri scatti. Ciò dipende:

  • da quanto è luminosa la scena da fotografare;
  • da quanto velocemente reagisce alla luce la pellicola;
  • da quanta luce passa attraverso l’obiettivo;
  • da quanto tempo resta aperto l’otturatore.

Consideriamo la scena illuminata dalla luce ambiente, e su questa basiamo le regolazioni della fotocamera.

Le pellicole hanno una sensibilità alla luce ben precisa. Possono essere più sensibili o meno, quanto sono sensibili è indicato dal valore “ISO”.

Per molti anni la scala delle sensibilità si è espressa in ASA (American Standard Association) oppure in DIN (Deutsche Industrie Norm). Nel 1987 l’International Organization for Standardization ha unificato le due scale in ISO. Le scale in ASA e in ISO sono equivalenti, 100 ASA equivalgono a 100 ISO.

 

Come funzionano i valori ISO

La sensibilità della pellicola è detta anche velocità, perché ci si riferisce a quanto velocemente reagisce alla luce. Parlare di sensibilità o velocità di una pellicola è la stessa cosa.

Partiamo da 100 ISO che è una sensibilità molto comune e piuttosto bassa, tuttavia, basta anche un millesimo di secondo per impressionarla. Una pellicola da 200 ISO è sensibile il doppio rispetto alla precedente. A parità di condizioni, basta la metà del tempo perché registri l’immagine. Una pellicola da 400 ISO è due volte più sensibile rispetto alla 200 ISO e quattro volte rispetto alla 100. Analogamente, una da 800 ISO è sensibile il doppio rispetto alla 400 ISO e così via.

Se dobbiamo fotografare in condizioni di scarsa luminosità ambientale, preferiremo una pellicola più sensibile, la 100 ISO è più indicata per scatti in pieno giorno.

La scala delle sensibilità è la seguente: 25; 50; 100; 200; 400; 800; 1600 e via dicendo. Questi sono i valori interi, è possibile considerare valori intermedi, ma ora limitiamoci a quelli interi. Passando da un valore al successivo, si guadagna un EV (Exposure Value). Vi spiegherò dettagliatamente cosa sono gli EV prossimamente, per ora non aggiungo altro.

Nel prossimo articolo parleremo del tempo di esposizione.

Sergio Nuzzo
Sergio Nuzzo
Tecnico elettronico, ha iniziato la carriera lavorativa nell’ambito della strumentazione scientifica, lavorando per due delle più importanti aziende a livello mondiale, in veste di Field Service Engineer. Dal 1994 è Collaboratore Tecnico dell’Istituto per i Processi Chimico-Fisici, sede di Bari, del Consiglio Nazionale delle Ricerche.Fotoamatore fin da giovanissimo, sviluppa particolare interesse per la scienza e la tecnologia della fotografia digitale. Grazie alle conoscenze acquisite con i suoi studi, con l’autorizzazione del suo Ente, ha collaborato con un’importante azienda del settore fotografico, tenendo corsi e lezioni aperte per fotografi professionisti.
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