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16 Lug 2021

Cos’è davvero l’agricoltura biodinamica?

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L’agricoltura biodinamica1 consiste in una serie di indicazioni colturali inventate nel 1924 dal filosofo, artista, riformatore sociale ed esoterista austriaco Rudolf Steiner (1861-1925).

Steiner, pur non avendo alcuna competenza specifica in campo agronomico, nel 1924 tenne un ciclo di otto conferenze2 dal titolo “Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura”. Il tema principale era la salute della terra, il mantenimento e l’accrescimento della sua fertilità, con lo scopo di migliorare la qualità degli alimenti destinati all’alimentazione umana. Per il raggiungimento di tali obiettivi Steiner si limitò a dare indicazioni di massima. I suoi seguaci hanno poi completato i fondamenti su cui si basa l’attuale agricoltura biodinamica.

 

Quali sono i principi dell’agricoltura biodinamica?

In essa si trovano pratiche colturali senz’altro efficaci quali il “sovescio”, ovvero la sepoltura di particolari piante a scopo fertilizzante, e la “rotazione delle colture”. Quest’ultima pratica è perfettamente ragionevole in quanto vi sono piante che arricchiscono il terreno di elementi nutritivi, mentre altre lo impoveriscono.
A fianco a tecniche sensate, tuttavia, nell’agricoltura biodinamica convivono altre pratiche decisamente bizzarre e senz’altro più vicine alla magia che non all’agricoltura razionale. Ad esempio, una pratica ritenuta di fondamentale importanza consiste nello spruzzare il terreno con particolari “preparati biodinamici”.

 

Cornoletame e cornosilice: cosa sono e a cosa dovrebbero servire

Tra questi il principale è il cosiddetto preparato 500 o cornoletame. La sua preparazione, che deve essere eseguita nel periodo che va da fine settembre a fine ottobre, prevede l’utilizzo di letame fresco, privo di paglia. Esso va introdotto in un corno di vacca che abbia figliato almeno una volta nella propria vita. Una volta riempiti i corni, essi vanno sotterrati in luoghi accuratamente scelti. Vanno dissotterrati intorno al periodo pasquale e successivamente conservati in contenitori che consentano la circolazione dell’aria. Quando si decide di spargere il preparato sul terreno, il contenuto dei corni deve essere miscelato con acqua tiepida proveniente da sorgente, pozzo o di origine meteorica.
La miscelazione prevede un lento processo di “dinamizzazione” che deve durare circa un’ora. Questo processo, del tutto analogo a quello previsto per la preparazione di rimedi omeopatici, servirebbe a conferire particolare energia al preparato.
Le quantità di letame previste per ettaro di terreno possono variare da 80 grammi a 250 a seconda della qualità del preparato. Un piccolo calcolo porta a concludere che, mediamente, su ogni metro quadrato di terreno, viene sparsa una quantità di letame che varia da 8 a 25 milligrammi: decisamente troppo poco per pensare che possa avere qualche effetto significativo. Anche le modalità di aspersione sono rigidamente prescritte da Steiner e i suoi seguaci e assumono il ruolo di veri e propri riti. Come spiega lo stesso Steiner in una delle sue lezioni, la funzione del corno di vacca sarebbe quella di convogliare efficacemente le forze eterico-astrali, che rivestono un’importanza cruciale nell’agricoltura biodinamica.
Il secondo fertilizzante dell’agricoltura biodinamica, in ordine di importanza, è il preparato 501 o cornosilice. Esso viene preparato triturando, in un apposito mortaio, cristalli di quarzo bianco. La fine polvere ottenuta deve essere inumidita con acqua piovana, posta anch’essa in un corno di vacca e seppellita. Tale deve rimanere per un periodo che va da Pasqua fino all’autunno. Una volta disseppellita, la polvere deve essere conservata alla luce. Anch’essa deve essere poi miscelata con acqua a temperatura ambiente, dinamizzata per un’ora e quindi nebulizzata finemente sulle piante. Anche in questo caso le quantità di silice consigliate da Steiner sono minime e le diluizioni raggiunte sono comparabili con quelle comunemente utilizzate in omeopatia.

 

Altri preparati biodinamici

Altri preparati dell’agricoltura biodinamica prevedono l’utilizzo di fiori, germogli e cortecce, trattati in modi decisamente curiosi. Alcuni di essi vengono cuciti in una vescica di cervo maschio ed esposti alla luce, altri vengono fatti fermentare in un teschio di animale domestico, ecc. Tra le pratiche attuate per proteggere le colture, ricordiamo anche quella che consiste nel catturare un povero topo, scuoiarlo quando «Venere è nel segno dello Scorpione», bruciarne la pelle e spargerne le ceneri nel campo.

 

Agricoltura biodinamica: magia o scienza?

Leggendo le ricette relative ai preparati biodinamici si ha l’impressione di trovarsi di fronte a prescrizioni appartenenti alla magia e alla stregoneria e non certo alla scienza e alla razionalità. L’impressione viene abbondantemente confermata dalle “spiegazioni” che lo stesso Steiner fornisce per giustificarne l’uso. Sono infatti continui i riferimenti alle presunte forze cosmiche e astrali.
Si ritiene infatti che la buona riuscita di una coltura dipenda dalla posizione degli astri e viene pertanto rispettato rigorosamente un calendario i cui fondamenti sono molto simili a quelli dell’astrologia.
Dal punto di vista scientifico, l’agricoltura biodinamica appare del tutto priva di fondamento e i suoi principi sono nati semplicemente dalla fantasia di un autore visionario che aveva una personalissima concezione di come funziona il mondo. Concezione del tutto priva di ogni elemento fattuale. In tutta l’opera di Steiner, infatti, non si ritrova mai il minimo cenno a prove o esperimenti che confermerebbero la validità di ciò che egli sostiene. Bisogna accettarlo per atto di fede.

 

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L’agricoltura biodinamica porta a risultati?

Al di là dell’infondatezza teorica della dottrina biodinamica, occorre tuttavia chiedersi se i risultati che essa ottiene siano o no validi. Il terreno trattato con i preparati biodinamici presenta differenze rispetto a quello non trattato? I prodotti biodinamici sono migliori? Hanno qualche vantaggio rispetto a quelli dell’agricoltura tradizionale? Nonostante ciò che affermano i sostenitori del biodinamico, non esistono studi seri che diano risposte affermative a tali domande3.
L’agricoltura biodinamica ha molti aspetti comuni con la cosiddetta agricoltura biologica, caratterizzata da un rifiuto aprioristico di ogni prodotto chimico di sintesi. La differenza essenziale consiste proprio nell’uso dei preparati biodinamici e il rispetto del calendario astrologico. Per valutare l’eventuale effetto di questi ultimi fattori sul terreno e sulla qualità dei prodotti finali è quindi necessario effettuare studi controllati che comparino i risultati dell’agricoltura biodinamica con quelli dell’agricoltura biologica. Alcuni studi di questo tipo esistono4 e forniscono risultati dubbi che non mostrano affatto la superiorità dell’agricoltura biodinamica.
Per quanto riguarda invece la valutazione della qualità dei prodotti, esistono diversi studi seri5,6,7 che prendono in considerazione la qualità delle uve coltivate secondo i principi dell’agricoltura biodinamica (essa è infatti particolarmente di moda nel campo della viticoltura e, di conseguenza, in campo enologico) e anche questi non hanno mostrato significative differenze tra i due tipi di agricoltura.

 

Quando l’unica differenza è il prezzo

In conclusione, l’unica differenza tangibile per il consumatore tra i prodotti dell’agricoltura biodinamica e quelli dell’agricoltura tradizionale e biologica è il prezzo finale. I prodotti biodinamici risultano infatti ancora più costosi di quelli biologici che nei supermercati si trovano a prezzi doppi o tripli rispetto a quelli privi di certificazione biologica.

 

La senatrice Cattaneo e il DDL 988

Di fronte a queste considerazioni appare del tutto irrazionale la posizione dei 195 senatori che il 20 maggio 2021 hanno votato a favore dell’equiparazione tra l’agricoltura biodinamica e quella biologica nella seduta n. 329 del Senato, che prevedeva la Discussione del disegno di legge 988: “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico”.
L’unico voto contrario è stato quella della Senatrice a vita e ricercatrice Elena Cattaneo che ha giustamente ed eroicamente denunciato la totale infondatezza delle pratiche biodinamiche da lei definite, nel suo intervento, «non solo antiscientifiche, ma schiettamente esoteriche e stregonesche».
Per essere definitivamente approvato, il disegno dovrà passare all’esame della Camera e si spera che in quell’occasione possa prevalere il buon senso e la razionalità dei deputati. Appelli in tal senso sono stati lanciati da autorevoli istituzioni scientifiche, tra cui l’Accademia dei Lincei, l’Accademia Italiana di Agricoltura, la Società Italiana di Agronomia, la Federazione Italiana di Scienze della Vita, l’Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie.
È stata anche organizzata una petizione, sottoscrivibile al seguente indirizzo: www.change.org/p/the-italian-parliament-on-the-legal-status-of-biodynamic-agriculture-in-italy.

 

 

Note:

1 Per approfondimenti si veda: S. Fuso, Naturale=buono?, Carocci, Roma 2016.
2 I testi delle otto lezioni di Steiner sull’agricoltura sono disponibili, in inglese, a questo indirizzo: http://wn.rsarchive.org/Lectures/GA327/English/BDA1958/Ag1958_index.html. Altre informazioni sull’agricoltura biodinamica possono essere trovate in questo sito: http://www.agricolturabiodinamica.it.
3 Si veda: E. Bucci, P. Conte, 7 domande ai firmatari della “Lettera aperta sulla libertà della scienza”, 29 Novembre 2018: http://www.pellegrinoconte.com/2018/11/29/7-domande-ai-firmatari-della-lettera-aperta-sulla-liberta-della-scienza/.
4 P. Mäder et al., Soil fertility and biodiversity in organic farming, “Science”, 296 (5573), 1694-1697, 2002; L. Carpenter-Boggs, A.C. Kennedy, J.P. Reganold, Organic and biodynamic management effects on soil biology, “Soil Science Society of America Journal”, 64 (5), 1651-1659, 2000.
5 Si veda, a questo proposito, l’articolo di Dario Bressanini Uno studio sul vino biodinamico (17 febbraio 2014), da cui sono tratte buona parte delle informazioni che seguono: http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/02/17/uno-studio-sul-vino-biodinamico/#_ednref3
6 J.R. Reeve, L. Carpenter-Boggs, J.P. Reganold, A.L. York, G. McGourty, L.P. McCloskey, Soil and winegrape quality in biodynamically and organically managed vineyards, “American journal of enology and viticulture” 56 (4), 367-376, 2005.
7 C.F. Ross, K.M. Weller, R.B. Blue, J.P. Reganold, Difference Testing of Merlot Produced from Biodynamically and Organically Grown Wine Grapes, “Journal of Wine Research” 20 (2), 85-94, 2009.

 

Immagine: copyright Martist – Wikimedia

Silvano Fuso
Silvano Fuso
Socio del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), docente di chimica e autore di numerosi libri di successo, Silvano Fuso è uno dei più noti divulgatori scientifici italiani. A lui è stato intitolato l’asteroide 2006 TF7, in orbita tra Marte e Giove. Per Dedalo ha pubblicato: Scienza, pseudoscienza e fake news, Pinocchio e la scienza e I nemici della scienza
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