Quando qualcosa ci attrae in modo irresistibile, quando il suo potere di seduzione ci inebria, nel modo di dire comune “subiamo” il suo fascino. Il fascino e l’incanto del mondo delle piante, per esempio, lo subiamo arrendevolmente, senza voler opporre alcuna resistenza.
Quando qualcosa ci attrae in modo irresistibile, quando il suo potere di seduzione ci inebria, nel modo di dire comune “subiamo” il suo fascino. Il fascino e l’incanto del mondo delle piante, per esempio, lo subiamo arrendevolmente, senza voler opporre alcuna resistenza.
Ciò accade fin dalla nostra comparsa su questo pianeta quando, secondo gli antichissimi testi biblici, a dispetto del divieto divino, Adamo non seppe resistere al richiamo di una fascinosa mela. Fin da allora, i nostri sensi e il nostro istinto ci suggeriscono che le piante hanno plasmato e trasformato la Terra procurandole instancabilmente ossigeno, ombra, frescura, umidità, medicine, materie prime, energia fossile, e tanto cibo per tutti.
Forse per questa infinita dote di doni gratuiti lasciati alla Terra e ai suoi abitanti, eminenti naturalisti del passato come Aristotele, Democrito e Plinio il Vecchio si cimentarono nei primissimi esempi di “scienze vegetali e agrarie” portando all’attenzione dei loro contemporanei la discreta ricchezza che ci deriva dal regno delle piante. Secoli dopo, il “principe della botanica”Carlo Linneo, ci rivela in un suo scritto del 1745 cosa animava realmente, nel ristretto ambiente domestico, il suo fascino per le piante: “questo giardino sin dall’infanzia infiammò la mia mente di un inestinguibile amore per le piante”.
Da Linneo a Darwin
Sin da studente, Linneo coniugò questo amore con la sua inclinazione per la scienza, esplorando palmo a palmo campi, boschi e giardini botanici della sua Svezia e di mezza Europa e classificando oltre 7000 specie di piante secondo uno schema da lui concepito e ancora oggi usato dai naturalisti. Un secolo dopo, in Inghilterra, Charles Darwin aveva raccolto dal nonno e dal padre, entrambe eminenti naturalisti, l’eredità scientifica di Linneo. La sua ammirazione per le piante e la natura lo portò a sviluppare la sua teoria sull’origine e l’evoluzione delle specie viventi. Nel giardino di casa come all’arcipelago delle Galapagos, Darwin fu un attentissimo osservatore della vita vegetale e il primo rigoroso botanico sperimentale. Eppure, come troviamo nei suoi diari di viaggio, lo stimolo al suo lavoro di scienziato derivava dallo stupore per la straordinaria bellezza della vita: “La quantità di bellissimi uccelli di palude, come gli aironi e le gru, e le piante grasse, che assumevano le forme più fantastiche, davano al paesaggio un interesse che altrimenti non avrebbe avuto. I pochi alberi stentati erano coperti da piante parassite, fra le quali erano veramente ammirevoli per la bellezza e il delizioso profumo alcune orchidee (1839)”.
La quarta Giornata internazionale del “Fascino delle piante”
Scienza e fascino per la bellezza sono ancora oggi indissolubili, come ci ricorda la quarta Giornata internazionale del “Fascino delle Piante”, celebrata in tutto il mondo il 18 maggio 2017. In un alleanza ricca di spunti e di rimandi reciproci, in tutta Italia laboratori, orti botanici, enti di ricerca, musei e scuole aprono le porte al grande pubblico per far conoscere le piante in tutti i loro meravigliosi aspetti, mentre i fotografi, in questo caso gli entusiasti fotoamatori iscritti al gruppo Facebook “Fotografia a Tema”, con mano salda sui propri obiettivi e occhio artistico, interpretano con la forza di immagini suadenti e visionarie il “Fascino delle Piante”.
Fabrizio Cillo
Ricercatore dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle piante, CNR
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