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20 Ott 2021

La caduta dei gravi: una fallacia storica su Galileo

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Una tipica fake news che riguarda Galileo, e che si legge ovunque in libri e articoli, è che il grande scienziato, lasciando cadere pesi (“gravi”) diversi dalla torre pendente di Pisa e misurando il tempo di caduta, avrebbe verificato che l’accelerazione g con cui cade un corpo sulla Terra non dipende dalla sua massa: il campo gravitazionale, cioè, è eguale per tutti i corpi. Ma ciò è falso, per via della resistenza dell’aria che si contrappone alla forza-peso.

 

La resistenza dell’aria nella caduta di un peso

Galileo aveva chiara l’idea che a variare da un corpo all’altro è la forza resistente dell’aria – ovvero l’attrito – che è condizionata dalla forma del grave, o meglio dalla sua sezione d’urto. Un corpo di sezione grande viene frenato più di uno piccolo o più aerodinamico. Egli giustamente sosteneva che si sarebbero trovati tempi di caduta identici solo se fosse stato possibile disporre di un ambiente vuoto.
Purtroppo al tempo non c’erano le condizioni per creare del buon vuoto su volumi sufficientemente estesi. Quindi Galileo si limitò a suggerire ai suoi allievi di fare misure dei tempi di caduta dalla torre per corpi differenti e verificare che essi non risultavano eguali. L’esperimento fu fatto da un allievo di Galileo, Vincenzo Renieri, frate olivetano, che fu felice di poter comunicare al Maestro, ormai infermo, che la sua idea era corretta.

 

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Un esperimento mentale geniale

Per conto suo, Galileo propose un esperimento mentale che è rimasto storico perché è il primo esempio nella storia della fisica di ragionamento per assurdo. Semplice, ma geniale. Questo importante dettaglio viene invece lasciato in secondo piano. Ciò che Galileo sostenne è che basta legare i due corpi assieme e verificare che il loro maggior peso li farà cadere ancor più rapidamente. Ma è legittimo anche pensare che il più pesante trascini con sé il più leggero, accelerandone la caduta e che quest’ultimo tenda a frenare il primo: in tal caso i due corpi uniti impiegherebbero, per giungere a terra, un tempo intermedio. Due verità opposte, quindi l’assunto iniziale è errato. Secondo Galileo, solo quando l’attrito è apprezzabile il corpo più pesante arriva a terra prima dell’altro, perché ne risente di meno. Che è quanto Vincenzo Renieri, appunto, gli scrisse di aver osservato.

 

Altre fake news su Galileo

Fallacie sulla vita e le azioni di Galileo se ne contano tante. Molti arrivano ad attribuirgli una fede religiosa che invece non aveva, come rivelano gli scambi di lettere con amici e la sua proverbiale lucidità nel rifiutare la possibilità di eventi miracolosi. Certo non poté mai esternare pubblicamente questo lato del suo pensiero, perché la sua attività scientifica lo costringeva ad avere continui contatti con gli ambienti clericali: infatti, i matematici e gli astronomi italiani, e non solo loro, operavano all’interno dei conventi. A Roma, in particolare, erano i Gesuiti del Collegio Romano a ospitarli. Ciò che colpisce è che questi stessi personaggi, pur condividendo molte idee dello scienziato, non si mossero in sua difesa quando Galileo fu processato e costretto ad abiurare. Una macchia, questa forzata abiura, che, come già il rogo di Giordano Bruno, resterà a lungo il crimine più grave tra quelli imputabili allo Stato Pontificio.

 

 

Immagine di copertina: Piazza del Duomo a Pisa. L’angolo formato dalla torre con la parete del Duomo è di circa 4°. © Saffron Blaze – Wikimedia.

                              

Andrea Frova
Andrea Frova
Andrea Frova, nato a Venezia, già Ordinario di Fisica Generale alla Sapienza, ha fatto ricerca nel campo della luce e delle proprietà ottiche dei semiconduttori. È autore di molte pubblicazioni scientifiche nelle maggiori riviste internazionali. Ha anche scritto testi di divulgazione, saggi musicologici e libri di narrativa. Ha vinto il "Premio Galileo per la divulgazione scientifica" nel 2008 con Se l'uomo avesse le ali (Rizzoli-BUR), e il "Premio Città di Como" con il saggio storico-scientifico Newton & Co. - Geni bastardi (Carocci 2015). Il suo ultimo libro è Il signore della luce. Gli incredibili esperimenti del professor Michelson (Carocci, 2020).
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