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15 Set 2014

Una cometa per una moneta

Ettore Perozzi

Ettore Perozzi
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Il lungo viaggio di una missione interplanetaria come Rosetta, che il 6 agosto è entrata trionfalmente in orbita attorno alla cometa Churyumov-Gerasimenko, inizia ben prima dell’arrivo sul suo lontano obiettivo. Tutto comincia sui tavoli degli scienziati e delle agenzie spaziali… 

Il lungo viaggio di una missione interplanetaria come Rosetta, che il 6 agosto è entrata trionfalmente in orbita attorno alla cometa Churyumov-Gerasimenko, inizia ben prima dell’arrivo sul suo lontano obiettivo. Tutto comincia sui tavoli degli scienziati e delle agenzie spaziali. 

Chi studia l’origine e l’evoluzione del sistema solare sogna di mettere le mani sul materiale “primitivo” da cui si sono formati i pianeti e una cometa è proprio questo: un piccolo corpo in cui sono congelate informazioni che risalgono a quasi cinque miliardi di anni fa.

 

Horizon 2000

L’occasione si presenta nel 1984 grazie al programma scientifico dell’Agenzia Spaziale Europea, pomposamente battezzato Horizon 2000, in cui viene riservato un posto in prima fila proprio a chi vuole andare a caccia di “corpi primitivi”. Non basta un rapido sorvolo e qualche foto, bisogna raccogliere dei campioni di quel prezioso materiale e rispedirli a terra per analizzarli. Ma qui cominciano i problemi perché le comete sono oggetti bizzarri, imprevedibili, con orbite larghe e eccentriche che le rendono molto, molto difficili da raggiungere – e la parola “difficile” nelle scienze spaziali si traduce immediatamente in “costoso”. Si pensa a una collaborazione con la NASA – come nel caso della missione Cassini diretta a Saturno – per dividere tecnologie e spese, ma non si riesce a trovare un accordo. L’Europa decide allora di andarci da sola, sulla cometa.

 

L’impegno europeo

Bisogna ridimensionare gli obiettivi: niente ritorno di campioni a terra ma un sofisticato “robot” in grado di atterrare sulla cometa, ancorarsi alla sua superficie ghiacciata, perforarla con una mini-trivella e analizzare “in loco” il materiale raccolto. Certo, rimane una grande sfida, sia dal punto di vista tecnologico che finanziario, ma si può fare. Ci sono voluti trent’anni per trasformare quella sfida in calcoli, progetti, requisiti, strumenti, e per assemblare il tutto nella sonda Rosetta con il suo piccolo “lander” Philae. Si sono dovute affrontare difficoltà e imprevisti che avrebbero potuto mandare tutto a monte, come quello che causò un ritardo del lancio del razzo Ariane, che rese impossibile raggiungere la cometa Wirtanen e costrinse a cercare affannosamente un nuovo obiettivo.

Ci sono stati poi sette anni di viaggio, incontri con pianeti e asteroidi e, infine, Rosetta è arrivata alla Churyumov-Gerasimenko. Siamo entrati nel vivo della missione, e le incredibili immagini del nucleo “doppio” che gira vorticosamente nello spazio e i dettagli mozzafiato della superficie ci hanno dato la conferma: scambiare una moneta per una cometa* è davvero un buon affare.

 

*La domanda “Vuoi una cometa per una moneta?” viene posta nel libro per bambini “Pedrita la Cocorita”, di Lilian Moore, illustrazioni di Susan Perl, Mondadori 1962

 

 

[in foto: il nucleo della cometa Churiumov-Gerasimenko, formato da due corpi principali a contatto tra loro. Credit: ESA/Rosetta/NAVCAM]

Ettore Perozzi
Ettore Perozzi
Laureato in Fisica, si occupa professionalmente di scienze planetarie, missioni spaziali e divulgazione scientifica. Ha scritto articoli e libri di astronomia per ragazzi e per il grande pubblico. E’ socio fondatore della libreria asSaggi. L’asteroide n. 10027 porta il suo nome.
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