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28 Mag 2014

Occultescion

Ettore Perozzi

Ettore Perozzi
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Cosa gira attorno ai pianeti oltre ai satelliti – artificiali o naturali che siano? Anelli. E se per vedere quelli estesi e brillanti di Saturno basta un piccolo telescopio, non altrettanto vale per gli anelli scuri e stretti di Urano e Nettuno.

Cosa gira attorno ai pianeti oltre ai satelliti – artificiali o naturali che siano? Anelli. E se per vedere quelli estesi e brillanti di Saturno basta un piccolo telescopio, non altrettanto vale per gli anelli scuri e stretti di Urano e Nettuno. Eppure erano stati scoperti prima che la sonda Voyager li fotografasse da vicino. Un pianeta, nel suo moto, può infatti passare davanti a una stella occultandola alla nostra vista: se la luce si affievolisce o scompare improvvisamente anche un po’ prima e un po’ dopo allora vuol dire che c’è un anello. In realtà le cose non vanno mai così lisce.

 

Gli anelli di Saturno 

Quando Galileo scorse per la prima volta due propaggini luminose ai lati di Saturno pensò che fossero dei satelliti. Solo che dopo un po’ si affievolirono fino a scomparire lasciandolo perplesso, al punto da dichiarare “forse che Saturno, come dice il mito, ha divorato i suoi propri figli?”. La realtà è che gli anelli sono molto sottili per cui quando si mettono di taglio sembra effettivamente che non ci siano. Ci volle un geniaccio delle ottiche come Christiaan Huygens per svelarne la forma e un fisico del calibro di James Maxwell per spiegare che non si trattava di anelli “veri” ma di una infinità di piccoli corpi celesti orbitanti “come fili di perle” attorno a un pianeta.

 

Anelli di un asteroide 

Nel caso di Nettuno invece la luce della stella scompariva per un attimo solo da un lato del pianeta, al punto da far ipotizzare l’esistenza di un anello incompleto, un arco nel cielo. Ne sa qualcosa Bruno Sicardy, dell’Osservatorio di Parigi, che di quelle osservazioni fu protagonista nel 1984 e che dovette attendere l’arrivo del Voyager 2 nel 1989 per vedere la sua ipotesi confermata, anche se solo in parte: l’anello era integro, ma la sua luminosità non era uniforme concentrandosi in tre regioni più brillanti (battezzate seduta stante liberté, egalité, fraternité). È ancora lui, più di vent’anni dopo, ad avere nuovamente a che fare con le stranezze degli anelli. Questa volta la loro presenza si vede bene, le due occultazioni stellari sono perfettamente simmetriche… ma del tutto inaspettate! Perché sotto osservazione non è un pianeta ma Chariklo, un “centauro” – ovvero uno dei tanti corpi celesti che si aggirano tra i pianeti più lontani e le cui piccole dimensioni e la forma irregolare sembravano incompatibili con la presenza di anelli. La notizia fa subito il giro del mondo: quello che stupisce di più è la piccola circonferenza degli anelli, che ha un diametro di appena 400 km. “Sono degli anelli tascabili!” commenta Bruno.

 

Il grafico mostra come la presenza di anelli venga rivelata durante una occultazione dalla diminuzione della luminosità della stella non solo quando un corpo celeste le passa davanti ma anche poco prima e poco dopo. L’immagine si riferisce al caso di Chariklo ed è tratta dal video dello European Southern Observatory  (Credits: ESO/Felipe Braga Ribas/M. Kornmesser)

 

[In alto a destra: Così potrebbe apparire Chariklo con i suoi anelli (ESO/L. Calçada/M. Kornmesser/Nick Risinger)]

 

Ettore Perozzi
Ettore Perozzi
Laureato in Fisica, si occupa professionalmente di scienze planetarie, missioni spaziali e divulgazione scientifica. Ha scritto articoli e libri di astronomia per ragazzi e per il grande pubblico. E’ socio fondatore della libreria asSaggi. L’asteroide n. 10027 porta il suo nome.
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