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12 Nov 2021

Covid-19, bambini e vaccini

Nicola Laforgia

Nicola Laforgia
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La pandemia provocata dal virus SARS-CoV-2, che ha originato la malattia definita Covid-19, causa di 5 milioni di morti nel mondo e più di 130 000 in Italia, non è ancora finita. Dopo la terza ondata, che ha avuto un picco di contagi nel mese di agosto e un minimo l’11 ottobre, il numero di casi di infezione ha ripreso a risalire (siamo forse nella quarta ondata?), con un numero di decessi giornalieri e di ospedalizzazioni purtroppo ancora significativo.
L’attuale situazione impone ancora misure di prevenzione, ma la lettura critica dei dati attuali disvela, senza tema di smentita, che la vaccinazione di massa ha fatto un’enorme differenza.  Questo è dimostrato dagli elevati numeri di infezioni, ospedalizzazioni e decessi in quei Paesi nei quali i tassi vaccinali sono bassi, e dal fatto, incontrovertibile, che la stragrande maggioranza dei ricoverati e dei decessi in Italia è costituita da soggetti non vaccinati.

 

Vaccinazioni: la grande adesione degli adolescenti

Da qualche settimana, anche in Italia, è stata autorizzata la vaccinazione per i ragazzi di età superiore a 12 anni, con adesioni molto significative, che ad esempio in Puglia hanno superato il 90% della popolazione interessata. Non è questo il luogo per discutere delle motivazioni che hanno portato a questo risultato e, personalmente, resto del parere che, oltre che il desiderio di sentirsi liberi e di tornare a una vita senza restrizioni, abbia giocato un ruolo la consapevolezza di proteggere, attraverso sé stessi, anche gli altri, magari i propri familiari e i coetanei più fragili.

 

Vaccinazioni pediatriche: le ragioni per il sì

Oggi siamo di fronte a una concreta possibilità di estendere la vaccinazione anche ai bambini di età superiore ai 6 anni – come sta già avvenendo negli Stati Uniti, dopo l’approvazione del vaccino Pfizer da parte della Food and Drug Administration (FDA) – quando, come è assai probabile, anche le agenzie regolatorie europee e italiane, EMA e AIFA, daranno il loro consenso.
Noi pediatri lo auspichiamo da tempo, per una serie di ragioni che proverò a sintetizzare, cercando, per quanto possibile, di rassicurare i genitori e ottenere risposte di adesione pari a quelle ottenute per i più grandi.
Prima però una premessa. Credo che siamo tutti d’accordo che vada fatto ogni sforzo per eliminare il SARS-CoV-2 e questo diventa possibile se riduciamo al minimo la popolazione suscettibile. I virus hanno bisogno dell’ospite per replicarsi e, se la popolazione è largamente immune, questo avverrà sempre meno. Peraltro, replicandosi, i virus variano, come successo per le iper-contagiose varianti Alfa e Delta. Il virus varia spontaneamente e continuamente, non certo in seguito alla vaccinazione: chi lo dice è in malafede.
Tornando alla vaccinazione per i bambini, rendere questa parte della nostra popolazione quanto più possibile immune, non suscettibile di infezione – con i limiti fisiologici di chi, come per l’adulto, è un non-responder, cioè non produce anticorpi sufficienti – risponde a quanto detto in premessa: facilita e accelera l’auspicabile scomparsa del virus.
Ma ci sono altre due ragioni molto importanti.
La prima è che, nonostante i bambini siano stati in larga misura risparmiati da forme gravi della malattia, ci sono stati decessi assai significativi in altri Paesi, come il Brasile, dove si contano più di mille bambini morti, e gli USA, dove sono circa settecento – segno che il virus può colpire, e duramente, anche nell’età pediatrica – senza contare i numerosi casi di MIS-C, cioè di malattia infiammatoria multisistemica che ha provocato, in Italia, un notevole numero di ospedalizzazioni.

 

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Infine, nessuno conosce oggi quali possano essere i postumi dell’infezione, anche asintomatica o paucisintomatica, da SARS-CoV-2 nei bambini. Sappiamo però che esiste una sindrome post Covid-19 negli adulti, con segni e sintomi che possono durare settimane e mesi, e che ha colpito anche malati con forme paucisintomatiche.

 

I vaccini sono sicuri per i bambini?

Credo ci siano ragioni indiscutibili per vaccinare tutti, anche i bambini, e penso sarà ulteriormente necessario vaccinare anche gli under-6 anni, ovviamente solo dopo che gli studi avranno dimostrato efficacia e sicurezza.
Quest’ultima parola è il tema finale e decisivo. Circa l’efficacia, i dati mondiali ci dicono che il vaccino riduce il rischio di morte e di ospedalizzazione di circa il 90%, ma i genitori non vogliono avere alcun dubbio circa la loro sicurezza. E hanno perfettamente ragione. Io sono del parere che avere dubbi è giusto, prima ancora che comprensibile.
Ad oggi migliaia di bambini over-6 sottoposti a vaccinazione non hanno avuto eventi avversi gravi, ma solo sintomi lievi-moderati, come febbricola o dolenza al braccio transitorie, e anche il paventato rischio di miocardite post-vaccino non è stato riscontrato nei più di 3000 bambini che hanno ricevuto il vaccino durante la fase di studio pre-approvazione, cosicché oggi negli USA contano di vaccinare circa 28 milioni di bambini.
Attualmente, non vaccinarsi e non vaccinare i nostri figli è una scelta immotivata. Incomprensibile. Sono morti i nostri anziani, i nostri amici, abbiamo avuto vite sospese per lunghi mesi, sono aumentati gli accessi ai Pronto Soccorso dei nostri ragazzi per problemi neuropsichiatrici.
Abbiamo sconfitto il vaiolo, la difterite, la poliomielite, il tetano, grazie alle vaccinazioni di massa e dei nostri bambini, anche piccolissimi. Dobbiamo definitivamente sconfiggere il SARS-CoV-2!

Nicola Laforgia
Nicola Laforgia
Attualmente Professore ordinario di Pediatria dell'Università di Bari. Dal 1 novembre 2007 è Direttore dell'U.O.C. di Neonatologia e T.I.N. dell'A.O. Universitaria Consorziale Policlinico di Bari. Docente di Neonatologia e Pediatria nel Corso di Laurea In Medicina e Chirurgia e nelle Scuole di Specializzazione in Pediatria, Neuropsichiatria Infantile, Genetica, Medicina Legale dell' Università di Bari. Presidente del Centro Interdipartimentale di Servizi per la Metodologia della Sperimentazione e la Documentazione Biomedica, componente della Giunta del Corso di Laurea in Medicina, del Collegio dei Docenti della Scuola di Dottorato in "Scienze biomolecolari farmaceutiche e mediche" della Commissione Erasmus dell'Università di Bari. Presidente del Comitato Tecnico Scientifico e Direttore Centro Coordinamento Registro delle Malformazioni Congenite della Regione Puglia e componente del Comitato Regionale Punti Nascita e della Commissione Vaccini della Regione Puglia. Presidente in carica per il triennio 2017-2019 della sezione Puglia della Società Italiana di Pediatria e già Presidente della Sezione Regionale Puglia-Basilicata per il triennio 2007-2010 della Società Italiana di Neonatologia. Principal investigator di numerosi studi clinico-sperimentali multicentrici nazionali e internazionali e autore di circa 200 pubblicazioni, di cui 105 indexate su Pubmed, nonché di numerose comunicazioni a congressi nazionali ed internazionali. È stato Assessore alle Culture del Comune di Bari dal 2004 al 2009 e successivamente consigliere comunale dal 2009 al 2014.
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