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06 Mag 2024

La Cina e la missione Chang’e 6

Patrizia Caraveo

Patrizia Caraveo
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Venerdì 3 maggio, alle 11:27 ora italiana, esattamente all’inizio della finestra di lancio annunciata, la Cina ha lanciato Chang’e 6, la sua seconda missione destinata ad allunare nell’emisfero invisibile della Luna e anche la seconda che ha come obiettivo la raccolta, il trasporto e la consegna di campioni lunari.

 

I dettagli della missione

La missione, che è la sesta del programma Chang’e, dal nome della dea cinese della Luna, sfrutterà l’esperienza accumulata con le precedenti missioni Chang’e 4, la prima in assoluto ad allunare sul lato nascosto della Luna nel 2019, e Chang’e 5 che nel dicembre 2020 ha raccolto e riportato sulla Terra 2 chili di campioni lunari.

Prevista per una durata di 53 giorni, la missione impiegherà settimane per raggiungere la Luna. Poi, dopo un breve soggiorno sulla superficie, trascorrerà altre settimane per tornare sulla Terra. La missione ha a bordo strumentazione fornita dalla Francia, dall’Italia, dalla Svezia e dal Pakistan.

 

Obiettivi e strumentazione

L’orbiter ruoterà intorno alla Luna mentre il suo lander scenderà nel bacino South Pole-Aitken, largo oltre 2000 chilometri. Si tratta di un luogo geologicamente molto interessante perché si pensa che l’impatto che ha creato il bacino – tra i più grandi del Sistema Solare – abbia scavato materiale dal mantello lunare. Se si riuscirà a recuperare materiale da qui, si aprirà una straordinaria opportunità per capire meglio la storia della Luna.

Il lander Chang’e 6 è dotato di una fotocamera, di uno spettrometro e di un radar per studiare l’ambiente circostante e scegliere il punto in cui raccogliere un campione, attraverso l’utilizzo di un braccio meccanico che trapanerà il sottosuolo fino a 2,5 metri di profondità.

I campioni raccolti saranno posti nel veicolo di ascesa, ossia la parte del lander che si solleverà poi dalla Luna, consegnando il materiale all’orbiter, dove sarà trasferito nel modulo di rientro per il suo ritorno sulla Terra.

 

Un satellite per mantenere la connessione

Poiché è impossibile stabilire comunicazioni dirette con il lato nascosto della Luna, l’Agenzia spaziale cinese il mese scorso ha lanciato un satellite per fungere da ripetitore e connettere il lander con il centro di controllo. Seguendo la procedura utilizzata nel 2018, quando era stato lanciato il satellite Queqiao in orbita lunare per trasmettere le informazioni dal Chang’e 4 alla Terra, a marzo, è partito Queqiao 2. La coppia sarà utilizzata in tandem per rimanere in contatto con Chang’e 6 durante la raccolta dei campioni.

Se la complessa missione avrà successo, sarà la prima nella storia a riportare un campione dalla parte della Luna che la Terra non vede mai.

 

 

Patrizia Caraveo
Patrizia Caraveo
È Dirigente di Ricerca all'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Dal 1997 è Professore a contratto dell’Università di Pavia, dove tiene il corso di Introduzione all’Astronomia. Astrofisica di fama mondiale, nel 2009 è stata insignita del Premio Nazionale Presidente della Repubblica. Come membro delle collaborazioni Swift, Fermi e Agile ho condiviso per tre volte con i colleghi il Premio Bruno Rossi della American Astronomical Society nel 2007, 2011 e 2012. Nel 2014 è entrata nella lista degli Highly Cited Researchers. Fa parte del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica e delle 100 donne contro gli stereotipi. È Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Per Dedalo ha pubblicato Il cielo è di tutti (2020).
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