I pulcini immaginano i numeri come noi? Sembrerebbe di sì, a giudicare da uno studio dell’Università di Padova e dell’Università di Trento pubblicato sull’ultimo numero della rivista Science.
I pulcini immaginano i numeri come noi? Sembrerebbe di sì, a giudicare da quanto sostiene uno studio dell’Università di Padova e dell’Università di Trento pubblicato sull’ultimo numero della rivista Science. In particolare, Rosa Rugani, dell’ateneo veneto, e colleghi hanno mostrato che i pulcini appena nati potrebbero visualizzare mentalmente i numeri con lo stesso ordinamento crescente adottato dagli umani: quelli più piccoli a sinistra e quelli più grandi a destra. “La dimostrazione che i pulcini associno numeri piccoli a sinistra e numeri grandi a destra evoca il famoso fenomeno della linea numerica mentale umana, dove i numeri sono rappresentati in ordine crescente da sinistra a destra” ha commentato Rugani.
L’esperimento
I ricercatori hanno prima di tutto abituato un gruppo di pulcini a trovare del cibo dietro un pannello su cui era riportato un certo numero di puntini. Successivamente, hanno presentato loro due copie dello stesso tipo di pannello ma con un numero di punti inferiore e poi, nella seconda sessione, superiore a quello con cui i pulcini avevano familiarizzato. Nel primo caso (numero più piccolo) gli animali tendevano a cercare il cibo dietro il pannello posto a sinistra e nel secondo (numero più grande) dietro quello posto a destra. Se i pulcini vedevano una numerosità più piccola di quella iniziale andavano cioè verso sinistra e quando ne vedevano una più grande andavano a destra.
Una predisposizione naturale
Gli scienziati suggeriscono che questa tendenza si sia probabilmente evoluta milioni di anni fa, prima che gli antenati dell’uomo si separassero da quelli dei moderni uccelli. La tendenza a collocare, come in una sorta di mappa, i valori numerici più piccoli a sinistra e quelli più grandi sulla destra in una linea numerica mentale, sarebbe inoltre emersa spontaneamente, a prescindere da ogni influenza culturale, perché dipenderebbe da predisposizioni di natura biologica.
