L’astronomia è antica. Quanto, è difficile dirlo, ma di certo precede di molto la storia scritta. Non a caso, infatti, è l’unica scienza ad avere una sua musa ispiratrice, Urania. Se è vero che l’astronomia più antica è ben diversa da quella che conosciamo oggi, è altrettanto vero che essa ha finito per permeare la cultura umana in modo capillare.
L’astronomia è antica. Quanto, è difficile dirlo, ma di certo precede di molto la storia scritta. Non a caso, infatti, è l’unica scienza ad avere una sua musa ispiratrice, Urania. Se è vero che l’astronomia più antica è ben diversa da quella che conosciamo oggi, è altrettanto vero che essa ha finito per permeare la cultura umana in modo capillare. Dall’arte alla religione, alle tradizioni popolari, alla gastronomia, e chi più ne ha più ne metta, non c’è settore dell’attività umana in cui l’astronomia non abbia lasciato le sue tracce.
Giorni della settimana e pianeti
Prendiamo per esempio il nome dei giorni della settimana. Che la loro origine, in tutte le lingue europee, sia legata al nome dei cosiddetti astri erranti, cioè a quegli oggetti celesti che anche a occhio nudo appaiono muoversi rispetto alle stelle cosiddette fisse, non c’è alcun dubbio. Consideriamo l’italiano: lunedì, giorno della Luna, martedì, giorno di Marte, etc. fino a venerdì, il giorno di Venere. Fanno eccezione il sabato e la domenica, che però in inglese conservano ancora l’antica forma di Saturday (giorno di Saturno) e Sunday (giorno del Sole). Nella nostra parte d’Europa, i giorni corrispondenti al sabato e la domenica furono rinominati in epoca molto tarda. Il sabato prese il nome dallo Shabbath ebraico, mentre nell’anno 383 la chiesa cattolica impose di rinominare il giorno del Sole Vittorioso come Giorno del Signore o Domenica.
Un ordine… stabilito dai Caldei
L’aspetto più affascinante è però nell’ordine in cui i giorni si succedono. Sin dall’epoca dei Caldei, gli astronomi avevano ordinato i pianeti in funzione del tempo che essi impiegavano a compiere un giro completo della sfera celeste rispetto alle stelle fisse (una quantità che gli astronomi chiamano periodo siderale). Saturno è quello che ci mette più di tutti, qualcosa meno di trenta anni, poi viene Giove con quasi dodici anni e poi, con periodi via via decrescenti, Marte, Sole, Venere, Mercurio e Luna. L’ordine siderale è però molto diverso da quello dei giorni della settimana e per ritrovare quest’ultimo occorre fare un’operazione alquanto complessa e quasi certamente di origine caldea, che a noi venne raccontata già nel II secolo dallo storico romano Dione Cassio.
Per simboleggiare la perfezione del cosmo, prendete un cerchio, dividetelo in sette parti e, lungo la circonferenza, scrivete i nomi dei pianeti nell’ordine appena descritto. Poi uniteli a formare una stella a sette punte. Se ora vi muovete lungo la stella, ritrovate immediatamente l’ordine dei giorni della settimana. Partite per esempio da Saturno (sabato) e scorrete lungo un lato della stella fino a raggiungere il Sole (Domenica), cui seguono la Luna (lunedì), Marte (martedì) etc. Di un’altra possibile spiegazione si parlerà in un’altra puntata di questa rubrica.
Un ettagramma per niente “magico”
Tutte le stupidaggini superstiziose legate alla stella a sette punte o ettagramma di cui cianciano esoterici, satanisti, maghi, lettori di tarocchi e la vasta congerie di altri ciarlatani e truffatori, derivano da questo semplice schema. L’unica magia celata dietro l’ettagramma è quindi nel fatto che essa rappresenta l’ordine dei giorni della settimana. Una curiosità: se qualcuno volesse vedere con i suoi occhi la più antica rappresentazione grafica di questo schema, potrà recarsi a Pompei dove, su un muro della taverna di Zosimo, lo potrà ammirare graffito da mano ignota qualche anno prima di quel fatidico anno 79 in cui l’eruzione del Vesuvio congelò per sempre la vita della fiorente cittadina.