Skip to main content

10 Ago 2015

Il ritorno della difterite

Tiziana Melillo

Tiziana Melillo
Leggi gli altri articoli

Home Rubriche Medicina e Biologia

Ancora un caso di infezione grave dovuta al rifiuto delle vaccinazioni da parte di genitori disinformati: a giugno in Spagna è stato notificato, dopo circa trent’anni dall’ultima segnalazione nel suddetto paese, un caso di difterite in un bambino di 6 anni, che non è sopravvissuto all’infezione.

Ancora un caso di infezione grave dovuta al rifiuto delle vaccinazioni da parte di genitori disinformati: a giugno in Spagna è stato notificato, dopo circa trent’anni dall’ultima segnalazione nel suddetto paese, un caso di difterite in un bambino di 6 anni, che non è sopravvissuto all’infezione.

La difterite è una malattia infettiva provocata dal batterio Corynebacterium diphtheriae, un bacillo gram-positivo che colonizza l’apparato respiratorio superiore e che si trasmette per contatto diretto da persona a persona. La patogenicità di C. diphtheriae è dovuta a un’esotossina formata da due subunità, A e B, in grado di legarsi a degli specifici recettori presenti su molte cellule eucariotiche e di penetrare all’interno di esse bloccandone la sintesi proteica, determinando quindi necrosi delle cellule bersaglio.

 

Il vaccino 

La malattia è provocata proprio dall’azione della suddetta tossina e si manifesta inizialmente con faringite, febbre bassa e malessere. In seguito, si possono sviluppare delle formazioni a livello faringeo, chiamate pseudo-membrane, che possono provocare ostruzione respiratoria; inoltre, si può avere compromissione di vari organi quali reni, cuore, sistema nervoso. La somministrazione tempestiva di antitossina difterica neutralizza la tossina e permette la guarigione del paziente. Il vaccino, introdotto in Europa negli anni Quaranta, non protegge contro il batterio, ma contro la tossina. È costituito infatti dal tossoide, cioè dalla tossina inattivata con formalina, che quindi una volta introdotta nel soggetto da vaccinare non provocherà la malattia ma manterrà il suo potere immunogeno.

 

Il caso spagnolo

Dal momento che la vaccinazione non impedisce la colonizzazione da parte del batterio, ma lo rende semplicemente innocuo, quest’ultimo è ancora in circolazione. Nei soggetti vaccinati, risiede nel cavo orale senza provocare malattia. Per questo motivo, soggetti non vaccinati sono a rischio di contrarre l’infezione a partire da portatori sani vaccinati. Il 3 giugno 2015 l’agenzia sanitaria della Catalogna ha notificato un caso di difterite in un bambino di sei anni non vaccinato. La situazione del bambino si è aggravata poiché non erano disponibili dosi di antitossina, che è stata poi inviata dalla Russia. Contestualmente, è emerso che in Europa sono presenti bambini non vaccinati e che in molti paesi europei, compresa l’Italia, l’antitossina non è disponibile. Tutto ciò deve farci riflettere ancora una volta sull’importanza delle vaccinazioni e sul fatto che non bisogna abbassare la guardia sulle malattie rare, divenute tali proprio grazie ai programmi vaccinali, ma comunque ancora in circolazione e ancora pericolose per la salute pubblica.  

Tiziana Melillo
Tiziana Melillo
Laureata in Scienze Biologiche e specialista in Microbiologia e Virologia, ha inoltre conseguito un master in "Nutrizione personalizzata: basi molecolari e genetiche". Attualmente lavora come microbiologa nel Laboratorio Analisi dell'Ospedale Fatebenefratelli di Roma e insegna Microbiologia Clinica presso l'Università di Tor Vergata. Esercita anche attività privata di nutrizionista.
DELLO STESSO AUTORE

© 2024 Edizioni Dedalo. Tutti i diritti riservati. P.IVA 02507120729