Sembra ieri, ma sono passati 20 anni dal “baco del millennio”. A mezzanotte del 1° gennaio 2000, si temeva che l’orologio dei sistemi informatici, nei quali l’anno era indicato con due sole cifre, potesse tornare indietro di un secolo causando seri problemi pratici: “00” significava infatti 1900 e non 2000.
Sembra ieri, ma sono passati 20 anni dal “baco del millennio”. A mezzanotte del 1° gennaio 2000, si temeva che l’orologio dei sistemi informatici, nei quali l’anno era indicato con due sole cifre, potesse tornare indietro di un secolo causando seri problemi pratici: “00” significava infatti 1900 e non 2000. Non accadde nulla di grave e, mentre noi ci preoccupavamo inutilmente, lontano dai riflettori maturavano scenari ben più cupi. Meno di due anni dopo, un manipolo di terroristi scatenò l’inferno su New York e Washington, innescando una perversa catena di tensioni e guerre. Ricordo bene che i centri di ricerca rimasero qualche giorno senza connessione internet, perché un nodo chiave della rete globale passava sotto il World Trade Center. Al Qaeda si rivelò più efficace del baco del millennio, ma lo notarono in pochi: abitazioni e luoghi di lavoro non erano ancora connessi alla rete, gli smartphone non esistevano.
Nel corso di questo scorcio di secolo sono state fatte importanti scoperte, ad esempio l’osservazione delle onde gravitazionali, il bosone di Higgs e la presenza di acqua su Marte. In campo medico vi sono stati progressi nel trattamento di alcune gravi malattie come l’AIDS, migliorando qualità e aspettativa di vita. La chirurgia ha fatto progressi ancora maggiori, ad esempio in campo ortopedico e oculistico. Nuove e antiche paure si sono però (ri)materializzate: rischio pandemie, resistenza agli antibiotici, diffusione di microinquinanti.
Questo primo scorcio di millennio passerà alla storia per l’irruzione della tecnologia nella vita quotidiana. I computer sono oggi migliaia di volte più potenti e capienti di quelli su cui non si scatenò il baco del millennio; persino gli schermi sono radicalmente diversi. Abbiamo in tasca un oggetto che ci tiene costantemente connessi con tutto il mondo. Lo fa a costi irrisori, spesso grazie a servizi gratuiti erogati da colossi dei media cui, in tacito scambio, regaliamo ogni informazione sulla nostra vita. Forse un giorno ce ne pentiremo, ma per ora ci va bene così. Le auto di oggi inquinano molto meno di quelle che circolavano 20 anni fa, ma dal 2000 le vendite globali di automobili sono aumentate dell’80%, cancellando buona parte dei benefìci ambientali raggiunti.
Tra gli avanzamenti tecnologici pervasivi del ventennio spiccano due invenzioni del XX secolo premiate con il Nobel nel 2014 e nel 2019: il led blu e la batteria al litio, che hanno permesso un efficientamento epocale dei sistemi di illuminazione e la diffusione di dispositivi elettronici portatili di ogni tipo. La batteria al litio sta addirittura minando alla radice il più grande conglomerato industriale della storia (oil & automotive), aprendo la strada alla mobilità elettrica. 20 anni fa dominava la scena un movimento di opinione che invocava una forte espansione del nucleare civile. Pochi sostenevano che si trattasse di una scelta irrazionale e il tempo ha dato loro ragione. In questi 20 anni eolico e fotovoltaico sono arrivati a produrre l’equivalente di 250 centrali nucleari, mentre l’industria atomica è piombata in una irreversibile agonia. Sempre in questo ventennio, nuove tecniche di trivellazione orizzontale hanno permesso di estrarre petrolio e gas da giacimenti un tempo inaccessibili. Resta da dimostrare che si tratti di un’idea brillante.
In vent’anni sono cambiate molte cose. Tranne una, purtroppo: la più importante. 20 anni fa era già certificata l’influenza catastrofica delle attività umane sul clima, ma non si è fatto nulla di effica¬ce per invertire la rotta. Spero che nell’editoriale del dicembre 2029 non si debba scrivere che si sono persi altri 10 anni, perché questo vorrebbe dire che nell’editoriale del dicembre 2039 non ci sarebbe più alcun progresso umano da racconta¬re. Sarebbe un peccato.