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30 Nov 2021

Nuove sonde per lo spazio: LICIA e le altre

Ettore Perozzi

Ettore Perozzi
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Forse non tutti sanno che in passato gli astronomi erano soliti dare agli asteroidi, scoperti sempre più frequentemente, dei nomi femminili. Un tentativo di rimediare ai tanti mancati riconoscimenti del contributo delle donne ai progressi della scienza? Può darsi. La tradizione ha retto fino al millesimo trovato, che in un maldestro tentativo di “femminilizzazione” venne battezzato Piazzia in onore dello scopritore del primo asteroide, Giuseppe Piazzi.
Oggi di asteroidi ne conosciamo quasi un milione e la nomenclatura si è estesa a scienziati, musicisti, pittori, attori, personaggi di film e romanzi rigorosamente ambosessi: tutti possono ambire a un posto in cielo.

 

I progetti per le nuove sonde spaziali

Gli asteroidi che sono stati visitati da una sonda spaziale si contano ancora sulla punta delle dita, ma i nomi delle prossime missioni sembrano registrare un ritorno al femminile.
Lucy, partita il mese scorso, è diretta agli asteroidi troiani, che invece di orbitare tranquillamente nella cosiddetta fascia principale tra Marte e Giove, condividono l’orbita con il più massiccio dei pianeti.
Psyche deve ancora giungere sulla rampa di lancio, ma una volta nello spazio esplorerà l’omonimo asteroide che si ritiene sia un gigantesco monolite metallico.
Entrambi i progetti sono targati NASA, mentre AIDA (Asteroid Impact and Deflection Assessment), che ha mosso i primi passi il 24 novembre scorso dalla base di lancio californiana di Vandenberg, è frutto di una cooperazione internazionale che coinvolge, oltre all’agenzia spaziale statunitense, quelle italiana ed europea.

 

AIDA: una paladina della Terra

AIDA non ha solo un interesse scientifico: il suo compito è portare a termine il primo esperimento di “difesa planetaria”. Deve cioè verificare se, qualora venga scoperto un asteroide in rotta di collisione con la Terra e di dimensioni tali da costituire una minaccia, siamo davvero in grado di deviarne la traiettoria.
Per capirlo occorre innanzitutto dimostrare di essere in grado di colpire un corpo celeste delle dimensioni di poche centinaia di metri che sfreccia a folle velocità nelle immensità dello spazio. Osservando le conseguenze dell’impatto bisogna poi calcolare con grande accuratezza il cambiamento di traiettoria provocato, per vedere se sarebbe sufficiente a spostare un asteroide quel tanto che basta a fargli mancare la Terra.
Una sola sonda non può portare a termine tutti questi compiti, e infatti AIDA prevede ben tre sonde.

 

Le sonde di AIDA: c’è anche un satellite italiano

Quella appena lanciata risponde all’acronimo DART (Double Asteroid Redirection Test) ed è diretta verso l’asteroide doppio formato da Didymos, che ha un diametro di circa 800 m, e dal suo satellite Dimorphos, quattro volte più piccolo. Trattandosi di un esperimento, a essere colpito sarà quest’ultimo, perché la variazione del suo periodo di rivoluzione attorno a Didymos (stimata di circa 10 minuti) darà un primo riscontro degli effetti dell’impatto.

 

DART-infographic v4Credit: NASA/Johns Hopkins APL

 

Ma se la sonda DART è destinata a schiantarsi, chi osserverà quello che accade sulla superficie di Dimorphos? Dal tipo di cratere che si formerà e dai fenomeni associati (come un’espulsione di una nuvola di polveri e detriti) sarà possibile “tarare” l’efficacia della tecnica della deflessione asteroidale.
A farlo ci penserà LICIAcube, un microsatellite (di misure 30 × 20 × 10 cm!) realizzato dalla società Argotec per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana. Partita insieme a DART, si allontanerà dalla sonda al momento opportuno per documentare l’impatto in diretta.
LICIAcube avrà però a disposizione solo il tempo di un rapido sorvolo dell’asteroide prima di proseguire la sua corsa nello spazio. Così nel 2024 partirà la missione Hera dell’Agenzia Spaziale Europea, che, carica di strumentazione scientifica, entrerà in orbita attorno a Didymos e alla sua luna per una ben più accurata ricognizione.
Ma quanto è probabile che un asteroide un giorno colpisca la Terra? Qui un video ce lo spiega chiaramente.

Per chi è curioso e vuole saperne di più ecco altri video di approfondimento, per grandi e piccoli:

https://www.youtube.com/watch?v=ZJCC9qeRKvc
https://www.asitv.it/media/vod/v/6842/video/liciacube-missione-interplanetaria-tutta-italiana
https://www.esa.int/ESA_Multimedia/Videos/2021/06/The_Incredible_Adventures_of_the_Hera_mission_presenting_Hera#.YZVhRUGONcA.linkhttps://www.esa.int/ESA_Multimedia/Videos/2021/11/The_Incredible_Adventures_of_the_Hera_mission_Episode_2#.YZVgMd5bC_M.link

 

Immagine di copertina: © NASA

Ettore Perozzi
Ettore Perozzi
Laureato in Fisica, si occupa professionalmente di scienze planetarie, missioni spaziali e divulgazione scientifica. Ha scritto articoli e libri di astronomia per ragazzi e per il grande pubblico. E’ socio fondatore della libreria asSaggi. L’asteroide n. 10027 porta il suo nome.
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