Il confinamento casalingo e la limitazione degli spostamenti di miliardi di persone hanno avuto effetti immediati sia sopra sia sotto i nostri piedi.
Meno traffico, meno inquinamento
Iniziamo guardando alla nostra atmosfera che sembra avere fatto una cura disintossicante. I satelliti di osservazione della Terra di NASA ed ESA sono concordi nel dire che le emissioni di anidride carbonica, il gas serra per eccellenza, prodotte dalla Cina sono diminuite di circa il 25%. È chiaramente un effetto dei due mesi di lockdown di decine di milioni di persone, che ha azzerato i loro spostamenti e il consumo di energia elettrica (prodotta bruciando carbone) nelle fabbriche chiuse. Particolarmente impressionanti i dati del satellite europeo Sentinel 5p capace di misurare gas meno abbondanti, ma spia molto sensibile di particolari tipi di inquinamento. Le immagini della concentrazione del biossido di azoto, prodotto dai motori delle auto, quindi direttamente collegato ai trasporti, sono una misura della mobilità della popolazione.
Le prime immagini ad arrivare sono state quelle cinesi, che paragonavano i dati della regione di Wuhan degli stessi periodi nel 2019 (sopra in giallo-arancio) e 2020 (sotto in azzurro) per dimostrare come quest’anno, dopo la normale diminuzione di emissioni che si registra durante il periodo di vacanza collegato al capodanno cinese, a fine gennaio-inizio febbraio, la situazione sia rimasta immutata, a testimonianza della cessazione di trasporti e attività industriale.
Poi, in sequenza, sono arrivati i dati relativi alle città, regioni, nazioni che, con il diffondersi del contagio, decidevano misure restrittive. Il confronto tra le immagini della concentrazione di biossido di azoto registrate nel marzo 2019 con quelle del 2020 parla da solo.
In Italia, la diminuzione è evidente ovunque, ma è spettacolare sulla pianura Padana.
Immagini ugualmente impressionanti riguardano le grandi città europee e americane.
Rumore sismico: il legame fra traffico e sismicità
Mentre l’equazione meno-traffico-uguale-meno-inquinamento ci è familiare, certamente non avevamo mai pensato al contributo che il movimento del genere umano dà alla sismicità del pianeta.
Le auto, i camion, i trasporti pubblici, i cantieri, le industrie producono vibrazioni che non sono rivelabili individualmente, ma sommate su grandi numeri danno un contributo al continuo movimento del nostro pianeta. Si chiama rumore sismico e, come si può vedere dai dati raccolti in Belgio (pubblicati su Nature), è decisamente inferiore durante i fine settimana, quando le fabbriche sono chiuse e i pendolari stanno a casa. Da quando le scuole sono state chiuse e dopo quattro giorni è iniziato il lockdown, il rumore sismico in Belgio è sceso di circa il 30%. E la stessa cosa è avvenuta a Los Angeles dove un sismografo relativamente vicino a un’autostrada rivela la diminuzione del traffico a seguito della chiusura della scuole e dell’ordine di restare a casa del governatore della California.
Morale: cambiare lo stile di vita di miliardi di persone per contenere la diffusione del contagio ha immediate implicazioni sull’ambiente che ci circonda. L’epidemia ci insegna che, oltre a inquinare l’atmosfera, facciamo vibrare la Terra.