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19 Gen 2015

Cento anni fa, il terremoto di Avezzano

Marco Mucciarelli

Marco Mucciarelli
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Poco prima delle 8 del mattino del 15 gennaio 1915, uno dei terremoti più forti che abbiano avuto luogo in Italia colpì la Piana del Fucino (da poco prosciugata dall’antico lago), la Marsica e una vasta area tra Abruzzo e Lazio. Il terremoto di Avezzano raggiunse l’undicesimo grado su dodici della scala Mercalli e causò oltre 30.000 vittime.

Poco prima delle 8 del mattino del 15 gennaio 1915, uno dei terremoti più forti che abbiano avuto luogo in Italia colpì la Piana del Fucino (da poco prosciugata dall’antico lago), la Marsica e una vasta area tra Abruzzo e Lazio. Il terremoto di Avezzano raggiunse l’undicesimo grado su dodici della scala Mercalli e causò oltre 30.000 vittime.

La scossa provocò danni anche a Roma, che allora aveva un’estensione molto più piccola dell’attuale. La disponibilità di registrazioni sismiche su sismografi elettromeccanici in diversi osservatori nel mondo ha permesso di ricavare una magnitudo strumentale stimata pari a 7.1.  La vulnerabilità degli edifici ebbe un ruolo molto importante nell’estensione dei danni: le strutture presenti erano tutte in muratura, molte in pietrame e di bassa qualità. La normativa sismica all’epoca si applicava su aree che venivano riconosciute solo dopo i terremoti e quindi non esistevano costruzioni anti-sismiche nell’area colpita. Dall’analisi della distribuzione dei danni fu accertato anche il contributo degli effetti di maggiore o minore amplificazione del moto sismico dovuto alle caratteristiche meccaniche dei terreni di fondazione. 

 
Il caso di Sora

Il caso di Sora è particolarmente emblematico. La città sorge su rilievi calcarei e in un’ampia valle di sedimenti alluvionali. Il danno fu sensibilmente maggiore, allontanandosi dalla roccia verso il centro della valle. I soccorsi furono lenti e ostacolati dalla neve che cadde copiosa pochi giorni dopo il terremoto. Le vicende che stavano trascinando l’Italia verso la partecipazione al primo conflitto mondiale fecero presto sparire dalle prime pagine dei giornali le notizie relative alla catastrofe. Da cento anni non vi sono più stati in Italia terremoti che abbiano superato la magnitudo 7 e appare quindi quanto mai utile fare in modo che la memoria di questi eventi non vada perduta, trasformando le commemorazioni in un’occasione per riflettere sullo stato attuale della nostra preparazione ad affrontare il ripetersi di simili eventi.

A questo proposito segnalo un convegno che si è tenuto il 15 e 16 gennaio e che si è diviso tra memoria e studio del terremoto del 1915 ed esperienze attuali.

Marco Mucciarelli
Marco Mucciarelli
Laureato in Fisica, dal 1998 è stato professore associato di Geofisica della Terra Solida presso l'Università della Basilicata. Dal luglio 2012 è stato Direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale. Si è occupato di sicurezza sismica di grandi strutture, sismicità indotta e microzonazione sismica. Scomparso nel 2016, è stato un divulgatore brillante, che si è speso con passione per aumentare la consapevolezza sul rischio sismico in Italia.
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