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15 Feb 2022

Per capire meglio il metodo RGB

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Una persona che stimo moltissimo, a cui devo quasi tutto quel che so sulla post produzione e sulla correzione del colore nella fotografia digitale, è Marco Olivotto.

Per spiegare nel migliore dei modi il Metodo RGB, egli è solito usare la fotografia che vedete in basso. È stata realizzata da Sergej Michajlovič Prokudin-Gorskij, un pioniere della fotografia a colori, agli inizi del Novecento, quando ancora non esistevano pellicole a colori.
Di fatto Prokudin-Gorskij ha anticipato di molti anni il Metodo Colore RGB (Red, Green, Blu) per produrre immagini a colori.
Del metodo RGB abbiamo già parlato in un precedente articolo, ma ci tengo a riproporvelo in modo diverso prima di affrontare altri metodi colore per noi importantissimi.
Vi ricordo che il metodo colore RGB è detto sintesi additiva dei colori, quando questi sono illuminanti, cioè fonti di luci colorate, quindi quando abbiamo a che fare con monitor, display, videoproiettori, ecc.
La somma delle tre luci (rossa, verde e blu) al massimo dell’intensità produce una luce bianca. Tutti i colori possibili si ottengono, invece, sommando opportunamente varie intensità dei tre illuminanti.

 

 

 

Sovrapposizioni di rosso, verde e blu

Possiamo dunque considerare la luce come composta da tre componenti, rossa, verde e blu. Un filtro ottico rosso, investito da una luce policromatica, lascia passare solo la sua componente rossa. Analogamente si comportano i filtri verde e blu.
Prokudin-Gorskij scattava consecutivamente tre foto su diapositive in bianco e nero, applicando davanti all’obiettivo, di volta in volta, un filtro rosso, verde e blu.
Otteneva tre diapositive, che proiettava separatamente con tre proiettori, su cui applicava lo stesso filtro usato nello scatto. Ovviamente le tre immagini si dovevano sovrapporre perfettamente fra loro, come potete vedere nella prossima figura.

 

 
In sequenza, dall’alto verso il basso, ci sono le tre diapositive scattate con il filtro blu, poi con il verde e infine con il rosso.
Notiamo che il turbante bianco è venuto ugualmente chiaro nei tre fotogrammi, e nelle proiezioni lascia passare uguali quantità di luce rossa, verde e blu che danno origine al bianco.
Il colore di fondo della palandrana è blu e nello scatto con il filtro blu è venuto chiaro, mentre il bordo rosso è chiaro nel terzo fotogramma.
Quelle tre diapositive monocromatiche corrispondono esattamente ai tre canali RGB.
Il principio ormai dovrebbe esservi chiaro ed è lo stesso alla base della generazione del colore nei monitor.
Questa è la sintesi additiva dei colori, il metodo colore RGB con cui si codificano le immagini digitali.

Nella figura sotto, ho aperto in Photoshop l’immagine a colori e ho selezionato, di volta in volta, il canale del blu, poi del verde e infine del rosso.
Come potete vedere sono analoghi alle diapositive di Prokudin-Gorskij.

 


 
In conclusione:
–    Tinta, saturazione e brillanza di ogni pixel delle immagini visualizzate su un dispositivo sono determinati dai valori dei tre illuminanti.
–    Nelle immagini (intese come file) codificate in RGB, R, G e B sono detti canali.
–    Generalmente le immagini hanno una profondità colore di 8 bit per canale che generano 28 (cioè 256) livelli per canale. Quindi ogni canale ha un valore compreso fra 0 e 255.
Di conseguenza, 256 livelli per canale consentono di ottenere 16 777 216 colori (2563).
Le 256 combinazioni in cui i tre canali hanno lo stesso valore, sono definiti grigi neutri e vanno dal nero (0, 0, 0) al bianco (255, 255, 255).

Sergio Nuzzo
Sergio Nuzzo
Tecnico elettronico, ha iniziato la carriera lavorativa nell’ambito della strumentazione scientifica, lavorando per due delle più importanti aziende a livello mondiale, in veste di Field Service Engineer. Dal 1994 è Collaboratore Tecnico dell’Istituto per i Processi Chimico-Fisici, sede di Bari, del Consiglio Nazionale delle Ricerche.Fotoamatore fin da giovanissimo, sviluppa particolare interesse per la scienza e la tecnologia della fotografia digitale. Grazie alle conoscenze acquisite con i suoi studi, con l’autorizzazione del suo Ente, ha collaborato con un’importante azienda del settore fotografico, tenendo corsi e lezioni aperte per fotografi professionisti.
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