Negli ultimi tempi in Italia e all’estero la sismicità indotta è oggetto di numerosi articoli e convegni. Due tra le principali riviste internazionali di geofisica applicata e sismologia hanno dedicato il loro ultimo numero all’argomento (si possono scaricare qui per Leading Edge e qui per http://srl.geoscienceworld.org/content/current)
Negli ultimi tempi in Italia ed all’estero la sismicità indotta è oggetto di numerosi articoli e convegni. Due tra le principali riviste internazionali di geofisica applicata e sismologia hanno dedicato il loro ultimo numero all’argomento (si possono scaricare qui per Leading Edge e qui per http://srl.geoscienceworld.org/content/current)
In Italia si è tenuto il 12 giugno presso il Ministero dello Sviluppo Economico un seminario dedicato allo stato attuale ed allo sviluppo delle ricerche sull’argomento. L’occasione è stata la conclusione di un progetto di ricerca finanziato dal Dipartimento Protezione Civile che tra l’altro ha prodotto un portale Internet in italiano dedicato all’argomento (www.sismicitaindotta.it).
Erano presenti ricercatori italiani di OGS, CNR, INGV e università, oltre a esperti stranieri che hanno illustrato casi di sismicità indotta in Germania, Spagna, Olanda, Polonia ed USA. Per chi fosse interessato ad approfondimenti, le registrazioni di tutte le presentazioni sono disponibili a questo indirizzo. La tendenza delle ricerche è quella di uscire dalla semplice osservazione e descrizione del fenomeno per poter effettuare stime di rischio sismico e confrontarlo con quello derivante dalla sismicità naturale.
La sismicità indotta
Contrariamente alla percezione comune, la sismicità indotta è più pericolosa in aree poco sismiche, dove la bassa pericolosità ha comportato l’assenza di adeguate regole di costruzione antisismica. Gli edifici sono così più vulnerabili portando a un complessivo aumento del rischio sismico. Alcuni auto-proclamatisi esperti insistono poi nel diffondere nella popolazione un concetto sbagliato e potenzialmente molto pericoloso, ben sintetizzato in questa frase apparsa su Il Fatto Quotidiano in riferimento allo stoccaggio gas di Collalto (TV), “se stuzzicata, la falda del Montello potrebbe dare origine a terremoti di magnitudo maggiore di 6”.
La faglia del Montello
Queste affermazioni sono pericolose poiché si dà ai cittadini l’impressione che la sismicità abbia solo cause antropiche e che basti interrompere le attività umane per stare tranquilli. La faglia del Montello ha prodotto in passato altri terremoti di magnitudo superiore a 6, l’ultimo dei quali nel XVII secolo. Sono stati pubblicati articoli scientifici che mostrano come la microsismicità sulla faglia del Montello sia presente indipendentemente dallo stato di attività dell’impianto di Collalto. Nella zona tra le provincie di Treviso, Belluno e Pordenone, nei quarant’anni intercorsi tra il 1936 e il 1975 molti comuni avevano chiesto e ottenuto di uscire dalla classificazione sismica nelle quale erano stati inseriti dopo alcuni terremoti anteguerra. Già una volta è stato compiuto un atto irresponsabile, e non c’è affatto bisogno che qualcuno instilli nei cittadini l’idea che non devono preoccuparsi del fatto di vivere sopra una faglia attiva perché tanto diventerebbe attiva solo se gli umani la stuzzicano. E tutto questo mentre si cerca di fare campagne nazionali di corretta sensibilizzazione ai rischi naturali.
[Immagine: i volontari di Protezione Civile di Conegliano (TV) informano i cittadini sul rischio terremoto durante la campagna nazionale “Io non Rischio” 2015]