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22 Ott 2014

Nuove terapie contro il virus dell’epatite C

Tiziana Melillo

Tiziana Melillo
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Da pochi mesi sono stati introdotti in commercio nuovi farmaci per combattere il virus dell’epatite C. Le nuove terapie sembrano molto promettenti e vantaggiose rispetto alle tradizionali.

Da pochi mesi sono stati introdotti in commercio nuovi farmaci per combattere il virus dell’epatite C. Le nuove terapie sembrano molto promettenti e vantaggiose rispetto alle tradizionali. Il virus dell’epatite C (HCV), trasmesso prevalentemente per via parenterale, è responsabile di un’infezione, nella maggior parte dei casi cronica, che in un terzo dei pazienti infetti può portare in circa 20 anni allo sviluppo di cirrosi epatica e successivamente al carcinoma. HCV presenta un’alta variabilità genetica, per cui ne esistono numerose varianti, chiamate genotipi. La terapia tradizionale non è specifica per HCV ed è basata sull’utilizzo di interferone-alfa e ribavirina; il primo fa parte di un insieme di proteine prodotte naturalmente dall’organismo in seguito a vari stimoli, tra cui infezioni virali, mentre il secondo è un farmaco in grado di bloccare la sintesi del genoma virale. Numerosi sono gli effetti collaterali di questa terapia e inoltre, l’efficacia di tali farmaci varia a seconda del genotipo (tra i pazienti infetti da HCV genotipo 1, risponde solo un 40-50 per cento), della carica virale prima del trattamento, dell’età e della massa corporea del paziente.

 

Nuove terapie

I farmaci approvati recentemente sono specifici per HCV e si basano sull’inibizione della replicazione del genoma e dell’assemblaggio dei virioni nella cellula. Per esempio, boceprevir e telaprevir, approvati per il genotipo 1, inibiscono la proteina NS3 e il suo cofattore NS4B, impedendo la maturazione di proteine non strutturali; altri farmaci, come sofosbuvir, utilizzano come bersaglio la proteina virale NS5B, necessaria al virus per trascrivere il suo genoma. Le nuove terapie si stanno dimostrando più efficaci rispetto a quella tradizionale e, inoltre, richiedono tempi di trattamento inferiori (3-6 mesi contro 6-12) provocando minori effetti collaterali. Tuttavia questi farmaci sono al momento molto costosi e non è ancora accertata la loro efficacia su pazienti cirrotici, che andrà verificata negli anni.

Tiziana Melillo
Tiziana Melillo
Laureata in Scienze Biologiche e specialista in Microbiologia e Virologia, ha inoltre conseguito un master in "Nutrizione personalizzata: basi molecolari e genetiche". Attualmente lavora come microbiologa nel Laboratorio Analisi dell'Ospedale Fatebenefratelli di Roma e insegna Microbiologia Clinica presso l'Università di Tor Vergata. Esercita anche attività privata di nutrizionista.
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