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24 Apr 2014

Numeri e poesia

Bruno D’Amore

Bruno D’Amore
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L’aritmetica è per molti matematici e filosofi l’idealizzazione del tempo, del ritmo, così come la geometria lo è dello spazio. Come ci ricorda Aldo Palazzeschi.

Scriveva il gigante della poesia Aldo Palazzeschi (1885-1974), su Lacerba, 25, nel 1915:

 

Uno due tre
caffè caffè caffè.
Quattro cinque sei
lei lei lei.
Sette otto nove
piove piove piove.
Zero.
Nero.

 

Poesia a rime baciate nella forma più banale AABB…
Cancelliamo tutto quel che è inutile per individuare il “senso narrativo”:

 

Caffè caffè caffè.
Lei lei lei.
Piove piove piove.
Nero.

 

E poi eliminiamo le ripetizioni, andiamo all’essenziale della triste storia d’amore non corrisposto:

 

Caffè.
Lei.
Piove.
Nero.

Quattro parole, la laconicità più esasperata, la storia comprensibilissima, “numeri” rispettati [direbbe Niccolò Tommaseo (1802 – 1874)] …
Ma, non è più la stessa cosa … Quei pochi, sì, forse banali, suoni numerici avevano una musicalità semplice che così s’è persa, che ha tolto fascino alla prima composizione. L’aritmetica, d’altra parte, è per molti matematici e filosofi l’idealizzazione del tempo, del ritmo, così come la geometria lo è dello spazio.
Su questo crea Palazzeschi?
Davvero, le due culture?

 

[immagine: Aldo Palazzeschi in una foto di Massimo Capodanno]

Bruno D’Amore
Bruno D’Amore
Laureato in matematica, in filosofia e in pedagogia, PhD in Mathematics Education, PhD honoris causa in Social Sciences and Education, critico d'arte, attivo come docente e direttore di tesi presso il dottorato in Educación Matemática presso l'Università Distrital "Francisco José de Caldas" di Bogotà.
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